Locri (RC), il baritono turco Cuneyt Unsal in scena ne “L’elisir d’amore”

Il 25 e il 27 luglio, alle ore 21.00, presso la Corte del Comune di Locri, andrà in scena "L'elisir d'amore" di Gaetano Donizetti che apre il Locri Opera Festival, frutto della sinergia fra il Città di Locri, l'Associazione Traiectoriae, l'Orchestra e il Coro del Teatro Cilea di Reggio Calabria. Sul podio dell'Orchestra vi sarà il M. Alessandro Tirotta mentre la messinscena dell'opera è affidata a Franco Marzocchi, coadiuvato da Annunziato Gentiluomo.
Tra i solisti, sostenuti dal Coro del Teatro Cilea, istruito dal M. Bruno Tirotta, vi sarà Cuneyt Unsal che vestirà i panni di Belcore. Lo ha intervistato l'associazione Traiectoriae.

Come pensa di interpretare e rendere il personaggio di Belcore?
"Il personaggio di Belcore è uno dei personaggi base della Commedia dell'arte, al pari di altri, fra cui Pantalone, Bartolo, Innamorato, Dottore. Lui è il soldato! Rappresenta soprattutto il Teatro all'Italiana. Belcore è pieno di sé e a volte il suo narcisismo lo fa diventare ridicolo. Nella sua cabaletta Come Paride vezzoso, afferma di essere più glorioso e felice del principe troiano, capace di far breccia nel cuore di tutte le donne. Le sue parole sono proprio "son galante, son sergente; non v'ha bella che resista alla vista d'un cimiero; cede a Marte, iddio guerriero, fin la madre dell'amor" che denotano la sua spavalderia. Comunque è un vero divertimento interpretarlo soprattutto quando interagisce con Adina e Nemorino. Ci vuole una verve teatrale evidente e soprattutto un mix di qualità per caratterizzarlo al meglio".

Quando e in che modo ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel mondo della lirica?
"Dopo aver lavorato al Teatro della mia città natale Smirne come cantante solista stabile, nel 2004 sono venuto a fare il Biennio al Conservatorio di Venezia. Poco dopo il mio arrivo sono entrato nella lista d'artista di un agente lirico ed è iniziato il mio percorso artistico in Italia, in altri paesi d'Europa e Asia. Mi sono stabilito nel paese dei miei sogni, l'Italia, dove ho fatto la famiglia e vi vivo da quindici anni".

Fino ad oggi dove ha potuto portare la sua arte?
"Sicuramente in tutta l'Italia, in Paesi Europei come Germania, Francia, Olanda, Svizzera, Svezia, Norvegia, Lituania e facendo parte dell'Ensamble Giordano in altri paesi fuori d'Europa. Abbiamo inciso due cd, uno è intitolato "All'Opera dopo L'Opera" e l'altro è "Le Canzoni di Ludwig" pubblicato dalla rivista prestigiosa "Amadeus". Con Ensamble Giordano abbiamo fatto tanti concerti in parti fantastiche del Medioriente e dell'Asia, tra i quali Seoul, Tel Aviv, Haifa, Istanbul, Smirne, Bombay, Pune, Calcutta, e in Italia e in Europa".

--banner--

Dalla Turchia all'Italia. Un viaggio obbligato per affermarsi come artista?
"A mio parere, l'artista non deve appartenere a nessuna parte e né deve avere una nazionalità specifica. Io mi sento un artista del mondo.
Ma sicuramente l'Italia e l'Opera Italiana sono molto importanti per un cantante lirico. Questo paese meraviglioso mi ha dato tanto. Ho imparato molto e continuo ancora imparare. Per cui insieme a mia moglie, il Soprano Angela Matteini, abbiamo fondato un'accademia lirica di alto perfezionamento, Opera Italiana Academy (www.operaitalianaacademy.com) in Turchia per poter portare gli artisti Italiani di fama internazionale al mio paese natale e insegnare ai neo-artisti turchi come cantare veramente all'Italiana. Cantare sul fiato, curare l'interpretazione e sapere usare la lingua Italiana che è fondamentale per un cantante. L'italiano è la lingua del Teatro. In tutto il mondo, in Teatro si parla Italiano".

In generale cosa può dirci della tradizione operistica in Turchia?
"Sinceramente devo dire che la maggior parte dei compositori non riescono superare la sola "matematicità" nella loro musica. Purtroppo cercano sempre la scienza nelle loro composizioni e questo rende le loro opere noiose e stancanti. L'unico compositore è Selman Ada che riesce a comporre "con il cuore" mischiando la musica modale turca con la classica occidentale, anche grazie agli studi compiuti in Europa. Da questo mix viene fuori una meraviglia".

Cosa ci può dire della sua partecipazione al Locri Opera Festival, all'interno del Calabriae Opera Musica Festival e come valuta il progetto nel suo insieme?
"Trovo tutto il progetto molto professionale. Allo staff vanno i miei più sinceri complimenti. A mio avviso, negli ultimi anni, la qualità artistica in Italia si è un po' persa e quindi prendere parte a un Festival così ben fatto e di livello professionale molto altro come il Calabriae Opera Musica Festival per me è un grande piacere. In Calabria è la terza volta che canto. La prima volta fu nel 2010 quando interpretai Marcello ne "La bohème" al Teatro Cilea insieme al mio caro amico Direttore del nostro allestimento de "L'elisir", Alessandro Tirotta che cantava Colline. L'anno scorso sono stato Germont ne "La traviata" a Polistena e quest'anno ritorno con il Belcore, un ruolo frizzante che mostrerà un altro lato di me".