Per il Covid-19, i pericoli vengono anche da internet

CORONAVIRUS-VACCINOdi Nino Mallamaci* - Negli ultimi giorni, mentre, da una lato, si evidenzia una recrudescenza del covid 19 che comincia a preoccupare anche in vista della riapertura delle scuole e della tornata elettorale, dall'altro si comincia a intravedere la possibilità che il vaccino sia disponibile già dalla fine dell'anno in corso, ciò grazie a investimenti decine di miliardi di dollari.

A queste due notizie ne va affiancata tuttavia una terza, inquietante e preoccupante allo stesso tempo: il popolo variegato e per molti versi pittoresco dei negazionisti e dei no vax marcia per le strade e riempie le piazze di molte città. Migliaia di persone convinte che il coronavirus sia un'invenzione dei c.d. poteri forti per i motivi più diversi.
I vaccini, le più sicure e efficaci scoperte nella storia della medicina, in grado di salvare innumerevoli persone da malattie e morte, vengono messi in discussione da parte degli attori del contro-illuminismo, attivi soprattutto su internet e su varie piattaforme social.

E cosa fanno e hanno fatto negli ultimi mesi le società che gestiscono i social media per contrastare "l'industria anti-Vaxx", che, secondo il nuovo rapporto sull'argomento del CCDH (Centro per il contrasto all'odio digitale), porta loro un miliardo di dollari all'anno? Hanno mantenuto gli impegni assunti per contrastare questo fenomeno?

Restless develpment e CCDH hanno formato giovani volontari sull'identificazione della disinformazione, e negli ultimi mesi "hanno setacciato Facebook, Instagram, YouTube e Twitter, registrando e segnalando le informazioni sbagliate. Dei 912 post segnalati dai volontari, è stato trattato solo il 4,9%, cioè meno di 1 su 20.

Tutti gli adulti americani. le aziende ricevono informazioni sbagliate su un piatto d'argento, non riescono ad agire. Oltre al rapporto, Restless development e CCDH hanno intervistato un campione significativo di cittadini adulti negli USA, con risultati a dir poco allarmanti.

La percentuale di adulti statunitensi che probabilmente o sicuramente non accetterà di assumere il vaccino contro il coronavirus è cresciuta , da giugno, dal 26 al 29 %. La percentuale di coloro che sono "riluttanti al vaccino" è passata, nello stesso periodo, dal 41 al 46%. La percentuale sale al 58% per gli afroamericani e al 52% per gli ispanici.

Ma i dati certamente più indicativi, ai nostri fini, sono i seguenti: tra coloro che usano i social media per informarsi sul virus, il 35 % è convinto di non vaccinarsi, mentre tra quelli che usano gli altri mezzi di comunicazione è del 24%. Tra i primi, è significativamente più alta la porzione di intervistati che crede alla Teoria del complotto del 5G.

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Altra particolarità: la sfiducia nei confronti del vaccino è al 29% tra gli elettori della Clinton nel 2016, tra quelli di Trump al 55 % !

Davanti a questi numeri, CCHD lancia un appello "a Trump, a tutti i governi, alla società civile, agli inserzionisti delle piattaforme, agli organismi scientifici, a fare la loro parte per fermare la disinformazione": è chiaro che se la campagna continuerà, soprattutto sui social, ogni sforzo per mettere un freno alla pandemia potrebbe essere vano.

Ma quali sono le promesse fatte dalle quattro piattaforme social sul fronte del contrasto alle notizie false sul virus e sui vaccini?

Facebook ha promesso di rimuovere contenuti falsi o teorie del complotto sul Covid in quanto dannose, affermando che si trattava di "un'estensione delle nostre attuali politiche di rimozione di contenuti che potrebbero causare danni fisici.

Instagram ha promesso di rimuovere "la disinformazione dannosa relativa a COVID-19", quali false affermazioni o teorie del complotto, segnalati da fact - checkers e organizzazioni leader della Sanità mondiale. In quanto proprietario di Instagram, gli standard della community di Facebook sui "contenuti che potrebbe causare danni fisici "vale anche per Instagram.

Twitter ha promesso di rimuovere i tweet che negano l'efficacia delle misure di prevenzione alla diffusione del COVID-19, promuovono false cure per la malattia , negano

fatti scientificamente accertati su di esso. La piattaforma ha ha garantito di avere una politica permanente per etichettare o rimuovere la disinformazione che potrebbe essere dannosa. Ciò basandosi sulla sua politica che vietava i "contenuti che affermano che sostanze o trattamenti nocivi possono avere benefici per la salute "fino a quando non ha aggiunto, il 20 maggio, il COVID-19 alle linee guida della comunità sulla politica sulla disinformazione .

YouTube afferma che non consentirà la disinformazione Covid "che rappresenta un serio rischio di danno eclatante "o che" diffonde disinformazione medica che contraddice

le informazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità o delle autorità sanitarie locali sul COVID-19.

Nonostante le promesse, l'Industria Anti-Vaxx sta crescendo grazie all'inazione delle piattaforme.

Due mesi fa, il Center for Countering Digital Hate ha pubblicato un rapporto, The Anti-Vaxx Industry, evidenziando 409 account Anti-Vaxx di social media

per un totale di 58 milioni di seguaci. Subito doo, il CCHD ha inviato a Facebook, Twitter e YouTube un elenco completo di account identificati come fonti principali

di disinformazione anti-vaccino chiedendo loro di "indagare e intervenire per rimuoverli per impedire loro di mettere in pericolo la sicurezza delle persone ... "

Ad oggi, solo 6 account su 409 sono stati rimossi, per un totale di 363.000 seguaci. Ora, i 423 account rimasti, a causa dell'inerzia dei social media, hanno 59,2 milioni di follone, 1.468.854 in più.

Ma ecco i numeri relativi alla crescita del pubblico di Anti-Vaxx da luglio nelle diverse piattaforme:

Instagram 620,933; YouTube 394,574; Facebook 301,250; Twitter 148,523.

Dieci soggetti hanno fornito alla rete AntiVaxx tre quarti della sua crescita totale in questo periodo. Primo tra questi London Real, una rete di canali di social media con sede nel Regno Unito gestitoa dall'ex banchiere Brian Rose, che ha accumulato altri 287.000 follower rilasciando video prodotti professionalmente con antiVaxxer di spicco tra cui David Icke. Secondo Robert F. Kennedy Jr., nipote dell'ex presidente John F. Kennedy degli USA e capo dell'organizzazione Anti-Vaxx Children's Health Defense, che ha aggiunto ai suoi seguaci altri 225.00 utenti.

Di seguito, la tabella degli accont che hanno avuto il maggiore aumento di follower.

Vi sono indicati il nome dell'account, l'aumento da luglio, la piattaforma sulla quale l'account ha avuto l'aumento maggiore, i follower attuali.

Network of accounts Growth since July Top growth platform Current followers

1. London Real 287,487 Instagram(192,053) 3,055,077

2. Valuetainment 224,842 Instagram (96,553) 7,134,310

3. Robert F. Kennedy Jr. 180,226 Instagram (132,876) 1,029,464

4. Rashid Buttar 146,703 YouTube (82,000) 1,145,205

5. Ben Lynch 54,862 Instagram (31,151) 424,689

6. Erin & Joe Mercola 50,248 Instagram (27,201) 3,581,048

7. Rizza Islam 48,653 Instagram (33,487) 874,983

8. Shiva Ayyadurai 34,346 Facebook (15,843) 1,119,396

9. Bruce Lipton 33,450 Facebook (16,514) 1,038,317

10. Zach Bush 28,585 Facebook (28,585) 78,451

TOTAL 1,089,402 556,597 (Instagram) 19,480,940

Il totale dell'aumento da luglio e il totale complessivo dei follower sono davvero preoccupanti: 19 milioni e mezzo di utenti registrati come follower. Per capire le dimensioni del fenomeno, vanno ovviamente considerati tutti coloro che leggono le notizie, senza essere registrati alla pagina, che le condividono, ecc. Centinaia di milioni di persone drogati da un'informazione fuorviante, senza controlli.

Di fronte a queste cifre, fa ancora più scalpore la tabella che segue, nella quale sono esposti i dati raccolti da CCHD e Restless development grazie alla loro analisi.

Vi vengono indicati piattaforme, report inviati, post rimossi, account rimossi, post flaggati, e le azioni intraprese dalle diverse piattaforme.

Riassumendo, esse non hanno rimosso il 95% delle

informazioni errate di anti vax loro segnalate.

Platform Reported Removed Account Removed Flagged Acted On

Facebook 569 14 (2.5%) 0 (0.0%) 19 (3.3%) 33 (5.8%)

Instagram 144 3 (2.1%) 1 (0.7%) 2 (1.4%) 6 (4.2%)

Twitter 137 4 (2.9%) 2 (1.5%) 0 (0.0%) 6 (4.4%)

YouTube 41 0 (0.0%) 0 (0.0%) 0 (0.0%) 0 (0.0%)

Total 912 21 (2.3%) 3 (0.3%) 21 (2.3%) 45 (4.9%)

Grazie al rapporto, 1.000 post di disinformazione sui vaccini sono stati identificati, registrati e segnalati alle piattaforme dai volontari nel periodo dal 21 luglio al 26 agosto. Dei 1000 rapporti, quelli 88 sono stati filtrati dal CCDH per non aver raggiunto la soglia di disinformazione chiaramente dannosa.

Di seguito, i dati relativi al rapporto del giugno 2020.

Platform Reported Removed Account Removed Flagged Acted On

Facebook 334 26% (+15.8) 0.3% (+0.3) 3.3% (+1.2) 29.6% (+17.3)

Instagram 135 5.9% (--) 8.9% (+4.5) 0.0% (--) 14.8% (+4.4)

Twitter 179 6.7% (+0.7) 12.3% (+9.5) 0.0% (--) 19% (+15.7)

Total 649 16.5% (+10.2) 5.4% (+3.4) 1.7% (+0.6) 23.6% (+14.2)

Per comprendere la gravità dell'inazione delle piattaforme, riportiamo di seguito alcuni esempi di post per i quali le società di social media non hanno intrapreso alcuna azione. 1) Molti post affermano che i vaccini sono velenosi

2) Alcuni post promuovono una presunta cospirazione che collega Covid, 5G e vaccini, a un complotto per monitorare e controllare la popolazione mondiale

3) L'imprenditore anti-vaxx Rashid Buttar ha promosso una versione di questa teoria sulla cospirazione sul suo canale YouTube con mezzo milione di abbonati, dicendo "sperano che la razza umana diventi dipendente da vaccini e farmaci antivirali "

4) In un solo video sul canale del complotto Valuetainment, con 1,8 milioni di visualizzazioni, il conduttore Patrick Ben-David consente al suo ospite Rashid Buttar di affermare che il Covid è "artificiale", che la malattia fa parte di "un programma di spopolamento", che il 5G sta facendo ammalare le persone e che i vaccini "causano l'autismo" e "causano il cancro"

5) Un certo numero di post afferma che Covid è uno specchietto per le allodole al fine di promuovere le vaccinazioni obbligatorie

6) Gli anti-vaxx continuano a promuovere l'idea che le reti mobili 5G peggiorino o causino i sintomi del Covid

7) Un'altra teoria popolare afferma che malattie e virus non esistono e che le malattie sono invece una conseguenza delle tossine nell' ambiente

8) Molti post affermano che le maschere sono inefficaci nel limitare la diffusione del Coronavirus, che sono una forma di controllo mentale o sono pericolose

9) Alcune informazioni sbagliate sono rivolte specificamente ad afroamericani, latinoamericani e Musulmani

10) Kate Shemirani, una teorica della cospirazione del Regno Unito, ha twittato confrontando i vaccini con "Camere a gas" e "olocausto"

Altre chicche: Bill Gates è diventato il simbolo di una serie di teorie di cospirazioni sul Covid e anti-vaccino. Più di un post su dieci si riferisce a lui! Instagram ha permesso all'attivista Robert F. Kennedy Jr. di pubblicare la disinformazione anti-vaccino che attira decine di migliaia di like.

Il teorico della cospirazione Shiva Ayyadurai è presente su tutte le principali piattaforme di social media, dove la sua disinformazione è condivisa migliaia di volte.

CONCLUSIONI

Grazie al rapporto di CCHD e Restless development, siamo in grado di valutare come internet - social media e piattaforme social, in particolare - siano un veicolo pericolosissimo di disinformazione, anche riguardo alla pandemia e ai vaccini, ma non solo. Ma grazie a questo rapporto abbiamo contezza di un fatto ben peggiore: anche quando ne hanno notizia, questi giganti della tecnologia con sempre maggiore potere non fanno nulla, o quasi, per porre rimedio ai guasti che, indirettamente, provocano. Si parla molto della irresponsabilità dei media per i contenuti che vengono pubblicati dagli utenti. Fino ad oggi, i vari rimedi, compresa la co –regolamentazione alla base dei codici di condotta, non sono riusciti a risolvere o almeno a mitigare il problema. Certamente una soluzione va trovata, possibilmente a livello globale data la natura stessa di questi strumenti. Altrimenti, ognuno dovrà provvedere da sé. L'UE è impegnata da anni in questa direzione e la discussione è in atto, su questo e su tanti altri aspetti della vita digitale che sempre più ci caratterizza. L'unica strada da non percorrere, è chiaro, è quella dell'inerzia. Non bisogna in ciò imitare la sciagurata condotta delle società che operano nella rete con enormi profitti evitando, però, di assumersi le loro responsabilità.

*Avvocato e scrittore