Grandi Opere, quei contatti dell’imprenditore calabrese Gallo con le ‘ndrine di Plati (RC)

SaRCnuova500operePer convincere gli imprenditori ad acquistare i materiali inerti dalle proprie società, Domenico Gallo, imprenditore ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta genovese sulle grandi opere, avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa. Il gip Cinzia Perroni nella sua ordinanza scrive che sono state riscontrate circostanze che "destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata". Avrebbe partecipato alla cresima della figlia di Domenico Borrello, affiliato alla 'ndrina Barbaru U Castanu di Platì.

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Dalle indagini "è emerso - scrive ancora il gip - un sistema alquanto spregiudicato e disinvolto adottato dai dirigenti del Cociv nell'affidamento dei lavori pubblici relativi all'imponente opera di interesse nazionale". Un imprenditore, Giuseppe Balbo confida ad alcuni dirigenti Cociv dei danneggiamenti subiti da alcuni mezzi della società Allara e dei pedinamenti fatti ai camion della stessa società da parte di mezzi riconducibili a Domenico Gallo. Il gip cita un'altra intercettazione tra l'ingegnere De Michelis e sua moglie in cui i due confermano come "si dividono tutto... ognuno ha pigliato la parte sua".