Reggio, zoom dell’Ordine dei Medici su malattia venosa cronica e linfedema

"Management della malattia venosa cronica e del linfedema nella pratica clinica": è stato questo il tema di una giornata di studio promossa dall'Ordine dei Medici di Reggio Calabria con il patrocinio della Società Italiana di Angiologia e patologia vascolare.

«La malattia venosa cronica – ha spiegato in apertura Antonino Zema, coordinatore della Commissione formazione ed aggiornamento dell'Ordine – è una patologia che colpisce prevalentemente le donne ed in particolari circostanze come la gravidanza, durante l'assunzione di pillole anticoncezionali o nei casi di sovrappeso. Il linfedema, invece, è una patologia ancora poco conosciuta pure fra i medici».

Il Presidente dell'Ordine, Pasquale Veneziano, nel porgere i saluti di rito, è tornato sul tema delle aggressioni ai medici, annunciando l'imminente iniziativa, che coinvolgerà tutti gli ordini calabresi in quel di Crotone.

«L'evento che si svolgerà il prossimo 19 ottobre a Crotone, dinnanzi ai massimi rappresentanti della Federazione Nazionale – ha sottolineato Veneziano – sarà soprattutto l'occasione per fare delle proposte, a livello regionale, che uniscano tutte le province in una strategia comune a difesa dei medici che, sempre più spesso, nella nostra regione, sono oggetto di aggressioni ed intimidazioni. E', infatti, necessario individuare delle forme di tutela adeguate per i medici che, in questo momento storico, sono sotto attacco».

Ideatrice dell'iniziativa Ornella Manferoce, angiologa, che ha evidenziato che lo scopo principale dell'evento consiste nel migliorare il percorso diagnostico-terapeutico del paziente.

«La presenza di cultori della materia – ha puntualizzato Ornella Manferoce – ci ha permesso di focalizzare nuovi percorsi diagnostico-preventivi, attualità terapeutiche nel trattamento delle varici come la scleromousse che può sostituire il trattamento chirurgico con grande vantaggio in termini di benessere e di costi. Inoltre, si è posta l'attenzione sulle ulcere venose che rappresentano il 70% delle ulcere vascolari con alti costi sociali che possono portare disabilità progressive nonché riduzione della capacità lavorativa. Infine, il linfedema rappresenta una patologia con 40 mila nuovi casi all'anno in Italia. A tal riguardo va evidenziata la bontà del lavoro che sta portando avanti il reparto di medicina nucleare degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria attraverso un esame diagnostico, completamente a carico del sistema sanitario nazionale, ovvero la linfoscintigrafia, gold standard nella diagnosi del linfedema».

Per Giuseppe Zampogna, Vicepresidente dell'Ordine dei Medici e moderatore di una delle sessioni «una diagnostica appropriata è fondamentale per giungere ad una precisa diagnosi e, conseguentemente ad un trattamento chirurgico o medico-conservativo adeguato grazie alla novità dell'emodinamica».

Antonino Marsico, referente regionale dell'associazione "Sos Linfedema" ha evidenziato come «questo gruppo si preoccupa di tutelare i pazienti che soffrono di questa patologia favorendo, al contempo, la creazione di protocolli condivisi su scala nazionale».

«La nostra associazione – ha aggiunto Marsico – si è battuta sia per il riconoscimento del linfedema quale malattia rara sia per la realizzazione delle linee guida; obiettivi entrambi raggiunti».

"Observatio atque ratio": è stato questo il motto del prof. Giuseppe Andreozzi che ha tenuto, quindi una letcio magistralis, alla platea, sulla malattia venosa cronica raccomandando ai medici l'importanza della visita e dell'osservazione a carpire segni e sintomi di questa patologia.

«Abbiamo un'arma in più per migliorare e guarire i pazienti che sono affetti da vene varicose o da malattia venosa cronica che, purtroppo, sono molto invalidanti – ha affermato l'angiologo Gianluigi Rosi – La scleromousse teleguidata è una tecnica messa a punto nel 2000 che ci consente, senza intervenire chirurgicamente, ma con sistemi di sclerosi chimica ecoguidata, di ridurre ed asciugare una vena dilatata e varicosa agli arti inferiori e che, quindi, crea un danno alla gamba».

Per Giuseppe Roscitano, chirurgo vascolare «nella rivascolarizzazione chirurgica ed endovascolare dei pazienti con ischemia critica ed ulcere ischemiche, oggi si tende ad essere meno invasivi possibile grazie a dei dispositivi che ci permettono di curare con l'angioplastica mentre, solo nei casi più difficili, è necessario ricorrere al bypass periferico con vena safena».

Domenico Mingaldi, presidente regionale della Società Italiana di Angiologia e patologia vascolare, relazionando su "diagnostica vascolare ed emodinamica in flebologia", ha rimarcato l'importanza della prevenzione e dell'uso della calza elastica.

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In veste di relatori sono intervenuti, inoltre: Pasquale Iacopino, Angela Conti, Anastasio Palmanova, Pietro Volpe, Concetta Minacapelli, Francesco Calcopietro, Michele Calogero, Loredana Pilegi, Soccorsa Morano, Giuseppe Polimeni, Marco Riggio. A moderare le sessioni, poi, si sono alternati: Maria Gabriella Iovane, Michele Rendace, Vincenzo Carabetta e Sergio Monaco.

L'incontro si è concluso con un corso pratico di bendaggio elastocompressivo.