A Bisignano dopo due anni di amministrazione ci sono alcuni fatti evidenti a prescindere dal sondaggio on-line

Riceviamo e pubblichiamo:

Un portale d'informazione localeha lanciato un sondaggio sullo stato di gradimento dell'attuale Amministrazione Comunale di Bisignano. Lo specifico sondaggio ha interpellato i cittadini sulseguente quesito: "A due anni dall'insediamento, cosa ne pensi dell'Amministrazione Lo Giudice"?

Senza entrare nel merito dell'indagine on-line, è obbligatorio porre l'accentosul malcontento di tanti cittadini nei confronti del governo locale ancora improduttivo. A tal proposito, è bene tornareindietro di qualche anno e al programma amministrativo sottoscritto dalla lista "Energia per il Cambiamento"trionfatrice alle ultime elezioni comunali, in cui si legge,quanto segue: "La situazione di grave criticità dell'Ente, che investe tutti i settori della vita pubblica della nostra Città, ci impone di mettere in campo un progetto che risponda alle necessità primarie della comunità, senza rinunciare, però, a proiettare la nostra realtà verso un futuro più felice e ambizioso".

Dopo due anni di governo, sembra quasi che nulla sia cambiato. C'è la sensazione che molte cose dette e scritte non potranno mai essererealizzate. Eppure, nel programma elettorale si proponeva "una matrice realistica, trasparente e coerente, l'inizio di una nuova cosa, all'insegna della discontinuità con la vecchia amministrazione, efficace ed efficiente, ma soprattutto un'idea di rinnovamento della politica".

Nelle linee guida al programma, a firma del Primo Cittadino, oggi in carica a Bisignano, si proponevano alcuni obiettivi, da attivare nell'immediato, per rendere "la Città più bella, più equa, più sicura, più efficiente e più vivibile". Nell'introduzione al documento si precisava che era "imprescindibile e fondamentale la valorizzazione delle risorse umane, economiche e sociali al fine di creare migliori opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, e contrastare i perniciosi fenomeni della disoccupazione e dell'emigrazione".

Tralasciando i pareri contrastanti, espressi in più occasioni dai cittadini bisignanesi e dalle opposizioni anche quelle interne alla maggioranza di governo e riguardanti la prima parte del progetto elettorale che prevedeva di riorganizzare la macchina amministrativa e ripristinare i servizi essenziali resi al cittadino; di progettare e mettere in campo politiche attive del lavoro; di riaprire realmente la Chiesa della Riforma, è opportuno porre l'attenzione sugli altri punti del progetto di "Energia per il Cambiamento" che oggi rappresentano l'interesse collettivo e un'aspra critica per ciò che ancora non si è fatto.

In uno dei primi cinque punti del programma amministrativo si prevedeva di contrastare i fenomeni di abbandono delle periferie, in modo particolare della zona a monte. Nei due anni di governo ormai trascorsi, le zone rurali a monte di Bisignano, a causa della mancanza di opere di manutenzione, ordinaria e straordinaria, sono completamente abbandonate al loro destino.

La perdurata mancanza di una politica di sviluppo, la disattesa messa in sicurezza delle zone rurali dissestate e l'assenza di una viabilità comunale idonea al transito di tutti i veicoli, ha accelerato il fenomeno della migrazione della popolazione locale e l'indebolimento della dignità dei giovani abitanti che non sono disposti a lasciare le loro modeste proprietà agricole, in cambio del nulla. I residenti delle zone a monte di Bisignano hanno diritto a una viabilità legale e sicura che ancora non c'è.

Anche chi vive nelle altre periferie del comune di Bisignano, attende una rete stradale senza buche, erbacce e adeguatamente illuminata. Cosi come pure il centro abitato ha urgente bisogno delle promesse fatte in campagna elettorale in cui si faceva riferimento a interventi per migliorare le condizioni della viabilità, il decoro urbano della città e rivitalizzare il centro storico.

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In uno degli ultimi punti in scaletta del programma di "Energia per il Cambiamento" si parlava di "attivare politiche di sicurezza pubblica" mentre in quello successivo si prevedeva "l'attuazione di politiche di sensibilizzazione e incentivazione al rispetto delle regole e al principio di legalità".

Passeggiando per Bisignano, senza volere offendere nessuno, la parola che viene in mente è "degrado". Ovunque si osserva il territorio, dalle campagne, al centro abitato, fino ai dintorni dei luoghi di culto, è tutto abbandonato all'incuria del tempo. Sembra di vedere un paese fantasma e soprattutto al calare delle tenebre si ha quasi il timore di percorrere alcuni specifici vicoli del paese in cui nonostante i proclami sulla sicurezza pubblica, persiste una certa illegalità.

In non poche zone del paese, transenne e nastro segnaletico indicanoluoghi di smottamentiopericoli generici. Anche nei percorsi a piedi si possono incontrare buche trasformate in latrine per cani. Nelle zone di campagna e in certe parti della periferia mancano i controlli e anche in codesti luoghi è sconsigliabile passeggiare o correre in determinati orari.

In tale situazione, non trova attendibilità neanche il punto in cui si proferiva di "attivare politiche di welfare mirati a un maggiore contrasto del disagio sociale e a una maggiore coesione sociale". In un paese dove c'è inoccupazione, disoccupazione, lavoro precario e "sfruttamento legalizzato dei lavoratoti", il disagio sociale si dimostra in tutta la sua crudeltà, colpendo tutti trasversalmente con conseguenze che nulla hanno a che fare con una maggiore coesione sociale.

Non si è riusciti neppure a "tutelare il territorio e la salute dei cittadini attraverso il controllo, la bonifica, la valorizzazione e la messa in sicurezza delle risorse ambientali". L'inquinamento delle acque naturali, causato non soltanto dal malfunzionamento dei depuratori, provoca conseguenze negative per l'ambiente e offende indistintamente tutti gli esseri viventi. C'è chi parla di odori molesti, ma è puntualmente accusato di avereun "naso fino", respingendo ogni provocazione concernente l'effettiva puzza che invade tutto il circondario e impregna l'ambientetrasformandolo in una bolgiainvivibile, soprattutto nella valle e nelle zone collinari lungo le sponde del Crati.

Chi di speranza vive, disperato muore è il detto popolare che nella storia bisignanese ha sempre avuto un suo fascino. A Bisignano, nel caso della nuova gestione amministrativa, il motto antico si sta rivelando in tutti i sui contenuti. Anche gli elettori che hanno sostenuto il progetto del cambiamento sono rimasti in gran parte delusi poiché la fantastica metamorfosi tanto agognata non è mai iniziata.

Alberto De Luca