Relazione DCSA, ruolo egemone della ‘Ndrangheta sul traffico di droga: primato della cocaina

dcsa logoMassiccia presenza della criminalità organizzata nel traffico di droga, con la 'Ndrangheta in una posizione dominante ma anche un rinnovato interesse da parte di Cosa nostra e la capacità della camorra di mediare con altre organizzazioni straniere. Il quadro emerge dalla Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga, organismo interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza.

"L'esame del narcotraffico nella sua dimensione associativa conferma, anche per il 2020, che la criminalità organizzata continua a trovare nel traffico degli stupefacenti la sua più remunerativa fonte di finanziamento - si legge nella Relazione - Il narcotraffico è ancora "il principale motore di tutte le attività illecite svolte dai grandi sodalizi criminali", nella consapevolezza che i suoi utili non solo sono di gran lunga i più rilevanti, fra quelli generati da qualsiasi altra attività umana sia lecita che illecita, ma rappresentano anche il più agevole sistema di auto-finanziamento per consentire lo svolgimento di ulteriori attività criminali.

Gli straordinari margini di profitto, che derivano dalla droga - rileva la Dcsa - hanno spinto le più agguerrite reti criminali internazionali a gestire i traffici illeciti attraverso imponenti strutture organizzative e logistiche, nonché ad impegnare notevoli capitali per finanziare la continuazione e l'espansione delle attività". In questo senso "la globalizzazione ha favorito una più stretta interazione fra gruppi criminali operanti in aree e continenti diversi ed appartenenti a culture eterogenee".

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"Da un lato, le tradizionali organizzazioni criminali si sono saldate in joint venture transnazionali, che assicurano la produzione e l'approvvigionamento dalle aree di produzione fino ai mercati di consumo"; dall'altro, "le condizioni geopolitiche, economiche e sociali nelle diverse regioni del mondo hanno differenziato l'operato e i comportamenti dei gruppi criminali locali, che hanno progressivamente assunto modelli organizzativi più flessibili e dinamici, strutturati 'in senso reticolare', divenendo aggregazioni poliedriche non più ancorate solo al territorio o ai fattori subculturali di riferimento".

In questo complesso scenario, si rafforza il ruolo egemone della 'Ndrangheta calabrese, che "ha conservato una posizione privilegiata nei circuiti globali del narcotraffico, grazie alla presenza di propri segmenti e broker operativi, stabilitisi nei luoghi di produzione e nelle aree di stoccaggio temporaneo delle droghe, non solo sul territorio nazionale, ma anche a livello europeo, con particolare riguardo all'Olanda ed alla Spagna".

Le informazioni a disposizione della Direzione confermano "la stabilità dei collegamenti della' Ndrangheta, funzionali alla gestione del narcotraffico, con componenti di Cosa Nostra, della Camorra, delle organizzazioni criminali pugliesi, nonché con compagini criminali straniere". Cosa Nostra, in particolare, spiega ancora la Relazione "mostra un rinnovato interesse alla gestione del narcotraffico, evidenziando una persistente vitalità, grazie a una capacità di adattamento ai mutamenti di contesto e a un approccio pragmatico al redditizio business criminale. In relazione alle sempre crescenti esigenze di 'mantenimento' degli organici degli affiliati, buona parte dei quali è sottoposta alla detenzione carceraria, espressioni qualificate di appartenenti di Cosa Nostra hanno tentato di recuperare un ruolo di primaria importanza nel traffico delle sostanze stupefacenti. Anche la Camorra "ha proseguito nelle attività di importazione di stupefacenti, sfruttando le proprie basi operative poste in altri paesi Europei, come la Spagna e l'Olanda. Più di altri, ha saputo mediare e collaborare con altre strutture di matrice straniera, espandendo il proprio raggio d'azione in campo internazionale, soprattutto nei Paesi dell'est Europa".

Le organizzazioni criminali pugliesi, poi, "avvantaggiate dalla posizione geografica sul territorio, a ridosso della sponda balcanica, sono risultate pienamente inserite nella gestione del narcotraffico sulle rotte provenienti dall'Albania".

Nel 2020, anche le strutture criminali di matrice etnica hanno continuato a sviluppare una sempre maggiore capacità e autonomia operativa nella gestione del traffico degli stupefacenti, fino alla distribuzione al dettaglio in molte regioni del territorio nazionale. Tra le organizzazioni straniere, evidenzia la Dcsa, "è sempre crescente il coinvolgimento delle consorterie riconducibili ai cartelli balcanici, kosovaro-albanesi, nordafricani e sudamericani, in particolare colombiani, messicani e dominicani, nonché quelli nigeriani, i quali, nel loro complesso, sfruttano le comunità etniche insediate nel nostro Paese e in altri dell'Unione Europea, godendo del supporto di una ramificata ed efficace struttura logistica".

"Le evidenze investigative hanno continuato ad indicare come la capacità criminale di tali sodalizi si manifesti con modalità diverse nelle regioni meridionali, ove operano in una posizione subordinata rispetto alle compagini criminali autoctone, rispetto alle regioni centrosettentrionali, dove, invece - si legge ancora - hanno progressivamente acquisito un tale grado di indipendenza, da conquistare, in alcune aree urbane, una posizione dominante, soprattutto nelle attività di spaccio degli stupefacenti".

(Adnkronos)