Città Metropolitana: quale classe dirigente?

reggiocalabriacittametropolitanadi Giuseppe Bombino* - Se si fosse chiesto ad una persona dell'antichità un umano tipo ideale, avrebbe proposto il Saggio; e avrebbe citato, come esempio, Socrate, Platone, gli Stoici.

Se la stessa domanda fosse stata rivolta ad un uomo del Medioevo, avrebbe proposto, come tipo ideale, il Santo, ossia il modello della devozione alla causa della sua fede.

Se, oggi, si chiedesse ai contemporanei codesto tipo ideale, essi rimarrebbero incerti, o fornirebbero, come esemplare, l'insegnante, l'artista, l'avvocato, l'imprenditore, l'operaio; ossia non un uomo, ma una serie di uomini; anzi, una serie di figure professionali.

Così accade che l'ideale umano, oggi, risieda nella serie, come se l'uomo non fosse più la sua coscienza e la sua morale; persona, insomma. Ma, avendo perduto il suo significato centrale, divenisse organizzazione, gruppo, categoria.

L'aver sorpassato, per la ricerca di una categoria, l'uomo e la sua inclinazione spirituale, ha comportato che, dalle classi borghesi, le meglio organizzate, nascesse la burocrazia dirigente, i funzionari stipendiati, aspiranti alla dirigenza delle cose. Per questa via, si costituì la burocrazia nel senso etimologico: una dittatura di funzionari impossessatisi del governo, e laddove gli uomini capaci di governare sembrano colpiti in sonno, i burocrati hanno curvato la politica ad una pratica amministrativa. Mentre avanzano e si moltiplicano con rapidità inverosimile smaniosi e frivoli politici di microscopica intelligenza, i burocrati governano città e nazioni.

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Ma la classe politica è un'altra cosa. La politica è il luogo privilegiato delle scelte di portata collettiva; è il luogo della "lotta" tra i valori. Essa deve noverare uomini dalla superiore conformazione mentale e morale, con temperamento, con personalità, con l'intuito per la costruzione di uno spirito. A loro noi affideremmo il compito di anticipare, di veder per primi l'accadimento delle cose, i cambiamenti dei tempi e delle epoche, di indicare le direttrici per mettervi le comunità sul cammino della Storia.

Su codeste abilità d'intelletto e disposizioni dell'animo dovranno adagiarsi, poi, la preparazione culturale, la tecnica, un metodo.

E la portata dei fenomeni storici e sociali che stanno interessando la nostra Reggio, il periodo di elaborazione a cui siamo chiamati, nella prospettiva della Città Metropolitana, non possono essere affrontati se non con una "intelligenza politica" straordinaria, capace di trasfondere il particolare nell'universale, di trascendere dal singolo alla moltitudine.

Ora è necessario mostrare l'opera che si sta compiendo, annunziare il progetto unificante, dichiarare l'idea e la strategia, il piano, per persuadere gli scettici e provare ai dubbiosi che la dimensione in cui vorremmo inscrivere il processo di metropolizzazione non è solo una nomenclatura nelle menti della burocrazia dirigente.

E' tempo, dunque, che la politica risponda.

E nell'antichità, al sofista che non credeva nelle leggi del moto, il Saggio greco avrebbe fornito la più efficace delle risposte: camminando!

*Docente Universitario e Presidente Parco Nazionale dell'Aspromonte