Quasi 300 anni di carcere sulle cosche della Piana di Gioia Tauro

reggiocalabria aulabunker19aprdi Angela Panzera - Si è concluso con 34 condanne e otto assoluzioni il troncone abbreviato del processo scaturito dall'inchiesta "Saggio Compagno". Le cosche di Anoia e Cinquefrondi sono state seppellite da quasi 300 anni di carcere; il gup distrettuale Davide Lauro ha infatti sposato in pieno l'impianto accusatorio sostenuto dal pm antimafia Adriana Sciglio. Le condanne emesse dal giudice per l'udienza preliminare oscillano dai 20 anni rimediati dal presunto boss Giuseppe Ladini, 20 anni agli otto mesi di dentenzione comminati agli imputati con posizioni "minori". Ad essere invece assolti da ogni accusa sono stati in otto si tratta di Armando Foti, Salvatore Foriglio, Michele Ierace (classe 1991), Domenico Ladini, Diego Lamanna, Maurizio Monteleone, Vincenzo Papasidero e Francesco Oliveti. Quest'ultimo, difeso dal legale Guido Contestabile, è un poliziotto che la Dda riteneva essersi piegato al volere dei clan e invece adesso esce scagionato da ogni accusa. Supera quindi lo scoglio del gup l'inchiesta "Saggio Compagno".

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Il cuore dell'accusa per i vertici dell'asse di 'ndrangheta formato dalle famiglie "Petullà", "Ladini" e "Foriglio" è «aver fatto parte, con altre persone non ancora individuate, dell'articolazione territoriale dell'associazione mafiosa, operante nei comuni di Cinquefrondi, Anoia e nelle località limitrofe, inserita nel mandamento tirrenico della Provincia di Reggio, la quale avvalendosi della forza di intimidazione che scaturisce dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano nel territorio, attuando un capillare controllo di ogni aspetto della vita pubblica ed economica, poneva in essere una serie indeterminata di delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro il patrimonio, la vita e l'incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento latitanti, nonché delitti volti ad acquisire la gestione e/o il controllo di attività economiche, in particolare nel settore degli appalti boschivi, ed ogni altra attività illecita strumentale a conseguire per sé e per altri vantaggi ingiusti».

La strategia, e l'obiettivo, del presunto boss emergente Giuseppe Ladini, era creare una 'ndrina tutta sua. Forte di un esercito di picciotti, che cresceva giorno dopo giorno, era sempre di più Giuseppe Ladini a decidere gli affari, dirimere le controversie tra affiliati compreso l'episodio del fidatissimo Leonardo Tigani, il "saggio compagno" a cui il presunto boss si rivolgeva nelle conversazioni intercettate dando spunto al nome dell'operazione (che però ha scelto di essere giudicato in ordinario) redarguito severamente quando prese l'iniziativa di dare fuoco alla casa di campagna di un "amico" del clan per vendicare un dispetto da vicinato.Tra gli imputati c'era anche Rocco Francesco Ieranò, ex braccio destro del boss Ladini ed adesso collaboratore di giustizia, condannato dal gup Lauro a quattro anni e quattro mesi di reclusione. Ai magistrati della Dda reggina è stato lui a delineare l'egemonia sul territorio della 'ndrina in ascesa. Accuse che coincidevano con i riscontri investigativi e le attività tecniche eseguite dai Carabinieri presso l'abitazione di Ladini che confermarono, anche, come continuasse a svolgere affari illeciti nonostante fosse sottoposto a detenzione domiciliare.

Qui di seguito la sentenza emessa dal gup Lauro:

Salvatore Bono, 1 anno e 8 mesi di reclusione e 2.600 euro di multa

Antonella Bruzzese, 10 anni

Salvatore Cuturello, 10 anni e 4 mesi e 32.400 euro di multa

Renato Fonti, 8 anni

Fortunato Foriglio, 17 anni e 4 mesi; Rocco Foriglio, 4 anni e 4 mesi e 3.200 euro di multa

Saverio Foriglio, 16 anni e 8.000 euro di multa

Attilio Giorgi, 7 anni e 8 mesi e 27.000 euro di multa

Francesco Giorgi, 6 anni e 8 mesi e 30.000 mila euro di multa

Michelangelo Iannone, 8 mesi e 2.000 euro di multa

Renato Iannone, 2 anni e 8 mesi e 7.400 euro di multa

Francesco Ierace, 14 anni

Michele Ierace, 13 anni

Orazio Ierace, 9 anni

Raffaele Ierace, 14 anni

Rocco Francesco Ieranò, 4 anni e 4mesi e 1600 euro di multa

Giuseppe Ladini, 20 anni e 74 mila di euro

di multa

Nicodemo Lamari, 10 anni e 4 mesi e 30 mila euro

Angelo Napoli, 8 anni

Saverio Napoli (classe 1964), 12 anni

Saverio Napoli (classe 1985), 5 anni e 8 mesi e 3000 euro di multa

Angelo Petullà, 9 anni e 6 mila euro di multa

Antonio Petullà, 9 anni

Raffaele Petulla, 9 anni e 4 mesi e 6.400 euro di multa

Rocco Petullà, 16 anni e 8 mila euro di multa

Salvatore Petullà, 1 anno e 4 mesi e 400 euro di multa

Rocco Pizzinga, 4 anni e 8 mesi e 12mila euro di multa

Fabio Porcaro, 11 anni

Maurizio Pronestì, 6 anni e 4.400 euro di multa

Salvatore Romeo, 1 anno e 4 mesi e 3.000 euro di multa

Rocco Varacalli, 6 anni e 8 mesi e 25.000 euro di multa

Giuseppe Vigliante, 6 anni e 7.000 euro di multa

Michele Vomera, 3 anni e 8.000 euro di multa

Pasquale Zaita, 2 anni e 3.400 euro di multa