Referendum costituzionale, la Fiamma Tricolore auspica autentica riforma

"La sonora bocciatura della riforma costituzionale, a cui ha contribuito la Fiamma Tricolore, impone delle considerazioni di ordine prettamente politico.

Le prime eloquenti considerazioni, giuste, le ha tratte Matteo Renzi nell'annunciare le dimission da Presidente del Consiglio.

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Le seconde dovranno essere quelle del Presidente della Repubblica, che non potrà rimanere inerte di fronte ad una chiara esternazione di volontà popolare, relativa non solo al merito della riforma costituzionale, ma anche all'operato di un Governo e di un Parlamento in cui non si riconosce. E, infatti, l'attuale geografia politica parlamentare non rispecchia minimamente la volontà popolare, essendo stata così determinata da una legge elettorale dichiarata costituzionalmente illegittima. Governo e Parlamento che hanno emanato leggi condivise da una minoranza, ma avversata dalla stragrande maggioranza popolare; come quella sulla riforma del diritto del lavoro (c.d. jobs act), sulla c.d. buona (?) scuola, sulle unioni civili e così via. Governo e Parlamento avviati ad emananare una nuova legge sulla cittadinanza, introducendo il devastante principio dello jus soli. Le considerazioni che precedono imporrebbero, non appena varata una legge elettorale in tempi strettissimi, il ritorno alle urne elettorali. E imporrebbero la elezione di una Assemblea costituente che affronti, in modo largamente condiviso, una revisione della Costituzione, prevedendo una più larga partecipazione popolare. Tale larga partecipazione popolare, tra l'altro, potrà essere attuata con l'introduzione della elezione a suffragio universale del Presidente della Repubblica e con la istituzione di una Camera parlamentare che sia l'espressione del lavoro e delle forze produttive della Nazione!" Lo afferma una nota a firma di Attilio Carelli (Segretario Nazionale MS Fiamma Tricolore) e Nando Gambino (Coord. Naz. Comitato NO MS Fiamma Tricolore).