L'etica in politica, questa (quasi) sconosciuta

PARLAMENTO-ITALIANOdi Nino Mallamaci* - I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore. Come tutte le norme della Costituzione italiana, anche questa, contenuta nell'art. 54, secondo comma, ha il dono della semplicità, della immediata comprensibilità, della refrattarietà a interpretazioni di sorta. Precisazione doverosa: le norme scritte dai costituenti, ché dopo, e specialmente negli ultimi 20 anni, la qualità dei legislatori, e di conseguenza della legislazione – costituzionale, primaria, secondaria - , è crollata a livelli impensabili.

Io sono peraltro convinto che i Padri della nostra giovane democrazia, nell'elaborare e mettere nero su bianco queste 16 parole, non pensassero proprio che sarebbero state messe sotto i piedi con tanta non chalance da tanti esponenti del mondo politico. Tanti, e non tutti: questo dato è fondamentale per rintuzzare gli attacchi dell'antipolitica e del populismo, anch'essi, al pari della corruzione e di altri atteggiamenti non penalmente rilevanti ma perniciosi, responsabili dello scadimento complessivo del sistema.

E a quest'ultima categoria appartiene certamente il caso dei bonus chiesti da soggetti che se ne sarebbero dovuti astenere per ragioni di opportunità e, allargando lo spettro, di etica.

Alcune considerazioni su questa ignominiosa vicenda.

1) Un flash ovvio e non meritevole di spiegazione: nessuna distinzione tra chi chiede e chi effettivamente riceve.

2) In premessa, va detto che ogni caso andrebbe considerato a sé. In prima approssimazione, è sbagliato, illogico, ingiusto, mettere sullo stesso piano consiglieri, assessori comunali e sindaci di piccoli comuni, da un lato, e parlamentari, assessori e consiglieri regionali, sindaci e assessori di grandi comuni, dall'altro. Chi lo fa commette un errore madornale, scientemente o inconsapevolmente, anche se la prima categoria di fustigatori è certamente la peggiore. La discriminante, per stabilire chi è responsabile di un atteggiamento moralmente deprecabile, dovrebbe essere l'entrata mensile sulla quale il soggetto richiedente può contare quando, per ragioni indipendenti dalla propria volontà, si trova senza lavoro. Il ruolo ricoperto, preso a sé, sic et simpliciter, non ha alcuna rilevanza. Anche in questo caso la generalizzazione e l'antipolitica inducono a fare di tutta l'erba un fascio, e questo non è ragionare. Questa è la tipica e deprecabile azione di chi mette il fango nel ventilatore per inzaccherare chiunque si trovi nei paraggi, alimentando la confusione e impedendo, di fatto e come in ogni altro ambito, di individuare i responsabili: tutti colpevoli, nessun colpevole, alla fine. Che poi è forse l'obiettivo di molti – troppi - politici, commentatori, giornalisti.

3) Ho letto di qualcuno che, provando maldestramente a rigirare la frittata, ha attribuito la colpa di quanto accaduto a chi ha ideato e approvato la legge. Questa, è vero, ha lo stesso difetto di tante altre regole – non solo leggi – che ignorano le condizioni dei beneficiari di vantaggi di ogni genere, in particolare economici. Ciò è profondamente sbagliato. Se esistesse ancora una Sinistra degna di questo nome si preoccuperebbe di assicurare che a soggetti in condizioni diverse fossero fornite diverse opportunità. E' ingiusto, secondo una concezione basilare dell'essere di Sinistra, garantire le cure gratis o lo stesso importo di ticket, il trasporto pubblico, la scuola e l'università gratuiti, a chi ha tanto e a chi ha poco. La progressività prevista dalla nostra Carta dovrebbe essere applicata in ogni ambito e ad ogni prestazione pubblica.

Detto ciò, e preso atto asetticamente della giustificazione addotta dal Governo – si doveva fare presto versando in fase di emergenza -, non tutto ciò che è legale o legittimo può essere fatto. E qui torniamo alla opportunità, all'etica, all'art. 54 della Costituzione. Chi ha approvato la legge (parlamentari) o deve, per il ruolo che riveste, conoscere la ratio della stessa (presidenti, assessori, consiglieri regionali; sindaci, assessori, consiglieri comunali; tutti coloro che ricevono somme dal Pubblico), avevano il dovere morale di non approfittare delle maglie larghe della norma; a meno che, e può succedere per consiglieri, sindaci, assessori dei piccoli Comuni, le entrate mensili, in mancanza di lavoro, fossero tali da impedir loro di avere un minimo per vivere. Non ci vuole molto per compiere una valutazione obiettiva, sia per chi chiede, sia per chi ha il compito, giuridico o di altra natura (vedi partiti di appartenenza) di controllare.

4) Non doveva essere necessario l'intervento del Garante per la privacy per avere i nomi di questi accattoni (mi perdonino gli accattoni per bisogno). Come più volte è stato scritto, le provvidenze pubbliche sono oggetto di trasparenza, e questa prevale sul diritto alla riservatezza. Inoltre, è sembrata eccessiva e fuori luogo la solerzia nel cercare i responsabili della diffusione dei dati. Sarebbe stato meglio guardare la luna, anziché il dito che la indica. Pessima la performance del presidente dell'Inps.

5) La Lega è diventata una sorta di discarica per gli imbroglioni, i corrotti, i collusi, ecc. ecc. E' successo con altri soggetti politici, in passato. Ma le dimensioni del fenomeno, guardando alla Lega ex nord, hanno assunto proporzioni, per restare in tema, da epidemia. Sono lontani i tempi del cappio esibito in parlamento. Se davvero si dovessero impiccare, come pretendevano allora i duri e puri del senatur, tutti i leghisti presi con le mani dentro sacchi piccoli e grandi, i fabbricanti di cordame sarebbero in un battibaleno fuori dalla crisi.

*Avvocato e scrittore