Giallo sull'agguato al boss "Mimmo u boi" e alla sua amante: delitto passionale o guerra dentro le cosche?

polizianuova170318Lui ex sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e con alle spalle una condanna per mafia, lei una sarta. Entrambi sposati, ma legati da una relazione extraconiugale. Venerdi' sera, a bordo di un'autovettura, avevano deciso di trascorrere qualche momento di intimita'. Per questo hanno raggiunto la zona adiacente il torrente di Gallico, a Reggio Calabria. Un'intimita' spezzata, pero', da diversi colpi di arma da fuoco, esplosi da distanza ravvicinata da uno o piu' killer. Lei, Fortunata Fortugno, 48 anni, e' stata ferita alla testa ed e' morta durante il disperato tentativo di raggiungere l'ospedale. Lui, Demetrio Lo Giudice, 53 anni, se l'e' cavata con una ferita ad un braccio.

L'agguato alla coppia di amanti e' uno di quei delitti da film giallo. Perche' si incrociano moventi e ricostruzioni. Entrano in ballo gli equilibri della 'ndrangheta, ma anche i legami di passione e le leggi d'onore, ancora pienamente attive in certi ambienti. Chiunque abbia sparato nel buio di Gallico voleva uccidere i due amanti. Forse entrambi. Ma solo le perizie della polizia e le indagini in corso potranno stabilire l'esatta dinamica. Quel che e' certo, e' che la coppia in auto e' stata raggiunta da diversi colpi, ma l'assassino ha sparato da distanza ravvicinata, per cui appare difficile ragionare sul vero obiettivo.

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Lo Giudice non e' uomo di poco conto nel panorama 'ndranghetistico di Reggio Calabria. Nel 2010 il suo nome e' finito nel lungo elenco delle persone arrestate per l'operazione "Eremo", con cui la squadra mobile di Reggio Calabria chiuse il cerchio intorno ad un imponente traffico di droga gestito dalle famiglie mafiose della citta' dello Stretto. Per questo, fino a poco tempo fa, Lo Giudice e' stato anche un sorvegliato speciale di pubblica sicurezza. Dagli inquirenti trapela poco o nulla. Nessuna indiscrezione, se non la consapevolezza che il delitto merita un particolare approfondimento. Il perche' e' semplice. Se l'agguato fosse stato compiuto rispetto ai nuovi equilibri delle cosche di Reggio Calabria, dopo arresti e morti ammazzati, si aprirebbe un nuovo fronte. Qualcuno avrebbe alzato il tiro, fino ad uccidere l'amante di un boss, seppur non il capo della cosca. Ed allora a Reggio si aprirebbero giornate ad alta tensione. Pericolose. Pronte ad alimentare un clima difficile nel quale si e' inserito l'agguato agli amanti che ha tinto di giallo la zona di Gallico. 

Gli investigatori hanno iniziato a sentire parenti e conoscenti di Fortunata, che lavorava come sarta, e di Lo Giudice per ricostruire la loro rete relazionale e cercare di individuare un movente dal quale partire per risalire agli autori dell'omicidio.

Se fosse confermata la pista passionale dell'agguato - sembrano ragionare gli investigatori - occorre poi trovare chi ha avuto la forza di arrivare a sparare contro un presunto boss pur di punire i due amanti. Uno scenario che potrebbe anche far prefigurare che sullo sfondo passionale si stagli comunque l'ombra della 'ndrangheta. (AGI)