Il leader

Viallidi Fulvio D'Ascola* - E' lui il leader della Nazionale Italiana. E' lui che non nasconde la sofferenza, che con gli occhi tristi e con grande pacatezza racconta al gruppo le direttrici del diventare squadra. E' lui che vive nel rispetto della stima delle persone conosciute. Ho notato che quando la NAZIONALE ha giocato con il lutto al braccio per morte di Boniperti, suo presidente alla Juventus, lui e' stato l'unico in panchina ad avere la fascia nera sulla manica della giacca del vestito.

Lui nel momento dell'esultanza ha cercato gli occhi e l'abbraccio dell'amico di sempre Mancini. La sinfonia del gruppo, la compattezza, il senso dell'amicizia blucerchiata nel team tecnici ,la consapevolezza dell'human factor. E' il direttore orchestra che lotta contro il destino. Avremmo bisogno di tanti Gianluca Vialli e meno retorici conformisti, retorici dei gesti "politically correct" ,paladini di cultura di snobismo ideologico.

 

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In questa Italia del Medioevo comunicativo, massificato da influencers e social avatar di noi stessi. I segretari dei partiti politici dibattono su tematiche ovvie basate sul rispetto del pensiero altrui, usando il termine razzismo ed omofobia, non rendendosi conto come possa ,invece, esistere un subliminale razzismo ed un senso di omofobia nelle loro azioni propagandistiche e comunicative. Sono i piccoli gesti, come le sue parole della lotta interiore contro il cancro, che dettano le regole del gioco della voglia di vivere, che affianca la visione di Muhammad Ali che con il corpo tremante accende la fiamma olimpica di Atlanta 1996,mostrandosi al mondo con le sue debolezze che diventano insuperabili punti di forza e di dignità.

Ci vorrebbe una canzone di Battiato in sottofondo, ma bastano soltanto gli occhi tristi, il sorriso e la voglia di vivere di GIANLUCA VIALLI. Il Leader.

*Sociologo dei processi culturali e comunicativi