La dottrina del Pd calabrese: squadra che perde non si cambia

pd bandiere260416di Ugo Floro - Come se non fossero bastate quelle rimediate da un anno a questa parte in città dal peso non proprio trascurabile (Cosenza, Vibo Valentia e Lamezia Terme su tutte) , è arrivata pure la batosta crotonese che, sia detto, ha punito oltre i propri demeriti la pur generosa Rosanna Barbieri.

Del resto è difficile rendere credibile e vincente l'odierno pd calabrese.

Puoi essere bravo, generoso e finanche appassionato , ma se gli altissimi dirigenti della ditta sono sempre gli stessi, la possibilità che tu perda è altissima.

E infatti....

Crotone è stato un altro capolavoro di supponenza – e di antipatia ( non dimentichiamo mai questo aspetto non secondario che contraddistingue parte buona dell'antropologia dirigenziale dem in questo momento storico) – che completa una performance regionale "stellare", preceduta dalle "gloriose" gesta di Rosarno, dove il partito di governo la gara non l'ha neanche giocata , e di Platì ,con gli emuli di George Bush Junior , gli esportatori della democrazia, che con il loro ritiro hanno fatto ridere l'Europa e adesso chiedono pure di essere risarciti .

Ora, da piu' parti ci si domanda, non senza ilarità : cos'altro deve accadere perché Ernesto Magorno dia le dimissioni da segretario regionale ( onorifico) di un pd che non ha mai governato, ne antomeno indirizzato?

Vuoi vedere che prenderà a pretesto la pur bella vittoria del neo sindaco Mascaro nel ballottaggio al fotofinish di Rossano per giustificare il solito tirare a campare di una segreteria sciatta e senza nerbo, come mai se ne erano viste prima ?

E' molto probabile.

D'altro canto, non dimentichiamoci che stiamo vivendo tempi dove vige il cosiddetto " canone inverso democratico", quel regime perdonista e ipocrita , lontano anni luce dalla blaterata meritocrazia , dove le peggiori squadre vincono. Squadre totalmente staccate dal corpo sociale , con dentro consiglieri regionali che anziché fare leggi zompettano da un convegno ( rectius, concerto)all'altro senza dire nulla , e per questo piu' somiglianti alle parodie dei One direction che a legislatori.

Capito bene che tempi viviamo? Quelli nei quali squadra che perde non si cambia in Calabria, bellezza!

Per cui la croce del disastro democratico non la possiamo caricare sulle sole spalle , mai state forti a dire il vero, dell'ineffabile segretario onorifico dei dem calabresi.

E' vero: il Pd magorniano , e minnitiano, aveva già perso prima.

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Sì, proprio così, prima di sfigurare un pò dappertutto nell'ultimo turno amministrativo, aveva perso giovani di talento seccati dal nuovismo di chi vuole perpetuare equilibri antichi e vecchi sarcofagi ; aveva perso la fiducia di non pochi appartenenti alla comunità valoriale di riferimento.

I risultati elettorali ne hanno certificato "solo" l'incapacità cronica di sapersi rinnovare nel profondo e, cosa gravissima , la mancanza di autonomia rispetto ad un governo regionale che ha piu' volte offerto al partito di maggioranza spunti , se non di aperta contestazione, quanto meno di critica, di pungolo toh, per riportare il confronto al centro della scena pubblica.

Invece nulla.

L'andamento magorniano , benedetto da piu' parti , anche dal duo politicamente cabarettistico Guerini-Lotti, che viene in Calabria solo per distribuire pacche sulle spalle , è stato remissivo, fideisticamente adesivo a quello della giunta guidata da Mario Oliverio.

Mai un distinguo , mai un appello a fare di piu', o un sano cazziatone al fine di scuotere un panorama imbolsito.

Ricorderemo Magorno, tra cent'anni, per aver sostituito il concetto del partito di governo con il piu' "coraggioso" partito del governo.

E badate che c'è grande differenza tra le due cose.

Perché il partito di governo, all'occorrenza, chiede conto , fa le pulci , opera i doverosi bilanci.

Il partito del governo, invece, è un tappeto sul quale passa di tutto , un'entità priva di vita, inerme, condizionata dal terrore di disturbare il capo, votata a perdere voti.

Ma se l'andamento magorniano è da archiviare per i disastri elettorali provocati , lo è anche perché esiste una direzione regionale che ne ha sostanzialmente asseverato l'agire; lo è perché ci sono segretari provinciali incompatibili che hanno contribuito non poco allo sfascio di una comunità dove abbondano gli statisti refrattari allo statuto con conseguente perdita secca di iscritti e simpatizzanti.

E allora, le dimissioni , non fosse che per un sussulto di dignità politica , le diano anche i corresponsabili di una segreteria giunta al capolinea.