Centinaia di studenti sfilano a Locri per la legalità, Maria Grazia Laganà: "Questa la risposta più bella"

lagana mariagrazialocri2017Si è svolto a Locri l'evento commemorativo in ricordo di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005. La manifestazione, dal titolo "Tracce di legalità", è stata organizzata come di consueto in stretta collaborazione con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nell'ambito del Piano nazionale per la cittadinanza attiva e l'educazione alla legalità promosso dallo stesso Miur.
Centinaia gli studenti che hanno animato la manifestazione ospitata nella Casa della Cultura quale atto finale del concorso letterario che ha visto partecipare le quarte e quinte classi superiori delle scuole di tutta Italia, sul tema della legalità.
Particolarmente nutrito il parterre istituzionale che ha preso parte ai vari momenti che hanno scandito la giornata, dalla deposizione della corona delle Istituzioni dello Stato a Palazzo Nieddu del Rio, alla Santa Messa celebrata dal vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva nella cappella dell'ospedale di Locri, fino alla deposizione della corona ad opera della Regione Calabria nel cimitero cittadino.

Queste le classi vincitrici del concorso letterario "Tracce di legalità" premiate nel corso dell'evento i cui lavori sono stati coordinati dal giornalista Paolo Borrometi: V° B del liceo scientifico Galileo Galilei di Trebisacce (categoria saggio); V° D liceo scientifico "F. Severi" di Salerno (categoria articolo giornalistico); V° E liceo scientifico "Zaleuco" di Locri (categoria poesia).

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"Di anno in anno, questo evento prosegue con orgoglio e determinazione il proprio percorso di impegno, proposta e coinvolgimento giovanile sul tema della legalità. Un progetto, che guarda al valore della memoria in chiave educativa e formativa" ha detto Maria Grazia Laganà nel corso del suo intervento.

"In mezzo a tanti coni d'ombra, con i quali ancora oggi ci troviamo a dover fare i conti, la risposta più bella e più confortante per me e la mia famiglia, è rappresentata dallo sguardo dei tantissimi giovani che da dodici anni, in un continuo ricambio generazionale, si rendono protagonisti di momenti di impegno civile e di autentico riscatto sociale.
Da anni, attraverso questo progetto ci sforziamo di ribadire, ben oltre i confini regionali, che solo mediante una chiara e netta assunzione di responsabilità, da parte di tutti gli attori sociali, istituzioni, classi dirigenti, Chiesa, scuola e società civile, è possibile lasciare un segno nella impellente azione di contrasto alla criminalità organizzata e a ciò di cui essa si alimenta: le subcultura del silenzio, la piaga dell'omertà e la logica del disimpegno.
Anche per questo motivo ritengo sia estremamente importante la testimonianza in questa occasione dei rappresentanti delle istituzioni, quale segno autentico di attenzione dello Stato nei confronti della nostra terra e dei processi di partecipazione e impegno civile che essa esprime.
Ciò di cui abbiamo bisogno è un impegno costante, fattivo e autorevole dei rappresentanti istituzionali, lontanissimo dalla logica della "passerella" che in più di una occasione, voci isolate e interlocutori dalla dubbia credibilità, hanno inteso adottare quale presunto strumento di dialogo e proposta politica.
Va dato atto, in questo contesto, dell'eccellente lavoro che stanno conducendo forze dell'ordine e magistratura sui fronti investigativi e repressivi, attraverso operazioni che stanno infliggendo colpi durissimi alle varie consorterie criminali che inquinano questa regione e ai loro ingenti patrimoni illeciti.
E un convinto plauso deve essere rivolto al ministro dell'Interno, Marco Minniti, per quanto l'Italia sta facendo sui versanti della sicurezza interna e della cooperazione internazionale, con una particolare attenzione alla lotta senza quartiere contro le mafie.
E in quest'ottica, non possiamo ignorare la centralità che assume qui, oggi, la presenza del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale Tullio Del Sette, al quale rinnovo i miei personali sentimenti di profonda gratitudine per aver espresso, da subito, nei confronti di questa iniziativa, autentica e convinta condivisione.
Sul fronte della legalità, la Locride continua, ancora oggi, ad essere uno scenario particolarmente critico. Un territorio in cui difficilmente si potrà dichiarare vinta la battaglia contro la criminalità e il malaffare, se prima la classe dirigente non riuscirà a dare risposte forti, credibili e autorevoli alle questioni dell'occupazione, del rilancio infrastrutturale e della garanzia dei servizi fondamentali. A cominciare dai livelli essenziali di assistenza nella sanità pubblica. L'ambito su cui maggiormente si erano concentrate le denunce pubbliche di Franco.
Una forte azione è quella che ci aspettiamo anche per quanto riguarda il rilancio della Legge Fortugno e della capacità di programmazione e spesa dei connessi ingenti fondi stanziati per questo territorio. Quasi 40 milioni di euro i cui effetti si riveleranno decisivi per rendere la Locride un luogo moderno e sicuro. Un luogo in cui i giovani possano trovare spazi e opportunità di crescita civica e sociale e affermazione professionale.
La mancanza di lavoro che costringe migliaia di giovani ad abbandonare questa terra è senza dubbio l'emergenza numero uno a cui occorre far fronte.
Lo ha dimostrato ampiamente, qualora ce ne fosse bisogno, la più recente vertenza, esplosa con la vicenda della "Call&Call". Una vertenza che dimostra quali drammi è in grado di generare il cinismo di chi rifiuta la responsabilità sociale che deriva dallo status di imprenditore.
Ed ancora, attualissima resta nella Locride l'emergenza di un sistema sanitario che non riesce a garantire un quadro di servizi degno di un paese civile. Sulla gestione e organizzazione dei livelli essenziali di assistenza, ad esempio, continuo a ribadire che non è adottando criteri meramente contabili che si riesce a fornire risposte adeguate ai bisogni e alle esigenze dei malati e dei cittadini.
Il rilancio e lo sviluppo della Locride passano necessariamente anche dalla buona riuscita del nuovo livello di governance della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Sin dall'inizio dell'iter costitutivo, nel 2009, a cui diedi il mio contributo presentando il primo emendamento alla Legge delega sul federalismo fiscale, abbiamo pensato la Città metropolitana come uno strumento policentrico, capace cioè di annullare il concetto stesso di periferia.
Territori come la Locride devono, pertanto, avere un peso specifico nelle scelte strategiche e negli indirizzi operativi che il nuovo Ente intende sviluppare.
Anche su questo fondamentale punto non intendiamo abbassare la guardia nella consapevolezza che solo creando condizioni di sviluppo economico e sociale daremo un senso compiuto alla battaglia per l'affermazione della legalità".