Taurianova liberata dalle cosche: la 'ndrangheta decideva sulla vita e sulla morte

conferenzaoperazionetaurianovadi Claudio Cordova - "Taurianova da oggi è libera". Gli inquirenti sono concordi nel commentare gli esiti dell'indagine "Terramara-Closed", che ha disarticolato le famiglie Zagari-Viola-Fazzalari-Sposato e i Maio-Cianci. 47 arresti: le persone coinvolte sono accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi, con l'aggravante delle finalità mafiose

I provvedimenti cautelari personali e reali costituiscono l'esito di 5 separati segmenti investigativi, complementari e convergenti svolti dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sviluppati nell'arco temporale 2012–2016 e focalizzati sulle dinamiche delle consorterie di 'ndrangheta attive mandamento tirrenico della provincia reggina, con specifico riferimento al contesto di Taurianova. Lì la 'ndrangheta si interessa e si impone nel mondo imprenditoriale per lo più nell'edilizia ed in quello alimentare, condizionando l'assegnazione degli appalti, insinuandosi e permeando ogni aspetto della vita democratica, essendo state acclarate infiltrazioni nel Comune di Taurianova.

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Un territorio assoggettato alla 'ndrangheta attraverso danneggiamenti ed estorsioni, ma anche attraverso gli uomini giusti all'interno delle Istituzioni: l'ex Sindaco della cittadina tirrenica, Mimmo Romeo, in carica dal giugno 2007 al 5 gennaio del 2009 e dal maggio del 2011 al luglio del 2013, mese dello scioglimento per infiltrazione mafiose del Comune, sarebbe stato il "referente politico" dei due sodalizi, essendo stato eletto grazie al supporto della 'ndrangheta ed essendosi attivato, una volta in carica, per favorire la concessione di autorizzazioni edilizie a favore di imprese del settore fotovoltaico riconducibili alle cosche. Romeo risulta tra gli arrestati, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Comune sarebbe stato in mano alla famiglia Sposato - in particolare dei fratelli Giuseppe e Carmelo Sposato - tramite l'appalto pubblico per gestione pluridecennale del cimitero di Iatrinoli (Taurianova) mediante il sistema del project financing che avrebbe fruttato diversi milioni di euro.

La 'ndrangheta che controlla la vita del luogo, tramite appalti, estorsioni e minacce. Documentate, peraltro, le ingerenze nel settore delle fonti di energia rinnovabile, anche attraverso il contatto con alcuni soggetti dell'Amministrazione Regionale. Ma la 'ndrangheta controlla anche la morte, evidentemente.

Proprio quest'ultimo aspetto costituisce il dato più allarmante emerso dalle investigazioni, sviscerate in conferenza stampa dal procuratore capo vicario, Gaetano Paci: la posizione di un'amministrazione comunale, quella di Taurianova (già primo ente pubblico sciolto per mafia, nel 1991, poi nel 2009 e nel 2013), il cui primo cittadino, Domenico Romeo "scende a patti" con le cosche dominanti e, durante le elezioni comunali del 2011, culminate con la sua rielezione, si rivolge alle famiglie mafiose per ottenere voti in cambio del suo personale impegno a rilasciare concessioni edilizie sui fondi agricoli per l'avvio di attività imprenditoriali finalizzate allo sfruttamento delle energie rinnovabili da parte di aziende riconducibili alla 'ndrangheta. Le indagini dei Carabinieri hanno documentato, peraltro, anche le difficoltà incontrate per l'effettiva attuazione del progetto criminale: ad esempio, lo scontro tra il Sindaco Romeo ed il responsabile dell'Ufficio Tecnico, a causa del mancato rilascio, da parte di quest'ultimo, delle concessioni previste, ritenute illegittime per l'assenza di Piano Strutturale Comunale (PSC). Il mancato asservimento renderà il tecnico comunale bersaglio di ripetuti atti intimidatori e minacce, perpetrate anche da parte dello stesso Romeo. Sul fronte delle indagini condotte parallelamente dalla Polizia di Stato, si è appurato che la famiglia Sposato, attraverso l'opera di mediazione dell'ex Assessore Francesco Sposato (tratto in arresto oggi per associazione mafiosa), aveva influito sull'iter di aggiudicazione dei lavori alle ditte ad essa collegate; a seguito del rifiuto opposto dalla Giunta Romeo iniziò una serie di pressioni sul Sindaco con minacce ed atti di danneggiamento. Già a settembre del 2008, vengono esplosi alcuni colpi di arma da fuoco all'indirizzo dell'autovettura del Sindaco; successivamente al Sindaco venivano recapitate, in busta chiusa, alcuni proiettili di arma da fuoco ed il 14 febbraio 2012 avvenne la deflagrazione di un ordigno esplosivo ad alto potenziale all'interno di una stalla di proprietà di Antonio Romeo, sita in contrada Furnà di Taurianova, che causò la morte di un cavallo ed il ferimento di un altro di proprietà del fratello Domenico, nonché il danneggiamento del maneggio che li ospitava.

Pertanto, l'appalto per il cimitero fu la causa della rottura degli equilibri politici nell'Amministrazione comunale taurianovese senz'altro riconducibile all'ostruzionismo opposto dal Sindaco di quel tempo (Romeo) al progetto imprenditoriale della famiglia Sposato finalizzato alla gestione del cimitero di Iatrinoli e alle connesse attività edili, ivi compresa la possibilità di percepire finanziamenti pubblici e fondi comunitari. Nell'operazione odierna, è stato arrestato anche Antonio Romeo, consigliere e factotum del fratello Domenico, ex Sindaco, il quale avrebbe contribuito al perseguimento degli interessi della cosca Fazzalari-Zagari-Viola con lo specifico obiettivo di far ottenere le concessioni edilizie alle aziende AGRIPOWER e AGRIENERGIA riconducibili alla 'ndrangheta. Romeo - sulla base degli elementi acquisiti dalle indagini condotte dalla Polizia di Stato - dovrà rispondere anche di estorsione aggravata in concorso con D. M. per aver costretto un soggetto di Taurianova - con forti esposizioni debitorie - a vendere la propria abitazione ad un'altra persona, incassando (Romeo e M.) i proventi dell'atto di disposizione patrimoniale, nonché di intestazione fittizia di beni (agenzia di onoranze funebri La Beata e ristorante-pizzeria La Corteccia, oggi dismesso).

Progressivamente, le indagini si sono concentrate sul "cartello di imprese" della famiglia Sposato che spazia dalla costruzione di edifici, alla commercializzazione all'ingrosso di materiali per l'edilizia e la produzione del calcestruzzo al settore alimentare, consentendo di accertare - sin dalle fasi della minaccia finalizzata all'induzione alla contrattazione fino alle battute finali dell'incasso del corrispettivo - un episodio estorsivo posto in essere dai cugini Giuseppe e Giovanni Sposato, nonché da Giuseppe Scarfò e Giuseppe Condello (rispettivamente nipote e genero di Giuseppe Sposato) grazie alla "mediazione" compiuta da Giovanni Vincenzo Surace, tra la fine di gennaio 2013 e marzo 2013, ai danni di un'impresa, di altra provincia, operante nel settore dell'edilizia. Tale estorsione si è estrinsecata nell'imposizione dell'acquisto di cemento dalle ditte riconducibili alla famiglia mafiosa Sposato di Taurianova. Infatti, l'impresa sottoposta ad estorsione, dopo lo stanziamento di fondi da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, aveva ottenuto l'aggiudicazione di un'opera pubblica per un valore complessivo di 90.000 euro, necessari per la ristrutturazione della più antica chiesa di Taurianova ovvero la Chiesa SS. del Rosario, ubicata nella centrale piazza Italia del paese. Dall'attività di indagine è stato documentato come gli Sposato, fra loro, hanno comunanza di interessi economici; spesso in una ditta che giuridicamente si presentava come individuale si intrecciavano interessenze e la stessa, di fatto, costituiva, una società gestita in forma occulta da parte di altri membri della famiglia mafiosa. L'attività principale del gruppo è senz'altro rappresentata dalla impresa individuale Edil Costruzioni di Sposato Carmelo, con sede legale a Taurianova in via San Marco e sede secondaria in contrada Marro a Terranova Sappo Minulio. Le risultanze istruttorie acquisite consentono di affermare che l'operazione di intestazione fittizia relativa alla ditta Edil Costruzioni di Sposato Francesco Domenico fosse stata architettata e voluta da Giuseppe Sposato e il cugino Giovanni Sposato come attribuzione simulata posta in essere a favore di terze persone allo scopo di erigere uno schermo "protettivo" del proprio patrimonio da eventuali provvedimenti ablativi. Quindi, vi sono le figure di alcuni professionisti (i coniugi Paolina Maria Assunta Fusco e Salvatore Valenzisi, commercialisti, nonché Martino Fazzari, geometra delle imprese Sposato), quali concorrenti esterni alla cosca Sposato, i quali, ancorché non affiliatiall'organizzazione mafiosa, hanno messo a disposizioni le proprie competenze professionali che finiscono per fornire un consolidamento ed un rafforzamento alla cosca stessa per la realizzazione dei suoi obiettivi, specie nel settore imprenditoriale ed economico.

Le indagini coordinate dai pm Giulia Pantano e Matteo Centini si intersecano con le attività di ri ricerca del latitante Ernesto Fazzalari, esponente di spicco dell'omonima 'ndrina taurianovese, catturato dall'Arma reggina il 26 giugno 2016. Le indagini condotte dai Carabinieri, oltre a delineare il perdurare, anche durante la latitanza, del suo credito criminale (acquisito durante la cruenta faida degli anni '90), hanno consentito di ben delineare la struttura e le dinamiche criminali della cosca Zagari-Fazzalari-Viola, individuandone le figure apicali in Salvatore Fazzalari (cl.42), nel figlio Domenico e in Carmelo Zagari e documentarne le condotte tipicamente mafiose, strumentali al consolidamento della capacità intimidatoria della cosca sul territorio e al sostentamento degli affiliati e delle famiglie di quelli detenuti. Salvatore Fazzalari classe '42, soprannominato "ciuffo", è il capo indiscusso, promotore ed organizzatore della cosca, con poteri di sovrintendere alla celebrazione dei riti di affiliazione nonché "cerimoniere" nell'attribuzione del grado dello "sgarro", con compiti decisionali in seno alla cosca di appartenenza. Altra figura criminale di rilievo è quella di un altro membro della famiglia, Salvatore Fazzalari (cl.67): 'ndranghetista di spessore - i coindagati gli riconoscono una dote superiore a quella del "Vangelo" - ritornato a Taurianova all'indomani della sua scarcerazione (gennaio 2014), manifesterà concretamente la volontà di recuperare il ruolo di vertice perduto a causa della lunga detenzione all'interno della consorteria di appartenenza.

Contestualmente, su indagini della Guardia di Finanza, sono stati sequestrati beni per 25 milioni di euro:

Ø quote di capitale e patrimoni aziendali di 22 Imprese/Società, operanti nel settore edilizio, della ristorazione, ortofrutticolo e dei trasporti;

Ø nr. 55 fabbricati, anche siti nelle province di Rieti e Pesaro;

Ø nr. 65 terreni, anche siti in provincia di Pesaro;

Ø nr. 15 autoveicoli.