La certezza del diritto negato e la “religione” di massa

fotofulviodi Fulvio D'Ascola* - La via di Damasco è simbolica ,tutti ne sono folgorati tra simbologie e definizioni di comunicazione verticale e presunte leadership in nome o per conto. Riscriviamo i vangeli,la Bibbia, magari ascoltiamo anche "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè,che narra dei vangeli apocrifi, e facciamoci anche chiamare papà.Le parole, le omissioni,le simbologie ed i troppi silenzi ,sono l'anticamera della morte civile.Ho sempre paura del perfetto e di chi pensa di non sbagliare mai,ho sempre paura di chi ha seguaci, la leadership viene dal basso, non si impone,ho sempre temuto chi si cela dietro simboli ,bandiere,teoremi religiosi ,per creare intorno a lui una forma di controllo psicologico e sociale,in un mondo di assenze di emozioni che si identificano in qualcuno uguale a loro.

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Durkheim, parlava di comunicazione rituale, esistente attraverso la sacralità della condivisione di un ideale,definito dalla simbologia tradizionale, rappresentata dal coro e dalla preghiera,non pensava alle distorsioni del ventunesimo secolo,in cui manipolazione e persuasione sono divisi da confini impercettibili.Passiamo tanto tempo nel non pensare, nel ricercare di compensare un vuoto subliminale di valori ,cercando l'appiglio in qualcosa o in qualcuno.L'endorfina endotta dalla captologia del web ,per gratificare la percezione del sé ,è il cammino parallelo di chi ha il vacillante senso di consapevolezza e di identificazione sociale,che scivola verso una subcultura di gruppo,fondata su una credenza ed una interpretazione di nuovi profeti,codificata in associazioni che possono avere scopi di lucro per la crescita della comunità, che nascono come un mercato parallelo e chiuso in cui gli adepti sono consumatori,lavoratori e produttori di reddito condiviso con la donazione di beni personali ,per la gestione del bene comune del gruppo di appartenenza.

Quasi come una micro società, in cui l'adesione di "appartenenza" alla famiglia, non è tanto diversa dal punto di vista psicologico dalle società criminogene, ma completamente diverse dagli scopi da perseguire. Esiste un capo,chiamatelo ,Boss, Padre o Fratello. Non esistono giudizi di merito nelle aggregazioni sociali e religiose ,in cui ognuno può trovare la dimensione personale di condivisione di opinioni e credenze, ma esiste la fondamentale essenza del vivere nell'educazione civica e nell'etica dei comportamenti: l'esempio di un ruolo pubblico,la certezza del diritto e la tutela degli innocenti e degli inconsapevoli. Non servono fiumi di inchiostro di sinistra o destra,di docenti o di persone comuni,solidarietà e strenui difese, esiste soltanto la certezza del diritto e la vergogna dell'ascolto silente del non denunciare. Il Padre è eteno, Papà è il nostro genitore che ci ha donato la vita insieme alla Mamma, le parole vanno usate nel loro senso originale, tutto il resto è mistificazione ed i bambini sono ancora chiusi nelle stanze dei silenzi.

*Sociologo