Il messaggio criminogeno del sindaco di Locri

ScrittaLocridi Claudio Cordova - Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, si candida prepotentemente a vincere il premio per l'idea più cialtrona del primo trimestre 2017. La scelta di pubblicare sul proprio profilo Facebook la foto, estratta dal video delle telecamere di sorveglianza del centro di aggregazione giovanile - uno dei 3 luoghi colpiti insieme al vescovado ed una scuola – del responsabile delle scritte contro don Ciotti, ci ricorda che, tutto sommato, discendiamo dalle scimmie, per cui qualcosa di ancestrale, purtroppo, riaffiora sempre nell'essere umano. Il gesto è ancor più grave, però, per le modalità violente con cui il primo cittadino ha pubblicato la foto, con lo stile dei volantini "wanted" del vecchio west. Sopra la foto c'è scritto "Wanted! ecco l'immagine del balordo che arrivato in piazza De Gasperi a bordo di un'Opel Corsa guidata da altro idiota, ha lasciato traccia della propria viltà esponendo l'intera città ad una pessima figura a livello nazionale". Sotto: "Si offre lauta ricompensa a chi fornirà dettagliate notizie utili per poterli individuare".

Un gesto che diventa ancor più indecente perché arriva da chi dovrebbe essere un uomo delle Istituzioni, da un sindaco, che dovrebbe educare al rispetto delle regole, esserne il primo garante. Calabrese avrebbe dovuto esclusivamente consegnare il video alle autorità competenti, attendere le indagini ed eventualmente decidere per la costituzione di parte civile del Comune di Locri nel procedimento. Invece il primo cittadino cavalca l'onda dell'odio, quella stessa onda che spinge gli italiani a schierarsi contro le minoranze, ad armarsi e a giustificare le uccisioni, dietro la squallida maschera della giustizia "fai da te".

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Eppure basta aver completato la terza media (un tempo l'educazione civica era ben presente nelle scuole inferiori) per sapere che sono forze dell'ordine e i magistrati gli organi deputati a prevenire e reprimere i reati. E invece, la scelta di Calabrese – che probabilmente sperava di raccogliere un po' di applausi e di "mi piace" – sembra uscita per pacchianeria da uno "Spaghetti Western", ma nasconde in sé pericolosi semi di odio, fino a diventare criminogena. E se, dopo l'appello del sindaco, fosse proprio la 'ndrangheta a "consegnare" il responsabile, per allentare l'attenzione di Stato e media su Locri?

Non è da Uomini tentare di scatenare la "caccia all'uomo", promettendo peraltro del denaro. La 'ndrangheta assolda proprio così i propri sgherri: promettendo qualche spicciolo per uccidere o per devastare beni pubblici e privati.

Ed è proprio qui che dobbiamo differenziarci dalle logiche mafiose. Che cosa si vuole dimostrare? Che in fondo sono tutti mostruosi come la 'ndrangheta? Tutti disposti ad aggirare le regole dello Stato perché queste rallentano i tempi? Oppure a far qualcosa per denaro? Anche se il responsabile fosse il più pericoloso dei mafiosi (e con ogni probabilità, non lo è) deve essere individuato secondo i mezzi più consoni allo Stato ed eventualmente punito severamente. Ma restando dentro le regole: collaborare per individuare il responsabile di un reato è un dovere civico e morale, che va indirizzato verso le autorità competenti e soprattutto non va incentivato con l'offarta di soldi. Per troppo tempo, sul territorio calabrese, pezzi delle Istituzioni hanno adottato la formula del "fine giustifica i mezzi", arrivando a patteggiare con torbidi ambienti, pur di ottenere un risultato. E invece la gente non ha bisogno di colpevoli a prescindere, ma ha bisogno di riacquistare fiducia nelle Istituzioni e che questa fiducia venga "ricompensata".

In uno Stato di diritto, in una terra libera dalle logiche mafiose, come la manifestazione di Locri ha sostenuto con forza e dignità, non possono essere messe taglie per individuare i responsabili. Le "armi" per combattere la delinquenza sono quelle consentite dalla legge: non si può dire di essere contro la 'ndrangheta, se poi si propugna l'idea di contrastare una illegalità con un'altra illegalità.

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La "taglia" su Facebook: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/140252-scritte-sui-muri-a-locri-il-sindaco-pubblica-su-facebook-foto-dell-autore