Dominique Suraci condannato a 12 anni di reclusione

suraci dominique500di Claudio Cordova - 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e altri reati finanziari. Questo il verdetto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Dominique Suraci, l'ex consigliere comunale di Reggio Calabria accusato di associazione mafiosa e altri reati nell'ambito del processo "Sistema-Assenzio". Alcuni mesi fa, il pm della Dda Stefano Musolino aveva invocato 30 anni di reclusione accusando il politico-imprenditore di partecipazione alla 'ndrangheta: il Tribunale presieduto da Natina Praticò ha invece riqualificato il reato in concorso esterno.

Complessivamente regge l'accusa nel maxiprocedimento, con cui la Dda reggina tenta di ricostruire le infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore della grande distribuzione. 8 anni e 6 mesi sono stati inflitti, infatti, all'imprenditore Giuseppe Crocè, socio in affari di Suraci, proprio nel settore dei supermercati. Assolti, invece, i figli di Crocè, Barbara e Francesco, così come l'ex compagna di Suraci, Saloua Senia.

Suraci, era imputato sia in qualità di politico negli anni del "Modello Reggio" di Giuseppe Scopelliti, ma anche per il proprio ruolo di imprenditore attivo nei supermercati cittadini.

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Per i soggetti imputati, i reati andavano a vario titolo dall'associazione mafiosa al concorso esterno in associazione mafiosa, passando per il riciclaggio e l'intestazione fittizia di beni. Un processo lunghissimo, scaturito dall'inchiesta curata dal pm Marco Colamonici e culminata dal blitz dell'estate 2012 (in cui Suraci verrà tratto in arresto) e arrivato in aula nel 2013. Ora, a distanza di diversi anni, il processo di primo grado alla conclusione.

Sul conto di Suraci, numerosissime intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché indagini di natura documentale e patrimoniale. Secondo l'accusa, infatti, il politico-imprenditore avrebbe avuto rapporti di affinità e di business con diversi esponenti della criminalità organizzata. Il lunghissimo dibattimento, infatti, si è arricchito anche con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (da ultimi, Enrico De Rosa e Mario Gennaro) che hanno indicato in Suraci un soggetto contiguo alla 'ndrangheta. "Personaggio di elevato spessore criminale, vicino a diverse consorterie della malavita organizzata egemone a Reggio Calabria. Egli non si fa scrupoli di intessere relazioni con i De Stefano - Tegano, I Caridi - Borghetto - Zindato, i Labate e chiunque altro possa essergli di aiuto nella sua scalata al denaro e al potere politico. Si tratta di un personaggio reso ancor più pericoloso da quella che viene intesa come un'apparente rispettabilità, accompagnata da uno spiccato ingegno che gli ha consentito di porre in essere traffici imprenditoriali e speculazioni di notevole importanza, tanto da essere ritenuto per lungo tempo uno dei più brillanti imprenditori del panorama della Città di Reggio Calabria". E' il profilo che il Tribunale Misure di Prevenzione di Reggio Calabria traccia di Suraci, al momento del maxisequestro di beni disposto negli scorsi mesi.

Nell'indagine, oltre a Dominique Suraci, coinvolto sia per la propria attività politica da consigliere della lista "Alleanza per Scopelliti", sia per gli affari effettuati dai propri supermercati, con le aziende Vally e SGS Group, figurano imprenditori piuttosto noti in città, come i De Angelis. Nome di rilievo, tra i ventitré indagati, quello di Mario Giglio, avvocato con un passato in politica e membro della celebre famiglia di cui fa parte anche il giudice Enzo Giglio, condannato definitivamente per i propri rapporti con la famiglia Lampada di Milano. Mario Giglio viene condannato a 4 anni e 6 mesi, così come tutte le persone che rispondevano della vicenda relativa alla bancarotta Vally: Rocco De Angelis e Antonio Cotugno.

Un contesto molto ampio, quello in cui si sarebbe mosso Suraci: nel dibattimento, infatti, sono state toccate le dinamiche che riguardano le cosche più importanti della città. Non è un caso che nel procedimento siano coinvolti soggetti di primo piano ritenuti organici ai Tegano: da Michele Crudo a Carmine e Domenico Polimeni (tutti condannati a 4 anni di reclusione), fino ad arrivare a Pasquale Utano, punito con 6 anni.

Ecco, nel dettaglio, la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria.

Dominique Suraci 12 anni
Vincenzo Ferrigno assolto
Saloua Senia assolta
Giuseppe Crocè 8 anni
Barbara Crocè assolta
Francesco Crocè assolto
Michele Crudo 4 anni
Carmine Polimeni 4 anni
Domenico Polimeni 4 anni
Pasquale Utano 6 anni
Marcello Brunozzi 3 anni
Rodolfo Diani assolto
Luciano Falcomatà 10 anni
Antonino Monorchio assoluzione
Giuseppe Rechichi prescrizione
Costanza Ada Riggio prescrizione
Mario Giglio 4 anni e 6 mesi
Rocco De Angelis 4 anni e 6 mesi
Antonio Cotugno 4 anni e 6 mesi
Francesco Calafiore 2 anni e 6 mesi