"Vulcano", la Dda invoca 250 anni di carcere per i narcos della Piana di Gioia Tauro

Toganuova500 2di Angela Panzera - I narcotrafficanti della Piana vanno sepolti da 250 anni di carcere. Sono pesantissime le richieste di condanna invocate dal pm antimafia Francesco Ponzetta al gup distrettuale reggino, Massimo Minniti, per i 22 imputati, del troncone abbreviato, del processo scaturito dall'inchiesta della Guardia di Finanza denominata "Vulcano". L'indagine, curata dalle Dda di Reggio Calabria e Napoli, è scattata nel luglio dello scorso anno quando le Fiamme Gialle spedirono, in un primo momento, chi in galera e chi agli arresti domiciliari, 15 persone accusate - a vario titolo- di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina per conto delle potenti cosche di 'ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro, Crea e Pesce, tutte attive nella Piana di Gioia Tauro. Nell'ambito della prima tranche dell'inchiesta furono sequestrati 80 chili di cocaina purissima rinvenuta all'interno di uno degli oltre mille e 500 containers imbarcati sulla nave mercantile "MSC Poh Lin" – successivamente sequestrata dai finanzieri – che attraccò presso lo scalo portuale gioiese il sette luglio del 2016. L'accusa adesso vuole le condanne di tutti gli imputati alla sbarra. La richiesta più importante, ossia quella che ammonta a 23 anni e quattro mesi detenzione, è quella formulata nei confronti di Antonino Pesce, classe 1982: il presunto rampollo della 'ndrina è ritenuto un narcotrafficante a tutti gli effetti. In Particolare Pesce è accusato dalla Dda dello Stretto di essere il reggente della cosca in seguito alla detenzione dei fratelli "Testuni", ossia Francesco, classe 1978, e Giuseppe, classe 1980, e del proprio fratello Francesco, classe 1979, ed in particolare di aver curato, per conto della 'ndrina, "l'approvvigionamento delle risorse finanziarie, principalmente gestendo attività di importazione di cocaina dal Sudamerica e curando l'attività di esfiltrazione della stessa laddove importata da altri e stoccata in container sbarcati al Porto di Gioia Tauro, Livorno ed altri, amministrando tali risorse finanziare e distribuendole ai vertici della cosca detenuti ed ai loro familiari, curando i rapporti con le altre cosche a cominciare dalla cosca Bellocco e dalla cosca Molè, e più in generale svolgendo le funzioni di organizzatore e promotore della cosca". Un vero e proprio narcos, insomma.

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All'interno delle carte dell'inchiesta "Vulcano" è evidenziato inoltre, come l'organizzazione criminale aveva pianificato una nuova metodologia d'importazione dello stupefacente, la quale prevedeva – grazie al diretto coinvolgimento del comandante della cargoship MSC Poh Lin – il trasbordo del carico direttamente in mare su un'altra imbarcazione e non più, come finora riscontrato, attraverso il metodo del cosiddetto rip-off, attuato mediante estrazione dei borsoni contenenti lo stupefacente direttamente all'interno del porto. Gli inquirenti sono arrivati a comprendere la minuziosa organizzazione del trasbordo attraverso il rinvenimento di diversi "pizzini" scovati all'interno della cabina in uso al comandante, sui quali erano appuntati la dicitura "80 kg" con l'indicazione del numero del container sul quale la droga era inizialmente stata caricata è stato trovate anche uno schema riepilogativo delle varie fasi attraverso cui si sarebbe dovuta articolare l'operazione di trasbordo, la quale sarebbe stata attuata anche mediante lo spostamento fisico della cocaina ad un nuovo container- il numero del container, successivamente, sarebbe stato tempestivamente comunicato dallo stesso comandante all'organizzazione criminale. Il tutto sarebbe stato poi riscontrato da decine e decine di intercettazioni telefoniche e ambientali. Adesso quindi per gli imputati alla sbarra arrivano le richieste dell'accusa che oscillano dai 23 anni- chiesti per Pesce- ai 2 anni e otto di detenzione, invocati per Tonino Belcastro accusato "solo" di favoreggiamento nei confronti di Antonino Pesce. Adesso la parola passerà ai difensori e la sentenza de gup distrettuale reggino è attesa entro il tre ottobre.
Di seguito le richieste di condanna formulate dal pm antimafia Francesco Ponzetta.
Pacifico Belcastro 12 anni di carcere
Tonino Belcastro 2 anni e 8 mesi di carcere
Daiana Concas 8 anni di carcere
Tomaso Concas 14 anni e sei mesi di carcere
Rosario Cunsolo 12 anni di carcere
Luigia Di Casola14 anni e sei mesi di carcere
Salvatore Etzi 18 anni di carcere
Francesco Ferraro 12 anni di carcere
Francesco Gioffrè 14 anni e sei mesi di carcere
Ernesto Madafferi 18 anni e 10 mesi
Giovanni Manglaviti 12 anni di carcere
Gregorio Marchese 12 anni di carcere
Luca Martinone 12 anni di carcere
Giuseppe Nicolaci 12 anni di carcere
Giuseppe Pataffio 18 anni e 10 mesi di carcere
Antonio Pavia 16 anni di carcere
Pesce Antonino (classe 1982) 23 anni e quattro mesi di carcere
Gabriello Savarese 5 anni e 8 mesi di carcere
Achille Rocco Scutellà 8 anni di carcere
Gaetano Tomaselli 12 anni di carcere
Caterina Ursida 9 anni di carcere
Michele Zito 20 anni di carcere