Nel ventitreesimo anniversario della sua uccisione, a Lazzaro una via per ricordare Francesco Giorgino

Il comune di Motta San Giovanni ha scelto proprio la data del 21 febbraio per ufficializzare l'intento di ricordare Francesco Giorgino, marito e padre amorevole di cui la famiglia è stata violentemente privata in questo giorno di 23 anni fa. La Giunta comunale, infatti, su proposta del vicesindaco Rocco Campolo, ha deliberato l'intitolazione a Francesco Giorgino, ucciso il 21 febbraio del 1996 a Lazzaro, della piazza sita a conclusione di via Anna Magnani. Anche la collocazione della piazza non è casuale poiché si trova alla fine della via Magnani, dove Francesco Giorgino ha vissuto con la sua famiglia e dove la moglie, Domenica Diano, ha poi continuato ad abitare con i due figli e ancora vive.

"L'Amministrazione comunale ha manifestato formalmente l'intenzione di voler ricordare per sempre il sacrificio di un uomo perbene. La delibera sarà adesso trasmessa alla Prefettura di Reggio Calabria ed acquisterà efficacia solo dopo il visto di approvazione del Prefetto", si legge nella nota stampa diffusa dalla stessa Amministrazione.

"Siamo particolarmente grati al sindaco Giovanni Verduci, al vicesindaco Rocco Campolo e a tutta la Giunta comunale per l'affetto, l'attenzione e la grande sensibilità dimostrati in questa circostanza alla nostra famiglia e speriamo che questo possa costituire anche un ulteriore monito per ottenere la giustizia finora negata e che da allora rivendichiamo", ha commentato con commozione, la moglie di Francesco Giorgino, Domenica Diano.

Pugliese, originario di Cerignola in provincia di Foggia, Francesco Giorgino era venuto in Calabria per seguire Domenica, la sua futura moglie che aveva conosciuto a Milano e di cui si era subito innamorato. La Calabria era diventata subito anche la sua terra per il mare e per l'amore che ad essa lo aveva condotto. Qui era diventato padre di Annamaria e Salvatore Maurizio e aveva aperto un'officina a Lazzaro, comune di Motta San Giovanni, dove abitava. Viveva per la sua famiglia. Una vita serena stroncata violentemente nel pomeriggio del 21 febbraio 1996. Francesco Giorgino aveva solo 40 anni. In pochi minuti per un litro d'olio non consegnato, perché non nella sua disponibilità, la sua vita fu brutalmente interrotta.

Giovanni Scappatura, per altro all'epoca sorvegliato speciale, interpretò quello come un torto ed ebbe la libertà di regolare di persona e indisturbato, prendendo una pistola nella sua abitazione, accanto all'officina, e recandosi armato nell'officina per uccidere chi, secondo lui, aveva osato sfidarlo non dandogli l'olio che aveva mandato a chiedere. Un dolore senza fine. Una vicenda assurda aggravata dalla persistente e ancora attuale latitanza del responsabile.

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Oggi Francesco Giorgino sarebbe stato nonno di quattro splendidi nipoti. Il più grande di 11 anni porta il suo nome ed è fratello di due gemelli Christian e Damiano, che compiranno 7 anni a maggio, tutti e tre figli di Salvatore Maurizio. Anna Maria, anche, è diventata mamma 14 mesi fa della piccola Desy.

Da qualche anno pure il nome di Francesco Giorgino è tra quelli da non dimenticare che Libera ricorda il 21 marzo in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno per le vittime innocenti delle mafie. Con altri familiari, profanati negli affetti più cari e sacri, marciano anche Domenica Diano, moglie di Francesco Giorgino, e figli Salvatore Maurizio e Annamaria e le loro famiglie. Marciano nel ricordo e alla ricerca di una giustizia ad oggi ancora negata.