Riace, Maria Spanò: “Difficile ripartire anche dopo sentenza Tar”

spanomariariaceUn paese svuotato. Questo e' oggi Riace, il paese della Locride divenuto noto in tutto il mondo per il progetto di accoglienza e integrazione che vi era praticato fino alla fine dello scorso anno, quando, l'arresto del sindaco Domenico "Mimmo" Lucano - tuttora sottoposto al divieto di dimora a Riace - e l'esclusione dal progetto Sprar deciso dal Viminale, hanno di fatto messo fine all'esperienza. Esperienza, e' la convinzione diffusa in paese, che difficilmente potra' riprendere per come era conosciuta nonostante la sentenza del Tar della Calabria che ha bocciato il provvedimento del ministero dell'Interno riammettendo Riace nei progetti Sprar. Di questo e' convinta anche Maria Spano', assessore uscente della giunta Lucano e candidata a sindaco alle amministrative di domenica prossima.

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"Tornare agli albori - dice - non e' piu' possibile anche per quanto riguarda i progetti Sprar perche' comunque sono stati ridotti tantissimo. Sono stati incentivati i grossi centri di accoglienza, dove c'e' uno sperpero di denaro pubblico perche' i servizi sono ridotti a zero, piuttosto che portare avanti e incentivare un'accoglienza diffusa fatta come era stata concepita a Riace. Tornare con i grandi numeri come e' stato in passato e' impossibile pero' Lucano con 'Citta' futura' e la fondazione a supporto avevano gia' l'idea di continuare sulla strada dell'accoglienza e dell'integrazione anche agganciandosi ai corridoi umanitari pero' con numeri sicuramente piu' limitati". "Poi - aggiunge - bisognera' valutare in seguito, una volta che si definira' tutta la situazione col ministero dell'Interno, perche' vantiamo dei crediti e avendo vinto il ricorso c'e' la possibilita' concreta che lo Sprar eroghi i servizi che gia' sono stati fatti".