Il giornalista e fotoreporter Golia: "Allo steward dico: abbracciamoci in campo per essere insieme testimoni contro i soprusi"

golia2"Dopo giorni di esposizione mediatica che proprio non volevo ed immaginavo, torno al mio lavoro di giornalista e di photoreporter. Il senso della mia denuncia va in una sola direzione: nessuno deve essere vessato o preso di mira da un'altra persona, specie se questo già nella vita deve far i conti con un destino segnato. Ringrazio la tanta gente comune, in particolare ragazzi, che sui social da tutta Italia hanno fatto un tam tam mediatico che non immaginavo minimamente". Lo scrive il giornalista e fotoreporter Pasquale Golia, dopo i fatti accaduti allo stadio "Marulla" di Cosenza, dove è stato fatto oggetto – ha denunciato – di discriminazione e dileggio per il suo aspetto fisico da uno steward, che è stato successivamente sospeso dalla società rossoblù.

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"Il protagonista non sono stato io ma il principio che, nello sport, ma soprattutto nella vita, non c'è spazio per i prepotenti, specie nei confronti dei più deboli. In questo tentativo di battaglia comune, debbo ringraziare il Cosenza calcio per la presa di posizione immediata ma anche le Istituzione regionali e locali, come il Comune di Cosenza, con il sindaco Franz Caruso; ma anche l'Assessore regionale al welfare Gianluca Gallo ed il sindaco della mia città, Cassano All'Ionio, Giovanni Papasso. Così come l'USSI e l'Ordine dei Giornalisti della Calabria. Un messaggio comune che va oltre le distinzioni politiche o di ruolo e che deve coinvolgere tutti.

Non nascondo, però, anche una piccola amarezza, qualcuno invece di cogliere l'occasione per costruire una rete anti-bullismo ne ha approfittato per lanciarmi qualche frecciatina a discredito e me ne rammarico perché non sono in cerca di notorietà. Faccio il mio lavoro onestamente su palcoscenici, o teatri dei sogni come li chiamo io, importanti, come può essere un'Olimpiade, il Giro d'Italia o il Tour de France per regalare con il mio lavoro emozioni e non potrei chiedere di più bello, specie dopo i sacrifici fatti per arrivarci (ne ho dovuti fare per quattro poichè ho dovuto anche combattere lo scetticimo di taluni sempre per il mio aspetto fisico). Già questo rispedisce al mittente qualsiasi tentativo di oscurare il mio messaggio ma non importa, gurdiamo avanti.

Badate, io ho parlato di condotte irriguardose già dalla scorsa stagione, vi confesso un'altra verità: Io di natura, ho anche la preoccupazione dell'altro: ad inizio stagione sono andato da questo signore ed io ho chiesto io scusa a lui per le sue continue vessazioni, che sia chiaro non riguardavano le mie condotte in campo durante il mio lavoro, ma si concentravano sulla mia vita privata e sul mio lavoro, e sono pronto al confronto fino a prova di smentita.

Il mio intento era diverso, io che ho avuto la seconda opportunità grazie al racconto sportivo, volevo vivere serenamente in un campo di calcio, rispettandoci reciprocamente.

Dispiaciuto per tutto quanto accaduto e sono sicuro lo sarà anche il povero steward, sono fin da ora pronto e disponibile a stringere nuovamente la mano ed allo steward ed ad abbracciarci, in quello stadio che può essere il teatro dei sogni di tutti e due, e di una città, Cosenza, che ha mostrato grande civiltà. ce lo impone lo sport ma soprattutto la vita".