Grazie al deputato Francesco Cannizzaro

Cannizzaro Francesco nuova 1di Nino Mallamaci* - Nella vita di un uomo può capitare qualsiasi cosa, anche la più inaspettata. Oggi a me capita in sorte di dover tessere le lodi del deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro. Non perché io abbia problemi a parlare bene di Cannizzaro quando combina qualcosa di buono per la collettività che rappresenta. Non lo conosco di persona, ma suo padre sì. La mia ritrosia potrebbe essere determinata solo dalla distanza siderale tra la sua posizione politica e la mia. Purtroppo sono fatto così: approccio laico e senza pregiudizi su qualsiasi questione. E così, non posso fare a meno di esprimere tutto il mio apprezzamento per quanto ha fatto Cannizzaro per assicurare un finanziamento per l'aeroporto di Reggio, e per aver fatto passare in Commissione un o.d.g. sulla vicenda dell'approdo delle navi nella zona nord della nostra città. Su quest'ultima questione, avendo io una certa esperienza, conosco bene la valenza di una presa di posizione in Commissione. E' un fatto importante, ma certamente non consente di scrivere la parola fine alla diatriba sull'assurdità della scelta del Ministero, compiuta in spregio alla ragione e alla contrarietà espressa dagli enti locali coinvolti, solo per far prevalere l'interesse di alcuni privati rispetto a quello pubblico. Tuttavia, Cannizzaro ha fatto quello che poteva fino a questo momento, e quello che anche altri avrebbero potuto fare e invece non hanno mosso un dito. Parlamentari eletti qui, coi voti dei reggini, o altri non eletti qui ma reggini a tutti gli effetti (vedi, lo dico esplicitamente, Marco Minniti. Ma da lui, guardando al passato, è lecito non aspettarsi mai niente per la sua città). Di Lega e 5 stelle in primis, ma anche altri di presunta opposizione come quelli del PD. E, a proposito del PD, è possibile che nessuno dei suoi esponenti locali, a partire dal sindaco e proseguendo con i vari consiglieri regionali di Reggio, abbia trovato un interlocutore in Parlamento per intervenire su un problema così vitale per la città e il suo circondario? Ma che cosa fanno, questi signori? Come trascorrono le loro giornate, ben retribuiti, se non hanno altra occupazione se non quella di pensare a come fare qualcosa per i loro territori? Oltre a parlare di correnti e correntine, vogliono avere la compiacenza di dedicare un'ora al giorno alla comunità di riferimento?

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E' antipatico scrivere dei propri congiunti, ma in questo caso lo devo fare necessariamente. Mio padre, da medico e da sindaco di un piccolo paese della periferia, politica e territoriale, dell'Italia, si spese allo spasimo per i diritti dei minatori. Lo fece in prima istanza per le centinaia di martiri del lavoro suoi compaesani, ma la sua opera ebbe benefici effetti per tutti coloro che si trovavano nelle medesime condizioni in ogni parte d'Italia. Grazie alla sua tenacia, il partito al quale era iscritto, col decisivo contributo dell'allora Presidente della Repubblica Saragat – venuto in visita a Motta San Giovanni nel 1966 proprio per inaugurare il monumento ai minatori voluto dal sindaco – fece approvare in Parlamento una legge che riconosceva il nesso di causalità tra la silicosi, contratta in miniera o in galleria, e le patologie che ne erano la conseguenza e determinavano la morte di molti di quegli eroi del lavoro e del sacrificio. Non fu necessario rivestire il ruolo di parlamentare o ministro, perché c'era una oliatissima ed efficace cinghia di trasmissione che andava dal semplice iscritto, dal sindaco di un paesino, dal consigliere, su fino a dove era necessario. In casi come quello del quale si è meritoriamente occupato Cannizzaro sarebbe utile attivare i canali di comunicazione tra i diversi livelli di rappresentanza. Anzi: sarebbe doveroso. Così funziona la democrazia, o dovrebbe funzionare. Non si tratta di raggiungere il risultato, ma, perlomeno, di impegnarsi al massimo delle proprie possibilità. Soprattutto quando non si è al cospetto di problemi per i quali ci si può e ci si deve dividere perché toccano principi e valori basilari. E allora, perché Cannizzaro sì e tutti gli altri no? A questo quesito, per me che ho avuto l'opportunità di vivere dal di dentro certi meccanismi, è facile rispondere. Serve passione, impegno, abnegazione, attenzione, prossimità. Non c'è altra ricetta se non questa, con questi ingredienti. Poi, sui grandi temi si può vincere o perdere, ciò dipende da tanti altri fattori sui quali si può dibattere per ore e ore. Ma se non hai le basi, se non fai il minimo indispensabile, come a scuola sei destinato a una sonora bocciatura.

*Avvocato e scrittore