“Potentati economici e falsa immagine di sindaco antimafia grazie al tritolo”: Sarra racconta come Scopelliti avrebbe costruito il “Modello Reggio”

sarra alberto500di Claudio Cordova - C'è un prima e un dopo e quell'evento è senza dubbio lo spartiacque. Il ritrovamento del tritolo (senza innesco) nei bagni di Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria nell'autunno del 2004. Fino a quel momento, l'allora sindaco, Giuseppe Scopelliti, viveva una fase di grande difficoltà politica, ma anche di contestazione da parte della cittadinanza. Da quel giorno, tutto cambiò, con il percorso che porterà Scopelliti alla rielezione nel 2007 (con il 70% delle preferenze) e poi l'arrivo alla carica di governatore, prima di finire in carcere in seguito alla sentenza definitiva sul "Caso Fallara".

Quel periodo viene ricostruito da Alberto Sarra, ex sottosegretario regionale, oggi imputato nel maxiprocesso "Gotha", perché ritenuto strumento attraverso cui la masso-'ndrangheta comandata dall'avvocato ed ex parlamentare, Paolo Romeo, avrebbe infiltrato le istituzioni. Una circostanza che l'imputato ha negato più volte nel corso delle diverse udienze in cui sta deponendo davanti al Collegio presieduto da Silvia Capone: "Se c'è una cosa – una cosa sola – in cui Romeo mi ha mai favorito, sono disposto a essere reo confesso". Sarra risponde alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e ricorda la grande querelle tra l'Amministrazione e l'allora assessore ai Lavori Pubblici, Franco Germanò, che, secondo quanto ricostruito da Sarra, sarebbe entrato in conflitto con l'onnipotente dirigente comunale Marcello Cammera (anch'egli oggi alla sbarra) e, quindi con lo stesso Scopelliti, fino ad arrivare all'estromissione dalla Giunta: "Un fatto unico – ricorda Sarra – non solo perché Germanò stava cercando di portare un cambiamento in un settore così delicato, tanto da ricevere anche minacce e l'incendio dell'auto, ma anche sotto il profilo politico, in quanto Germanò era un assessore che prima ancora era stato eletto in consiglio comunale e che, per di più, era di Alleanza Nazionale, lo stesso partito di Scopelliti".

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Ma quelli sono anni intensi e difficili anche sotto il profilo politico.

Tutto avviene a ridosso delle elezioni europee del 2004, quando cambiano gli equilibri: "Non era più Maurizio Gasparri ad avere maggiore consenso, ma Gianni Alemanno" ricorda Sarra. La lotta è tutta interna ad Alleanza Nazionale e lo scontro va in scena in alcune riunioni tenutesi a Roma alla presenza del leader di AN, Gianfranco Fini: "Così, Fini commissaria il partito sia a livello provinciale, che a livello regionale". Scopelliti, quindi, si vede crollare il terreno sotto i piedi, anche nella componente politica di cui era stato fino a quel momento l'astro nascente, anche con importanti ruoli come presidente del consiglio regionale e assessore regionale al lavoro.

Ma quel ritrovamento nei bagni di Palazzo San Giorgio, cambia tutto.

E Sarra dà una chiave di lettura abbastanza precisa: "Da quel momento Scopelliti si ritaglia un ruolo da sindaco antimafia, ma non era assolutamente così, dato che era Germanò che lavorava al cambiamento". Secondo il politico oggi imputato per reati di 'ndrangheta, Germanò avrebbe tentato di togliere alcune incrostazioni da un settore notoriamente di grande appetito per le mafie, ma avrebbe trovato il muro di Cammera e di Scopelliti: "Verrà isolato e delegittimato e poi estromesso dalla Giunta" aggiunge Sarra. Insomma, Sarra non lo dice così chiaramente, ma il senso sembra chiaro: "Il tritolo doveva far emergere la figura di Scopelliti come quella di un soggetto che riceveva minacce per il suo operato, ci fu anche una manifestazione pubblica di sostegno".

Da lì, Scopelliti spiccherà il volo.

E in questo caso Sarra è ancora più chiaro, non dandosi pace di essere lui e soltanto lui alla sbarra per i suoi rapporti con Romeo. Quando invece Scopelliti avrebbe controllato Alleanza Nazionale, anche attraverso il fedelissimo avvocato Franco Zoccali, che per un lungo periodo riuscirà ad associare il ruolo di referente provinciale di AN, con l'importante ruolo di capo di Gabinetto del sindaco Scopelliti: "Così si controllava la macchina amministrativa, ma anche le dinamiche politiche dato che si poteva incidere, per esempio, anche sulla formazione delle liste".

Chi avrebbe inciso – e parecchio – pur rimanendo nell'ombra, sarebbe proprio Paolo Romeo: "Fu determinante nelle elezioni provinciali e comunali del 2002" afferma Sarra. Alla Provincia, vincerà Pietro Fuda, notoriamente legato a Romeo, mentre Scopelliti diventerà sindaco di Reggio Calabria, battendo Demetrio Naccari Carlizzi, dopo la prematura scomparsa di Italo Falcomatà. E per Sarra, in entrambi i casi, il percorso sarebbe stato tracciato da Romeo. Così, dunque, sarebbe nata e proseguita quella stagione politica nota come "Modello Reggio", perché, dice Sarra, "dietro Scopelliti c'erano potentati economici, che io ho denunciato già a partire dal 1997".

Quali?

Sarra li individua: gli imprenditori Carlo Montesano, Pino Benedetto e Lillo Foti, ma non solo. Anche la componente privata della Multiservizi – diversi i riferimenti agli imprenditori Michelangelo Tibaldi e Pietro Cozzupoli – ma anche la Edilprimavera del boss Matteo Alampi, che era azienda fornitrice della Multiservizi, una delle società miste (insieme alla Leonia) sciolta per infiltrazione della criminalità organizzata e tra le motivazioni principali dello scioglimento del consiglio comunale reggino, avvenuta nel 2012 per contiguità con la 'ndrangheta. Perché, dice Sarra, "una ricostruzione di quanto avvenuto in questa città non può prescindere dal Decreto Reggio e dalle società miste".

E la deposizione dell'imputato, non è ancora finita...