Reggio, Caratozzolo e Pronestì (Sul) scrivono a Conte

"Egregio Sig. Presidente,

Lei ha deciso di tenere il Consiglio dei Ministri nella nostra Regione ed a Reggio Calabria, scegliendo, così, di lanciare un messaggio di attenzione al Sud ed alla Calabria. Già nelle settimane precedenti abbiamo assistito all'intervento del Governo per facilitare la definizione delle questioni societarie relative al Porto di Gioia Tauro, premessa indispensabile per l'auspicato rilancio di questa importante e strategica struttura". Inizia così la lettera aperta che il segretario Generale Nazionale SUL Portuali, Daniele Caratozzolo, e Antonio Pronestì, Segretario SUL Nazionale, hanno inviato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

"Tuttavia, pur nella considerazione positiva che ne abbiamo dato e nella speranza che si sia trovata la soluzione perché il Porto torni a movimentare i traffici di pochi anni or sono, converrà con noi che si tratta di una scelta difensiva. Che non vogliamo certo sminuire perché il valore della difesa del posto di lavoro e dell'economia esistente è parte fondamentale del nostro lavoro e della stessa ragione della nostra esistenza e sarebbe ingiusto verso chi si prodiga in questa direzione.

La difesa ed il rilancio del Porto vanno accompagnati ad una politica di sviluppo, di migliore impiego del retroporto e dell'area industriale, di uso di ogni occasione che favorisca la realizzazione di questi obiettivi.

Ad oggi ci sono tre strumenti che vanno messi rapidamente in funzione: lo stanziamento europeo per il completamento di alcune infrastrutture funzionali al Porto, la Zona Economica Speciale (ZES) di cui vanno definiti i presupposti attuativi, e la cosiddetta "Via della Seta" per la quale il Governo ha sottoscritto importanti protocolli con la Repubblica Cinese.

Riteniamo un errore avere escluso il Porto di Gioia Tauro da questo accordo che potrebbe avere importanti ricadute positive e di prospettiva. Con questo non intendiamo stabilire una concorrenza conflittuale con altri porti ed altre aree sul territorio nazionale, perché anch'esse necessitano di un rafforzamento utile all'intera economia nazionale. Non possiamo esimerci, però, dal sottolineare come l'inserimento di Gioia Tauro nella "Via della Seta" potrebbe significare una valida alternativa a porti ed aree di altre nazioni europee al centro del Mediterraneo e con strutture atte ad accogliere i moderni traffici per mare, potrebbe rafforzare il complesso della portualità italiana con una formidabile partnership con uno stato in continua espansione economica. In definitiva, si tratterebbe di aggiungere al lodevole lavoro di salvaguardia del Porto di Gioia Tauro e dei posti di lavoro ad esse connessi, una possibilità concreta e riscontrabile di sviluppo dell'area grazie ad un accordo stipulato con chi ha dimostrato di essere ben propenso ad investimenti corposi in altri Paesi ed anche con una attenzione particolare e giustificata ai porti mediterranei, basti vedere il forte insediamento al Pireo che, pure, manifesta la sua insufficienza strutturale, logistica e geografica.

Pertanto Le chiediamo di voler prendere in considerazione l'ipotesi di inserire Gioia Tauro nei rapporti italo-cinesi non in alternativa, ma in aggiunta e completamento a quanto già stabilito nei protocolli redatti.

Vogliate gradire i nostri saluti".

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