[FOTOGALLERY] Se il blocco operatorio del Grande ospedale metropolitano “fa acqua”…

foto per lhomepagedi Mario Meliadò - Era il 22 agosto scorso, quando vari angoli di Reggio Calabria, dalle 'solite' piazze (inguardabile la zona-Stadio, sommersa come sempre) al MarRc (il Museo nazionale archeologico, costretto a chiudere al pubblico per un'intera giornata) si mostrarono deboli, anzi praticamente indifesi a fronte di una normalissima, per quanto violenta (circa 80 mm di pioggia caduti in poche ore), "bomba d'acqua".

Tra i siti colpiti, il Grande ospedale metropolitano: e un video, rimpallato da un sito all'altro fino ai più popolari social network, mostrò addirittura una delle sale operatorie degli Ospedali Riuniti in cui letteralmente "pioveva dentro" perché alcuni tubi non avevano retto la pressione dell'acqua piovana.

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Ci sono voluti quasi due mesi, ma adesso ilDispaccio.it vi può mostrare qualcosa in più di quelle ore difficilissime per il nosocomio reggino già ben noto come Ospedali Riuniti.

Intanto, per la prima volta salta fuori un'eloquente prova fotografica che la situazione non fu difficilissima in una sala, ma praticamente nell'intero blocco operatorio: la cosiddetta "umidità relativa", che anche nei momenti più caldi dell'estate non deve comunque superare il 60%, ai sensi delle Linee-guida sugli standard di sicurezza e d'igiene sul lavoro (Dpr del 14 gennaio 1997), in realtà nel caso di tutt'e tre le sale operatorie il cui monitoraggio digitale appare fotografato oltrepassava di gran lunga la soglia massima prevista, in un caso sfiorando un 'mostruoso' 100% d'umidità.

{gallery}Sala operatoria allagata{/gallery}

In seconda battuta, la stessa rilevazione ci mostra una situazione "al limite" quanto alla temperatura dell'aria nelle medesime sale operatorie, considerato che la soglia massima tollerabile viene quantificata nei 24 gradi centigradi e in un caso siamo sotto il limite di 0,6 gradi, in altro caso il limite dei 24° risulta già violato (a quota 24,2 gradi Celsius).

Da ultimo, in ambienti che si presuppongono necessariamente sterili, piedini e supporti e rotelle di preziosi strumenti e di tavolini da sala operatoria risultano macroscopicamente corrosi: evidente la presenza di ruggine stratificata, che per aree interessate e spessore non può essere certo frutto di poche ore ma neanche di pochi giorni di particolari precipitazioni (che peraltro s'ipotizza dovrebbero rimanere ben al di fuori di una struttura ospedaliera...), bensì di chissà quanto tempo d'esposizione all'acqua, senza la minima cura dei materiali (non parliamo, per carità, di "manutenzione").

E il tutto all'interno del Grande ospedale metropolitano, anzi: delle sale operatorie, di questo strategico hub ospedaliero calabrese.

foto più importante pagina interna...Certo, però, per molti versi l'immagine che impressiona di più è forse quella che ci mostra il disimpegno che si sviluppa nel cuore del blocco operatorio, con quei lenzuoli verdi distesi per terra a cercare d'arginare in qualche modo l'acqua che incredibilmente continuava a "piovere dentro" la più importante e frequentata struttura dell'Azienda ospedaliera già conosciuta come 'Bianchi-Melacrino-Morelli'.

Quei teli verdi in pochi minuti – come da foto – ridotti come dei cenci inzuppati, pronti a essere strizzati; che ci fanno immediatamente immaginare come sia stato possibile preservare il famoso 'percorso pulito' in condizioni igieniche di questo tipo.