La famiglia Tripodi: dall’Università di Messina al comando della sanità gioiese, all’ombra della cosca Piromalli

Gioia Tauro Ospedale2di Claudio Cordova - Da circa 40 anni legatissimi al potente casato di Piromalli di Gioia Tauro. E' la storia della famiglia dei medici Tripodi, che, grazie a questa vicinanza, anche parentale, avrebbero preso in pugno la sanità del distretto tirrenico della provincia di Reggio Calabria. Ora su questi legami interviene la Dda di Reggio Calabria, che mette al centro dell'inchiesta "Chirone" l'ingerenza dei Piromalli nell'Asp di Reggio Calabria.

Un intervento tardivo, forse, dato che due dei tre soggetti citati sono nel frattempo deceduti, ma che aiuta a lumeggiare le dinamiche che hanno regolato la disastrata sanità reggina.

Il legame tra i Tripodi e i Piromalli nasce con Giuseppe Tripodi cl. '14, medico curante di Girolamo Piromalli cl. '18, detto "Don Mommo"; dal matrimonio tra lo stesso Giuseppe Tripodi e Caterina Petracca nascono Giuseppantonio , detto Antonio, medico chirurgo, per anni responsabile del poliambulatorio dell'ASL di Palmi e poi del poliambulatorio dell'ASP di Reggio Calabria presso il P.O. di Gioia Tauro, Umberto Giacomo, ginecologo, titolare di vari centri della fertilità in Repubblica Ceca e a Gioia Tauro, Francesco Michele, detto Franco, medico chirurgo, aiuto chirurgo presso il P.O. di Gioia Tauro e successivamente dirigente medico presso l'Ospedale di Tropea (VV), Anna Maria, medico chirurgo, trasferitasi a Napoli, Michelina, medicochirurgo, trasferitasi a Napoli.

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I due fratelli Antonio e Franco si laureano in medicina in data 2.7.1979, presso l'università di Messina, presieduta all'epoca (dal 1975 al 1981) dal professore Salvatore Navarra, fratello di Michele, storico boss della mafia siciliana, vicino a Mommo Piromalli cl. '19, ricoverato nello stesso periodo presso l'ospedale Piemonte, in regime detentivo (sul punto il collaboratore di giustizia Marcello Fondacaro, nell'interrogatorio del 6.12.2017, ha dichiarato "Ai tempi del ricovero a Messina di Mommo Piromalli, gli studenti universitari Tripodi avevano avuto incarico di occuparsi di lui. I Tripodi si avvantaggiarono di questa «vicinanza» tanto che, grazie a Mommo Piromalli, conseguirono 18 esami in medicina in un solo anno. Mommo Piromalli aveva <<agganci>>coi professori universitari, tra cui il professore Navarra").

Il rapporto tra la famiglia Tripodi e quella dei Piromalli risulta cementato dal matrimonio, celebrato in data 22.3.1980, di Franco Tripodi e Concetta Piromalli (Fondacaro in merito riferisce "Io fui invitato al matrimonio tra Franco Tripodi e Cettina Piromalli che si svolse presso l'hotel 501 di Vibo. Presero parte 1000 invitati e a tutti gli invitati fu chiesto come regalo un'offerta in denaro. Furono date addirittura indicazioni in ordine alla somma da versare. Era nei fatti una tangente").

In data 5.1.1984 viene aperto il laboratorio analisi, denominato MINERVA s.r.l., con sede a Taurianova, con denaro del defunto Gioacchino Piromalli (sempre Fondacaro dichiara "Seppi dai Dato (miei parenti, in particolare da Giovanni) che l'operazione di finanziamento della struttura Minerva fu fatta da Mommo Piromalli. Fabiano Tripodi mi confermò che il nonno Piromalli aveva dato inizialmente il denaro occorrente per il laboratorio analisi").

Insomma, il legame tra i Tripodi e i Piromalli è assai datato e consolidato. E non nuovo alle cronache giudiziarie.

Dagli esiti del procedimento "Provvidenza" emergono numerosi contatti tra i due nuclei familiari. In primo luogo vanno evidenziati i rapporti costanti tra Franco Tripodi, Francesco Cordì, cognato di Antonio Piromalli cl. '72, e i fratelli Barbaro, certificati da incontri di persona nei pressi del laboratorio MINERVA, del bar "Cafè&Delice" o nella campagna di contrada Vallemena, di proprietà di Franco Tripodi. Non va sottovalutato, inoltre, che a seguito di un furto patito, in data 26.7.2015, da Antonio Tripodi, esponenti della cosca Piromalli si attivano per risolvere la questione.

Ma sul conto della famiglia Tripodi intervengono soprattutto le dichiarazioni concordanti di diversi collaboratori di giustizia, a cominciare proprio da Fondacaro, medico e imprenditore assai inserito nelle dinamiche criminali gioiesi. Questi dichiara che Antonio Tripodi era il punto di riferimento per chi doveva contattare i fratelli Giuseppe e Domenico Piromalli, nonché il rappresentante nell'interlocuzione con la cosca Mancuso di Limbadi. Ma sul conto di Tripodi riferisce anche un altro collaboratore, Antonio Russo, che afferma come i Tripodi (Antonio, Franco e Fabiano) fossero espressione di Giuseppe Piromalli, detto "Facciazza", sul territorio gioiese, tanto da essere considerati "la bocca e le orecchie" di questi, e per tale motivo "tengono in pugno" la sanità calabrese; in particolare Antonio Tripodi sarebbe l'esecutore delle direttive impartite dal carcere da Giuseppe e Antonio Piromalli, nonché il referente della cosca nell'ASP di Gioia Tauro; i Tripodi avrebbero anche riciclato il denaro dei Piromalli e avrebbero rapporti, per conto di questi, con altre famiglie di 'ndrangheta, ossia i Grande Aracri di Cutro e le cosche del vibonese. E del ruolo (e dell'influenza) dei Tripodi sull'ospedale di Gioia Tauro parla anche un altro collaboratore un tempo pienamente inserito nell'organigramma della 'ndrangheta locale, quel Pietro Mesiani Mazzacuva, imprenditore attivo proprio nel settore sanitario. 

Antonio Tripodi vanta, inoltre, rapporti con Giovanni Copelli, cognato di Giuseppe Piromalli cl. '21 e capo dell'omonima famiglia mafiosa, posto agli arresti domiciliari in data 9.11.2017, dal quale viene immediatamente convocato appena uscito dal carcere.

E pienamente inserito in tali dinamiche sarebbe il rampollo della famiglia, Fabiano Tripodi, quello su cui i pm Gaetano Paci e Giulia Pantano raccolgono maggiore materiale, anche intercettivo, per quanto concerne i rapporti con la 'ndrangheta. Fabiano Tripodi, dopo l'esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse nel procedimento "Provvidenza", avrebbe inoltre celato, a dispetto del recente passato, i rapporti con i membri della famiglia Piromalli (in particolare con Giuseppe Piromalli cl. '81 e Vincenzo Catananti, rispettivamente fratello e braccio desto di Gioacchino Piromalli, detto "l'avvocato"), per il pericolo di essere oggetto di captazione, come dimostrato dalla risposta piccata data alla moglie, la quale gli chiede di soggetti interessati dall'operazione "Cumbertazione".