Reggio, successo per l'incontro con il maestro di strada Marco Rossi Doria

L'auditorium Versace ha accolto circa 700 partecipanti tra insegnanti, studenti e membri di associazioni all'incontro con il maestro di strada Marco Rossi Doria, uno degli esperti più qualificati in Italia sui temi delle povertà minorile e delle politiche educative. L'evento concludeva un percorso che per un anno ha visto impegnate 24 associazioni e 14 scuole della città in un lavoro congiunto per dare delle risposte integrate ai bisogni educativi degli alunni e degli studenti.

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Un percorso che è stato raccontato in un video e poi presentato dall''assessore alla Istruzione Anna Nucera che assieme alla sua collega Lucia Nucera delle politiche sociali ha dato una sponda istituzionale al lavoro svolto, evidenziando il valore aggiunto che si riesce ad ottenere quando uscendo dalla logica della cura del proprio orticello, si mettono al centro i ragazzi scegliendo di lavorare insieme in umiltà, integrando risorse e competenze. Una scelta apprezzata dal Sindaco Falcomatà che ha ammesso che il Comune può fare di più e meglio anche in questo campo, garantendo il massimo sostegno e supporto alla rete che è stata avviata e che avrà intanto una sede c/o la sala Spinelli del Cedir.
Marco Rossi Doria ha espresso la sua sorpresa positiva per una città del mezzogiorno come Reggio che riesce a coinvolgere 700 persone del mondo della scuola e delle associazioni sui temi dell'educazione che oggi rappresentano la una delle questioni cruciali del nostro Paese.Ha ricordato che l'Italia assieme al Giappone è la nazione che fa meno figli, che la politica non ha capito come investire in questo campo dovrebbe essere una priorità. Partendo la sua esperienza nei quartieri spagnoli di Napoli, ma anche a quella di sottosegretario di Stato all'Istruzione per diversi anni, ha ricordato il nesso profondo che unisce povertà ed educazione, una sorta di destino segnato per chi nasce in periferie dove mancano servizi essenziali e dove solo la scuola e l'associazionismo cercano di contrastare i processi di dispersione scolastica e di esclusione sociale. Ha ribadito l'importanza delle alleanza tra questi soggetti per una presa in carico congiunta dei minori in difficoltà apprezzando l'apertura del cantiere che si è aperto a Reggio Calabria e che vede anche il Comune e la Città Metropolitana impegnati. Un lavoro a suo dire che non può essere retto dal solo entusiasmo, ma la rete avviata deve potere contare su risorse ed investimenti pubblici se non vuole concludere il suo percorso. Risorse che vanno gestite con razionalità, evitando i progetti spot che non hanno ricadute. Per questo ha anche dato indicazioni concrete alle scuole proponendo loro di avviare scambi e visite per confrontare esperienze e buone prassi, per avere una contaminazione positiva. Importanti gli interventi di alcuni studenti che hanno chiesto di potere contare su adulti sui quali fare riferimento e di spazi ed opportunità di crescita, dei dirigenti scolastici che non vogliono essere lasciati solo nel compito educativo. Concludendo i lavori, a nome del gruppo promotore, Mario Nasone ha evidenziato come la comunità educante che si è iniziata a sperimentare a Reggio ha visto protagonisti tanti insegnanti, giovani, associazioni che si sono messi in gioco per dare ascolto e risposte ai bisogni dei ragazzi. Una rete fatta di tanti tasselli, di relazioni ,di ascolto di relazioni tra persone , di concretezza. Ma serve dare una cornice e dei contenuti a questo disegno attraverso la firma di un accordo che è stato predisposto e che è aperto all'adesione di soggetti pubblici e privati ma anche alle associazione ed ai singoli cittadini disponibili a prendersi una quota di responsabilità di cittadini di fronte ai minori ed ai ragazzi che chiedono di avere punti di riferimento dentro e fuori della scuola aderendo ad una short listi inviando email ad alleanzeeducative@gmail.com . Un accordo che prevede una organizzazione leggera dove un ruolo strategico sarà il piano dell'offerta formativa che ogni scuola aderente adotterà riconoscendosi nel percorso delle alleanze educative. Quello delle associazioni continuerà ad essere un servizio gratuito con i suoi limiti ma anche con la sua forza di innovazione ed ha portato l'esempio dell'utilizzo dei beni confiscati per queste finalità, come l'esperienza del villaggio dei giovani di attendiamoci e dell'ex Bowling dell'Arci in via Cuzzocrea o come sta avvenendo ad Arghillà con il recupero di un campetto di calcio abbandonato da anni da parte del CSI. Diversi strade per rendere i ragazzi protagonisti in questo percorso i quali, come ricorda Save The Children, non sono "vasi da riempire ma fuochi da accendere" ed il loro protagonismo è la misura della validità del progetto formativo.