Settore turismo, Confapi Calabria: "Chiediamo urgentemente un tavolo istituzionale"

"Siamo ormai arrivati quasi al punto di non ritorno. Tanto, il Settore del Turismo sta sprofondando in una crisi oltre ogni misura sostenibile. La pandemia e le conseguenze dei provvedimenti indirizzati al contenimento de contagi, in parte, stanno producendo effetti collaterali fuori controllo, andando a distruggere un tessuto economico come quello turistico già in ginocchio a causa di due anni di sosta forzata". Lo afferma in una nota Giovanni Giordano, Presidente Confapi Turismo Calabria.

"Le aziende turistiche calabresi, con gli imprenditori, i lavoratori e le famiglie che vivono del reddito prodotto da queste imprese, non ne possono più di vedere una sezione cardine e trainante l'intera economia regionale morire lentamente. Se l'Italia è un paese a vocazione turistica - ancor di più - lo è la nostra regione, che non ha importanti insediamenti industriali come altre aree del paese. Invece, con 800 km di bellissime coste, con i beni paesaggistici e culturali di grande prestigio, con le tradizioni millenarie, con l'eccellente e sana gastronomia e con la profonda cultura dell'accoglienza, la nostra Calabria, può e deve puntare su un importante e sostenibile piano di sviluppo turistico". 

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"Chiediamo - dunque - alla politica regionale - conclude Giordano - al Governatore Occhiuto, all'Assessore Orsomarso di porre, con forza e determinazione, il Turismo al centro del dibattito e dell'azione politica, partendo innanzitutto dal sostegno immediato al tessuto imprenditoriale senza il quale non ci potrà essere nessuna progettualità turistica seria. Come filiera del Turismo della Confapi Calabria e come Movimento Autonomo delle Agenzie di Viaggio Italiane, siamo totalmente disponibili a dare il nostro contributo alla politica e, a tal proposito, chiediamo urgentemente la convocazione di un tavolo istituzionale. Inoltre, invitiamo tutte le associazioni di categoria delle imprese e dei lavoratori del settore ad unirsi a noi in questo grido di dolore che speriamo giunga a chi di dovere."