La povertà dei bambini e il futuro che verrà

bambiniGRETALORIMERdi Daniela Liconti (foto Greta Lorimer) - In questa Italia, un milione di minori vivono in povertà assoluta e 3 milioni e 500 mila sono a rischio esclusione, per la gran parte al Sud. Un dato allarmante che emerge dal recente rapporto di Save the Children Italia onlus su cui è necessario riflettere ma soprattutto agire in fretta. Il mondo adulto impone una direzione sconsiderata al futuro dei nostri figli e la politica deve farsi carico delle necessità educative dei minori, assicurando servizi e strumenti anche per compensare le carenze familiari. Dare ai piccoli gli strumenti idonei significa fare la differenza tra una vita segnata dal disagio e la possibilità ragionata di scelte consapevoli.

"Finora ci si era occupati soprattutto della povertà economica di bambini e adolescenti, ma esiste una povertà altrettanto insidiosa e sottovalutata che è la povertà educativa, per la quale Save the Children ha lanciato la campagna Illuminiamo il Futuro", dichiara Valerio Neri, direttore generale STC.

"La povertà educativa è la privazione per un bambino e un adolescente della possibilità di apprendere, di sperimentare le proprie capacità, di sviluppare liberamente i propri talenti e aspirazioni. È una deprivazione che spesso coincide con quella economica e può compromettere pesantemente non solo il presente ma anche il futuro di un bambino, che rischia di ritrovarsi, una volta adulto, ai margini della società e del mondo del lavoro. Per questo riteniamo che i bisogni educativi di ogni bambino siano da considerarsi, a tutti gli effetti, come bisogni primari e che la lotta alla povertà educativa debba divenire una priorità".

"Per la prima volta Save the Children ha misurato la povertà educativa redigendo un Indice con 14 indicatori. I risultati danno una fotografia su base regionale che conferma una situazione molto grave, in cui i servizi e le agenzie educative risultano incapaci di offrire ai bambini - in particolare a quelli che provengono da contesti difficili - competenze ed esperienze indispensabili per la loro crescita. Ne consegue che lo svantaggio si trasmette di generazione in generazione e i problemi si amplificano, come attestano le percentuali estremamente elevate di dispersione scolastica soprattutto nelle regioni del Sud" - spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.

Stando al nuovo Indice di Povertà Educativa (IPE) di Save the Children, al primo posto nella lista delle regioni italiane è la Campania, in relazione all'intensità e ampiezza del deficit dell'offerta e disponibilità di servizi/opportunità educative per bambini e adolescenti, seguita dalla Calabria, dove solo 2,5% bambini su 100 sono presi in carico dagli asili pubblici - contro il 26,5% dell'Emilia Romagna – quando l'obiettivo minimo stabilito dalla Ue è il 33%.

Il tempo pieno a scuola non raggiunge in nessuna regione italiana il 50%, ma oscilla tra il 47% della Lombardia e il 6,5% delle scuole primarie in Campania. Rimanendo nell'ambito, notevole il tasso di dispersione scolastica, che vede l'Italia ancora molto lontana dalla soglia europea del 10%.
"Garantire il tempo pieno e servizio mensa per tutti", spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia "significa non solo dare a tutti l'opportunità di rafforzare le competenze dei bambini, ma anche sottrarli al rischio di coinvolgimento in circuiti illegali e supportare le famiglie in situazione di povertà."

La deprivazione educativa non riguarda solo la scuola ma anche altri aspetti di vita dei minori: in Calabria meno del 32% dei bambini e adolescenti fa sport continuativamente, solo il 12% ha visitato un monumento nell'ultimo anno e la percentuale scende se si parla di letture e partecipazione al teatro.

In Friuli Venezia Giulia - che secondo l'Indice di povertà educativa è la regione con la più "ricca" nell'offerta di servizi e opportunità di formazione per i minori - si distingue per numero di bambini che legge (il 75,7% ha letto almeno un libro nell'ultimo anno), che fa sport (il 56%), per livelli di dispersione scolastica (11,4%) vicini alla soglia della media Ue, edifici scolastici mediamente in buone condizioni (il 73,2% delle scuole ha certificato di agibilità).

"È necessario spezzare il circolo vizioso delle povertà rinforzando la qualità e quantità di servizi e opportunità educative destinati ai bambini e creando delle "comunità educanti", afferma Neri. "STC ha deciso di raccogliere la sfida e, con la collaborazione di associazioni partner, ha inaugurato i primi Punti Luce a Bari, Gioiosa Jonica, Catania, Palermo e Genova. Sono spazi ad alta densità educativa che sorgono in quartieri svantaggiati, all'interno dei quali i bambini possono rafforzare le proprie competenze e conoscenze ma anche scoprire le proprie inclinazioni e il proprio potenziale, attraverso il gioco, laboratori artistici e musicali, uso delle nuove tecnologie. Il Punto Luce opera in sinergia con i servizi sociali e le scuole del territorio che contribuiranno a individuare i bambini a cui verrà assegnata la Dote Educativa".

"Attraverso la campagna Illuminiamo il Futuro, Save the Children intende appellarsi anche al governo affinché siano messe in atto alcune misure cruciali per contrastare la povertà educativa. È fondamentale migliorare la raccolta e circolazione dei dati relativi ai percorsi educativi, completando l'Anagrafe scolastica con informazioni sull'iter educativo e familiare del minore. E fare investimenti mirati nelle aree in maggiore povertà educativa e con i più alti tassi di dispersione scolastica, verificando scrupolosamente l'impatto degli interventi."

E ancora, la spesa destinata all'infanzia deve essere necessariamente considerata un investimento sul capitale umano."