La Lega a Reggio, fra 200 firme “vere” e un commissariamento a rilascio lento. “Noi dissidenti senza tessera? Il Carroccio devi averlo nel cuore…”

Recupero Franco 11 febbraiodi Mario Meliadò- Sùbito dopo la missiva, ci sono 13 pagine zeppe di firme, con tanto di numero del documento d'identità, come usa in questi casi. Però... c'è un "però": secondo i vertici costituiti della Lega (il coordinatore regionale e deputato Domenico Furgiuele e il commissario provinciale e cittadino di Reggio Calabria Michele Gullace), l'articolata richiesta di commissariamento della Lega in Calabria in realtà è "farlocca".

Il punto è che le «pecore», come alcuni graduati leghisti amerebbero chiamare i resistenti-dissidenti in seno al corpaccione calabrese di un Carroccio che pure in un territorio ben poco "settentrionale" come l'Abruzzo è riuscito a polverizzare tutti i competitor, capitanate dal fin qui coordinatore regionale della Lega "Noi con Salvini" Franco Recupero (il fratello Nuccio, per la medesima espressione leghista "filo-Sud", è stato per anni e risulterebbe a tutt'oggi coordinatore cittadino a Reggio Calabria), che per la verità scrive in prima persona singolare "sostenuto" da decine di firmatari, davvero non ci vanno tanto per il sottile, nella missiva. E chiedono "alzo zero" di commissariare la Lega in Calabria, per motivi sostanzialmente legati alla scarsa trasparenza e all'incapacità degli attuali vertici (leggasi Furgiuele).

DocumentoLega1Nella missiva inoltrata in pieno periodo natalizio, che qui riproduciamo, da via Cairoli fanno notare che «già prima del servizio di Reportsu Rai3 tanti bravi calabresi si lamentavano della situazione regionale della Lega Calabria, come purtroppo evidenziato in quest'ultimo servizio. La situazione è purtroppo peggiorata. Troppi – si legge nel documento, con tanto di carta intestata Lega "Salvini Premier" – chiedono che la Lega Calabria e il suo coordinamento regionale sia più trasparente nell'interesse della Lega e della Calabria. In molti negli ultimi giorni mi han chiesto di fare il portavoce delle loro istanze».

DocumentoLega2Così, Recupero va assai sul concreto. E «nell'interesse della Lega e della brava Calabria», conosciuto il vicepresidente della Commissione antimafia della Regione Lombardia Alex Galizzi (informatico di San Giovanni Bianco, dunque del Bergamasco ma dal cognome non esattamente orobico Galizzi, fin qui coordinatore della Lega per Val Brembana e Valle Imagna, è stato a Reggio alla fine dell'agosto scorso) nella lettera chiede ai vertici di via Bellerio «la possibilità di avere la sua presenza, se disponibile, nell'interesse collettivo in veste di commissario regionale».

Insomma una richiesta precisa: mettere un freno a Domenico Furgiuele, oggi oggettivamente dominus incontrastato della Lega calabra per via del cumulo degli incarichi di unico parlamentare dell'intera regione (ormai Matteo Salvini non ha più lo scranno senatoriale originariamente assegnatogli qui) e di coordinatore regionale, con tanto di proposta con nome&cognome di un possibile commissario che avrebbe certamente un imprinting legalitario notevole, in ragione del suo incarico istituzionale in Regione Lombardia. In più, evidenzia Recupero nella lettera, «ha esperienza organizzativa»: non un dettaglio, se questa cosa viene posta in rilievo è evidente l'implicito addebito d'inesperienza nei confronti dei vertici leghisti in carica. E in effetti nelle ultime righe della missiva si esplicita in modo perentorio questo aspetto: «Abbiamo visto in lui un entusiasmo leghista e prospettive organizzative che da noi, prima di lui, nessuno aveva portato se non il nostro grande Capitano Matteo (...). Crediamo che se Galizzi fosse con noi per guidarci e organizzarci per uscire dal pantano in cui si trova la Calabria, potremmo in poco tempo creare le basi di un futuro politico leghista più forte e lungimirante, distruggendo quelle logiche perverse che hanno messo in ginocchio l'intera regione».

Di più: «Negli ultimi mesi siamo nel caos» sostengono i firmatari dell'istanza di commissariamento del partito di Salvini in Calabria, rimarcando d'aver comunque proseguito nelle attività politiche sul territorio benché «messi da parte», e tra queste anche nel regolare funzionamento (con tanto di riunioni a cadenza settimanale, ogni sabato pomeriggio) di una sede abbastanza onerosa, quella della centrale via Cairoli appunto. Perché? «Crediamo nel progetto e non vogliamo perdere altro tempo, diventando ancòra più concreti – recita la lettera inviata al gotha nazionale della Lega –. Abbiamo disponibilità di tanti nuovi e bravi amministratori e cittadini che vogliono mettersi al servizio del progetto, ma che credono nel cambiamento e sono pronti a lavorare assieme a noi, ma chiedono più trasparenza. Non vogliamo chi si rinnega come abbiamo visto nel servizio su Report», trasmissione costantemente evocata anche perché «oggi purtroppo – così Franco Recupero & C. – vi sono persone appena nominate nel coordinamento attuale che pubblicamente rinnegano, diffamano e bluffano su ciò che fanno», mentre a fronte di un Furgiuele a Montecitorio si richiede «che il coordinamento venga riorganizzato in modo da essere meno attaccabili e al centro di continue perplessità e ombre».

Franco Recupero, nel chiedere il commissariamento parlate di "battaglia di legalità": perché?

«Sì, per noi è una battaglia più che di legalità, di trasparenza. Già dal servizio di Report del 10 dicembre scorso tanti bravi calabresi si sono lamentati della situazione della Lega in Calabria. La situazione è anche peggiorata, come puntualmente abbiamo scritto. In molti, nelle ultime settimane, mi avevano chiesto di fare da portavoce di queste istanze e io non me la son sentita di tirarmi indietro: dunque nella lettera non scrivo certo a titolo personale o per ambizioni di chissà che tipo, ma per nome e per conto di moltissimi militanti. Ci sono 200 firme: e mi sembra utile precisare che sono tutti leghisti "veri", e che le 200 sottoscrizioni sono state raccolte in due giorni appena, sotto le festività natalizie, a ridosso di Capodanno. Certo, ci fossimo dati più tempo per la raccolta delle sottoscrizioni, credo avremmo raggiunto facilmente qualche migliaio di firme».

Su quali considerazioni fonda questa stima?

«Sono davvero tantissime le persone che ci avvicinano dicendo: io sono della Lega, ma la tessera non la faccio, fin quando non mi è chiaro cosa fa il partito nazionale. E allora, tu che hai una sede del partito cosa fai? Cerchi di raggruppare tutti, di tenere tutti insieme, tutto il gruppo coeso affinché non ci sia un fuggi-fuggi. Perché, se il progetto esposto da Matteo Salvini è piaciuto a tutte queste persone, è giusto dar loro una speranza chiara. Per pochi, non possiamo mandare in fumo un progetto di futuro per questa terra».

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Nella vostra istanza, vi si contesta, chiedereste "la testa" di quello che però a tutt'oggi è l'unico parlamentare della Lega in Calabria, e solo per dissapori personali...

«Eh, no. Nell'istanza noi non chiediamo "la testa" di nessuno: chiediamo il commissariamento della Lega in Calabria, questo sì. E lo chiediamo anche perché o fai il deputato, o fai il coordinatore regionale, senza cumuli d'incarichi... Aggiungo che in questo momento Domenico Furgiuele è commissario: diventi coordinatore regionale una volta che fai un congresso e vieni democraticamente eletto...».

...Par di capire: da un lato voi ravvisate ombre nella gestione del partito, dall'altro ritenete che per avere organigrammi, assetti regolari non siano stati seguiti i processi, le procedure cui si è invece tenuti. O no?

«Proprio così. Io capisco la perplessità dell'onorevole Furgiuele, che è stato eletto anche grazie ai nostri voti e al nostro stesso sostegno, per carità. Però dobbiamo metterci nelle condizioni d'essere meno attaccabili, serve più trasparenza: anche nella famosa trasmissione sulla tv di Stato purtroppo sono emerse delle enormi criticità, che mettono in ginocchio lo svolgimento dell'attività politica in àmbito regionale».

Vabbè, ma chi oggi tiene le redini del partito calabrese obietta che Franco Recupero e gli altri firmatari dell'istanza di commissariamento non sono iscritti alla Lega, né coi metodi tradizionali né online. Voi però vi sentite del tutto legittimati a chiedere un atto così forte: come mai?

«Perché è inutile contestare la mancanza di una tessera: la Lega devi averla nel cuore. L'ho sempre sostenuto: fa più un semplice elettore o un semplice militante, anche non tesserato, rispetto a un sostenitore che ha in tasca la tessera e magari qualche incarico di partito come semplice "pennacchio". Del resto, se in ipotesi un partito prende 10mila voti a Reggio Calabria, non significa certo che questi corrispondano a 10mila tessere... e la nostra sede, iscritti o meno, funziona regolarmente, è aperta quotidianamente ci riuniamo ogni sabato pomeriggio alle 17. Noi facciamo militanza. Con tessera o meno, siamo leghisti: non credo la Lega abbia come idea che chi non ha la tessera del Carroccio non è leghista».

Sì, d'accordo, ma se voi con la mano sinistra dite...

«...Eh, difficilmente faremmo o diremmo qualsiasi cosa con la mano sinistra...»

...Vabbè, insomma, se "da un lato" chiedete il commissariamento del partito su scala regionale anche perché ritenete non siano state seguite a dovere le procedure,dall'altro non è una contraddizione gigantesca essere voi i primi fuori dalle "regole", non risultando iscritti?

«Mah, non credo proprio che noi non rispettiamo le regole. Anche in maniera silente, noi abbiamo sempre lavorato per i bravi calabresi e per tutti quanti credono nel progetto di Matteo Salvini. Non siamo mai andati sulla stampa, non c'interessa polemizzare con nessuno. Noi abbiamo fatto una richiesta che riteniamo sia legittima: almeno io, non discuto sicuramente su quanti siano tesserati, anche tra i firmatari di quest'istanza. Credo che l'oggetto del contendere non sia la tessera, ma la richiesta di commissariamento: e noi non stiamo chiedendo "solo" il commissariamento, ma proponiamo anche qualcosa di ben preciso».

Difficile ignorare che proponete quale commissario regionale della Lega chi, in Regione Lombardia, è vicepresidente dell'Antimafia...

«Ma infatti. Noi proponiamo una figura ben precisa, che in àmbito istituzionale, in quella che è forse la Regione più importante d'Italia, l'antimafia politicamente la fa. E in un territorio come il nostro abbiamo bisogno di persone simili disponibili a spendersi: dopodiché, se commissariare davvero o no non saremo noi a deciderlo».

Beh, anche se non lo ricordate nella lettera, sul fronte-legalità il vostro rimando è chiarissimo: Furgiuele ha un suocero "ingombrante", quel Salvatore Mazzei già coinvolto nell'operazione "Arca" della Dda di Reggio Calabria (ma poi assolto), finito in cella perché condannato a 4 anni e 2 mesi per estorsione, e che esattamente un anno fa (era il 5 febbraio del 2018) s'è visto confiscare 26 società, 67 fabbricati,176 terreni e altro per un controvalore da 200 milioni di euro.

«Certamente, il quadro è questo. E ovviamente ha una ricaduta sulla proiezione pubblica, politica della Lega. Però c'è anche il riferimento alla capacità organizzativa... Solo pochi giorni fa, abbiamo visto nel cuore di Reggio Calabria un gazebo della Lega, promosso dal consigliere comunale Emiliano Imbalzano: certo un gazebo lo puoi fare d'ogni colore, ma come si fa anche solo a pensare di fare di colore rosso un gazebo della Lega? Possiamo farlo verde, come sarebbe logico, o forse blu, bianco... ma non rosso, dài. E parliamo dello stesso consigliere che ha parlato di un'esigenza d'essere legittimati sul territorio: e certo!, mentre qualcuno c'insultava nelle varie piazze dicendoci che eravamo "traditori del Sud" noi facevamo gazebo e attività politiche d'ogni tipo sul territorio. Adesso, proprio quegli stessi pretenderebbero di rappresentare la Lega».

Ci sono però molte altre chiavi di lettura. Per esempio, suo fratello Nuccio è stato a lungo coordinatore cittadino della Lega "Noi con Salvini" e lei, sempre per "Noi con Salvini", coordinatore regionale Immigrazione e Sicurezza. Ma oggi Furgiuele e Gullace agiscono per la Lega "Salvini Premier", e i militanti ci capiscono ben poco. In Calabria e fuori, la Lega è una o no?

«La Lega è una, e una sola. Non esiste un'ipotesi diversa. Ha un segretario federale che è Matteo Salvini».

Quindi, se la Lega è una, gli organi in carica adesso li riconoscete...

«La Lega è una sempre e comunque. Le questioni relative agli organigrammi poi si risolvono nelle sedi e nei momenti opportuni, se e quando la Lega deciderà di fare delle scelte... sono la Lega e Matteo Salvini a decidere gli scenari. Noi siamo leghisti: punto. Non sappiamo in quali tempi decideranno i vertici nazionali del partito, e comunque dobbiamo mettere in conto anche una possibile non-accettazione della nostra richiesta».

D'accordo, ma venisse accolta la vostra istanza? Voi come ve lo immaginate, questo commissario?

«Come scriviamo nella nostra missiva, sarebbe bello avere come commissario Alex Galizzi, che ci ha portato un know-how, competenze organizzative che, a eccezione di qualche occasione con Salvini, noi non avevamo mai conosciuto prima. Ecco perché diciamo che serve una ventata d'aria nuova: c'è bisogno di una persona esterna che instradi la Lega calabrese in un percorso del tutto nuovo».

Quindi immaginate un commissario regionale non calabrese?

«Assolutamente un non calabrese, però debbo dire anche che era arrivata qualche voce un po' inquietante sul possibile commissario. Alcuni fanno finta di non sapere... io mi auguro che non venga un deputato, un "compagno di banco" del coordinatore-commissario attuale. Noi invece vogliamo un commissariamento trasparente, rivendichiamo discontinuità rispetto all'attuale percorso. Abbiamo sempre dato il nostro contributo alla Lega, abbiamo anche sostenuto e fatto campagna elettorale per Furgiuele... Non abbiamo niente contro il deputato lametino, ma lui non sta sostenendo la Lega della Calabria, che non ha fatto crescere, o che perlomeno non ha fatto crescere con le persone giuste, né tantomeno i cittadini calabresi... Se ogni volta che c'è un evento, poi dobbiamo ritrovarci titoloni di persone vicine al coordinatore che sono pregiudicate e hanno gravi problemi con la Giustizia, crediamo questo sia un problema ormai insostenibile».