Salvini: "Vogliamo essere primo partito del centrodestra in Calabria. Lega antifascista e contro la ‘ndrangheta"… malgrado Traini e Belsito

salvini reggiocalabriadi Mario Meliadò - Malgrado il cineteatro che ospita il suo comizio a Reggio Calabria brulichi (anche) di persone che col "saluto romano" hanno antica e prolungata dimestichezza, Matteo Salvini lo dice chiaro a tutti i seguaci di Peppe Scopelliti & C. che affollano le poltroncine dell'Odeon: «Certo: la Lega è antifascista». Un messaggio-chiave, quello del segretario federale della Lega, visto il bacino elettorale di riferimento dei sovranisti reggini, alleati dei leghisti per le Politiche del 4 marzo come, più in genere, il Movimento nazionale per la sovranità che trova due artefici fondamentali proprio in Scopelliti e nell'ex sindaco di Roma ed ex ministro alle Politiche agricole Gianni Alemanno. Ma lo è ancor di più a guardare ad "attivisti" leghisti come Luca Traini, l'attentatore che a Macerata sparando a casaccio contro gli immigrati ha ferito 6 persone, in qualche scatto ritratto persino insieme al candidato premier del Carroccio.

Dal palco, Salvini dirà poi di amare di Reggio Calabria al punto da essere in riva allo Stretto nella romanticissima sera di San Valentino... ("Salvini, 'ndi ruvinasti u San Valentinu" recita invece uno striscione leggermente meno improntato agli "amorosi sensi" evocati dal leader nazionale della Lega, all'esterno del luogo del comizio, così come l'ancor meno tenero "Reggio non accoglie chi repinge", anche se all'interno del teatro pare emergere una seconda verità completamente diversa, al riguardo). E ribadirà di detestare la 'ndrangheta con tutte le sue forze: a quanto afferma Matteo Salvini, sono lontani e non certo rimpianti i tempi della connection rinfacciata in tv da Roberto Saviano all'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, o alimentata dall'ex tesoriere (vibonese) della Lega Francesco Belsito o dal boss di Marcedusa (nel Catanzarese) e "cerniera" della 'ndrangheta "da export" nel Lecchese Francesco Coco Trovato, peraltro suocero di Carmine De Stefano (figlio di "don Paolo" e fratello di Giuseppe De Stefano), che secondo una certa letteratura giudiziario-mediatica avrebbe avuto un solidissimo rapporto con tanto di voto di scambio con "Gamma", politico che il "pentito" Giuseppe Di Bella, "il Buscetta della 'ndrangheta", identificò nell'ex Guardasigilli leghista Roberto Castelli (peraltro calorosamente evocato nel corso dell'appuntamento pubblico di ieri sera).

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Salvini, che idea s'è fatto della contestazione lì fuori? Perché a Reggio Calabria non la vogliono?

«Io parlo con la gente che è qui per capire e ascoltare, dentro il teatro. Vengo a offrire una proposta di futuro diversa da quella che ci ha offerto la Sinistra in questi anni, fondata sul lavoro e sull'immigrazione. Del resto, ormai la Calabria è a Milano, è in Piemonte, è in Veneto...».

A proposito di export: cosa pensa della 'ndrangheta?

«La 'ndrangheta mi fa schifo, come la mafia, la camorra e la criminalità in genere».

Ma la vecchia "Lega Nord" non era profondamente contro i "terroni"? Cos'è cambiato, oggi?

«Io ho fatto questa scommessa: la Lega adesso unisce, nel nome del federalismo, della sicurezza e del lavoro, unisce questo Paese, perché io sono stufo di trovare, quando vado in giro per l'Europa e per il mondo, ragazzi che scappano da qui perché la Calabria non è in grado di dar loro un futuro».

Malgrado Macerata e Traini, ha ragione il vostro senatore Gian Marco Centinaio a dire che la Lega è antifascista?

«Certo. Il fascismo è il passato: e io sono contrario a quello e a ogni altra forma di dittatura e di violenza. Fortunatamente, do quest'"anteprima" a Reggio Calabria..., in Italia non torneranno né il fascismo né il comunismo».

"Salvini premier", come nel vostro simbolo: ci crede?

«Assolutamente sì... assolutamente sì».

Gli ultimi sondaggi (Istituto Piepoli del 14 febbraio, ndc) vi danno 3 punti sotto Forza Italia, ma forse temete di più uno dei maggiori partiti e che il 4 marzo potrebbe risultare decisivo: quello degli indecisi, in queste ore dato al 28,1% del corpo elettorale...

«Noi non facciamo promesse "alla Renzi", che tira fuori gli 80 euro ogni quarto d'ora; anche perché Matteo Renzi ha già governato, e ha fallito. Io offro un'Italia "normale", fondata sul lavoro; sulla sicurezza; sul diritto d'andare in pensione, cancellando la "legge Fornero"; sulla difesa, costi quel che costi, dell'agricoltura e della pesca italiane, e per la Calabria questo significa lavoro e salute, cambiando anche quelle norme Ue che stanno massacrando il nostro territorio e il nostro mare».

Se esce un dato elettorale incerto, "Grosse Koalition" o si torna al voto?

«Ma no. Chi sostiene la Lega vota per la chiarezza e il coraggio: non saremo mai per governare con chi non è di centrodestra. In caso si tornerà al voto».

E com'è che chi vi contesta a volte arriva anche a devastare le vostre sedi, com'è accaduto con la segreteria politica del consigliere regionale Andrea Caroppo a Lecce? Come se lo spiega?

«Mi fanno tristezza, quelli che vanno in piazza nel nome della pace, dell'antirazzismo e dell'antifascismo e poi pestano poliziotti e carabinieri. Però, ripeto, guardano al passato: se la Sinistra ancòra parla di fascismo, vuol dire che non ha niente da offrire per il futuro. Io penso sia meglio guardare al futuro».

Berlusconi ipotizza un "Piano Marshall" per far decollare il Mezzogiorno...

«...Ma qua avete davanti Salvini. Macché Piano Marshall!, la Storia non ritorna... occorre normalità. Con Silvio Berlusconi e gli altri alleati c'è un programma comune in 10 punti firmati e sottoscritti da tutti, dalla riforma delle pensioni alla riforma fiscale con un'aliquota unica al 15% per tutti. Dopodiché la Lega è la Lega e Berlusconi è Berlusconi, gli elettori hanno facoltà di scegliere... e io ho l'impressione che in tanti sceglieranno Salvini e non Berlusconi».

E le infrastrutture, carenza storica quaggiù?

«Di sicuro non ci può essere un'Alta Velocità che si ferma lì dove si ferma e non ci possono essere degli aeroporti che vedono un volo a settimana: c'è gente che da decenni parla di turismo, ma se tu in Calabria non riesci ad arrivarci in aereo, né in treno, né in macchina, difficilmente puoi venire a fare le vacanze in Calabria».

Ma quale risultato elettorale qui in Calabria la lascerebbe soddisfatto?, che percentuale?

«Essere il primo partito del centrodestra: non do numeri, ma l'obiettivo che mi lascerebbe soddisfatto è avere la Lega primo partito del centrodestra in Calabria e il centrodestra coalizione vincitrice su scala nazionale. E mi piacerebbe che quei due-tre deputati e senatori in più fossero eletti grazie alla Lega, e proprio qui in Calabria: per me sarebbe la soddisfazione migliore, anche per superare vent'anni di "lontananza" che io ho deciso di ribaltare... del resto non debbo chiedere scusa ai cittadini calabresi perché io non me la son mai presa con loro. Ho sempre attaccato la politica, e continuo ad attaccare la malapolitica. C'è Umberto Bossi che mi dice "stai a casa, fregatene!", e io son testone... se c'è un ragazzo in Calabria che ha diritto di lavorare in Calabria, se c'è un insegnante in Calabria che ha diritto d'insegnare in Calabria, io qui ci vengo fino a quando non avrò ottenuto il risultato.