Il voto della 'ndrangheta dietro l'elezione del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese?

Calabrese Giovanni nuovadi Claudio Cordova - Le intercettazioni della Dda di Reggio Calabria riescono a cristallizzare le dinamiche (spesso torbide) precedenti alle elezioni alla carica di Sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale di Locri, del maggio 2013, che vedranno la vittoria del sindaco Giovanni Calabrese, attualmente in carica.. La consultazione elettorale seguiva un breve periodo di commissariamento dovuto allo scioglimento della precedente amministrazione comunale per dimissioni "in blocco", decorrenti dal 6.11.2012, dell'allora primo cittadino Giuseppe Lombardo e della maggioranza dei consiglieri comunali. La scaturigine dell'evento era ravvisabile nel grave stato di dissesto finanziario in cui versavano le casse comunali che non avrebbero consentito la gestione, in condizioni di normalità, dell'apparato amministrativo. Per la nuova tornata elettorale, quindi, si presentavano al voto le liste "Impegno e Trasparenza" e "Tutti per Locri", capeggiate dai rispettivi candidati a Sindaco, Antonio Cavo e Giovanni Calabrese. Quest'ultimo (come più volte "profeticamente" anticipato da dal boss Antonio Cataldo nel corso dell'attività di intercettazione ) risulterà vincitore delle consultazioni con ampio margine di differenza in termini di voto (ben 4641 voti validi a fronte dei 1821 dell'altra lista). Parimenti, nella lista perdente, l'avvocato Giuseppe Mammoliti, anch'egli indicato quale beneficiario di un quoziente elettorale di derivazione mafiosa, risulterà primo non eletto ottenendo la cospicua somma di 520 voti.

Nel periodo a ridosso delle consultazioni amministrative per l'elezione della carica di sindaco di Locri, diversi dialoghi intercettati presso il pergolato di preghiera porranno in evidenza l'interessamento delle cosche Cataldo e Cordì, un tempo coinvolte in una sanguinosa faida. Le due famiglie sembrano essere molto interessate in relazione alla scelta del candidato da appoggiare, ma soprattutto il potere di condizionare l'esito delle votazioni, sulla scia della pacificazione raggiunta dalle due famiglie. Nel tardo pomeriggio del 30.04.2013, in piena fase pre-elettorale, Antonio Cataldo confrontandosi sull'argomento con un conoscente, cercava di delineare in anticipo gli assetti che stavano assumendo le due cosche locresi in termini di sostegno elettorale. Dal breve confronto tra i due conversanti emergeva l'elevato indice di condizionamento che erano in grado imprimere le due cosche sull'esito finale delle consultazioni ed, in particolare, che un'intesa tra di esse in tale direzione sarebbe stata determinante ai fini dell'aggiudicazione della tornata elettorale.

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Dalle parole dell'uomo (che gli inquirenti non riescono a identificare) l'assetto che stavano assumendo le liste elettorali con particolare riferimento a quella in cui affluivano i personaggi di maggiore spessore politico «... Ma questi qua vanno, perché non gli fanno ombra, ne ombra, perché adesso questi grossi, grossi la lista quella è! ... Tutti questi grossi, grossi, là vanno nella lista ... incompr. ...» e la figura dell'ex sindaco Lombardo, la cui immagine era stata fortemente ridimensionata dalle pregresse dimissioni «... l'unico che si poteva ... incompr. ... l'unico, però ancora un'altra volta Peppe Lombardo, però Peppe Lombardo ... incompr. ... perde credibilità ...» apriva le porte del discorso ad Antonio Cataldo il quale, nel corso della discussione, si adoperava per carpire notizie dall'interlocutore - evidentemente addentrato nelle dinamiche interne della contrapposta famiglia Cordì - circa la scelta del candidato che sarebbe stato appoggiato da tale cosca «... per curiosità volevo sapere i "Curdi" a chi votano? Calabrese? ...omissis.. a qualcuno devono votare ...»1Riguardo a quest'ultimo aspetto, il sentore di un accordo anche di natura elettorale tra le due cosche, traeva puntuale conferma dai dubbi che Cataldo palesava di fronte alle affermazioni del colloquiante il quale, indirizzava la ricaduta della scelta del candidato dei Cordì in favore dell'aspirante (e futuro, come sentenzierà l'esito delle votazioni) sindaco di Locri, Giovanni Calabrese: «... UOMO: "Là.. là è! ... Là nel ... - CATALDO: "Nella lista di Calabrese? ... e chi è? ... e come per i voti sono divisi? e a Mammoliti chi lo vota? ...». La titubanza espressa da Cataldo in realtà, trovava un fondamento ben preciso: la presunta preferenza dei Cordì nei riguardi di Calabrese mal si conciliava con la risaputa vicinanza che accomunava la famiglia Cataldo all'Avvocato Giuseppe Mammoliti, candidato nella formazione politica antagonista, capeggiata da Antonio Cavo. Cataldo, spiegava con dovizia di causa che il legale, avvalendosi delle sue referenze professionali in quanto difensore della sua famiglia e di altre affiliate ad entrambi gli schieramenti criminali, avrebbe disposto di un considerevole bacino di preferenze «... perché Mammoliti ha.. difende a tutte ste persone, là con gli Zucco si interessa ed ha i voti ...» che il suo interlocutore, facendo una stima sommaria in base al potenziale elettorale dei soggetti gravitanti nell'ambiente criminale di Locri, riusciva anche a quantificare numericamente in 400 preferenze, che solamente per una questione di "logica" matematica, coniando lo stesso termine dell'interlocutore, non avrebbero mai potuto fare "ombra" in un paese (quello di Locri) che conta un cospicuo elettorato attivo composto da 10.378 elettori «... si ma, Toto, e, trenta persone, quaranta persone, cinquanta persone, cento persone, non possono mai fare ombra con, con quattrocento, eh, eh, eh, eh ...». Cataldo, quindi, per fortificare il suo parere, procedeva ad una specifica conta dei potenziali voti nella disponibilità dei gruppi familiari e di alcuni esponenti di rilievo, tra cui il cugino Francesco Cataldo 'U Professore (che in quel momento rappresentava la massima espressione dell'omonimo sodalizio) che si sarebbero resi parte attiva nel reperire voti in favore di Mammoliti«... Cento persone erano dalla parte degli Zucco, cinquanta persone, gliele porta come ti dico, glieli raccoglie, mio cugino Franco, là, non hai capito, e li raccoglie altre cinquanta persone hai capito? E sono centocinquanta, altri cinquanta glieli portano gli Staltari, Aurelio e compagnia bella, là difende pure a questi degli Scali, tanto per essere, e gli portano altri cinquanta voti, tutti, a... questo avvocato che fa, va dove difende, e a chi difende? A mio cugino Totò, agli Zucco, e, si appoggia a questi ... incompr ...».

Dai discorsi di Cataldo, inoltre, emergerebbe che l'argomento elettorale sarebbe stato oggetto di discussione e di accordo tra le due cosche e che, qualora le rispettive posizioni fossero procedute di pari passo, ciò avrebbe determinato con il grado di certezza «... volevo capire chi vince prima ...» l'esito delle elezioni in senso favorevole «... Bisogna vedere come si sono messi d'accordo, non hai capito, ecco perché, volevo capire chi vince prima, perché se erano d'accordo ...». Mammoliti otteneva 520 voti. Grazie ad essi veniva eletto consigliere di minoranza quale primo candidato non eletto della lista "Impegno e trasparenza", durando in carica sino al 25.09.2015, data in cui rassegnava le dimissioni. A conclusione del discorso, i due dialoganti individuavano, ancora una volta, nell'avvocato Mammoliti il soggetto politico potenzialmente deputato a raccogliere maggiori consensi nell'ambiente criminale quale difensore di Antonio Cataldo Papuzzella ed altri «... CATALDO Antonio: Si ... e questo pensavo io! L'avvocato Mammoliti ha, a chi difende! a mio cugino Totò! ... E, no! Vedi che Pino Mammoliti... difende ... a questo Scali –UOMO: Qualcuno di loro, e l'altra volta che si è fermato ... incompr. ... che Mammoliti è l'avvocato di tutti ... incompr... no, scusa, ma pure ... quando eravamo fuori ... incompr. ... erano ancora quei periodi che ancora la situazione era ... incompr. ... non sono andati tutti i cazzi a Mammoliti? Andava Franco, andava Cola, andavano questi Cordì, Dieni, specialmente i Dieni andavano sempre ... incompr. ...».

Il 04.05.2013, autore di una lunga discussione con Antonio Cataldo cl. '64 sulla questione elettorale era Alessandro Raffaele Ancora una volta il leitmotiv del dialogo era la paventabile estensione delle cointeressenze criminali raggiunte a seguito del processo di pace tra le due cosche anche in direzione dell'influenza esercitata in ordine all'espressione del voto. L'interesse di Cataldoverso quell'appuntamento elettorale diventava sempre più stringente anche perché iniziava a ricevere le avance di diversi candidati quali (in prima persona) il candidato a sindaco Giovanni Calabrese «... poi è venuto PASSAFARO, PASSAFARO, no PASSAFARO, e, CALABRESE! ... Dice "poi vi voglio parlare" ... gli ho detto ... "sempre qua sono io! ...» o loro familiari come nel caso di Salvatore Ursino "Formaggino" – sostenitore del cognato Alfonso Passafaro, candidato nella medesima lista di Calabrese.

Dalle continue stime, fondate su commistioni varie tra i candidati e le cosche mafiose di Locri, chi continuava a riscuotere maggiore successo dai sondaggi di Antonio Cataldo era senza ombra di dubbio la lista di Giovanni Calabrese, sul conto della quale continuava ad acquisire importanti conferme circa il suo ambiguo legame con la famiglia Cordì, verso la quale poteva vantare dei riconoscimenti in ordine all'impiego di persone ad essa riconducibili nel Call Center di Locri nel cui ambito, lo stesso Calabrese, svolgeva mansioni di direttore «... RAFFAELE Alessandro: – ... Incompr. ... e li ci sono, da una parte portano là a CALABRESE ... incompr. Un cugino nel, "Call Center", io una volta sono andato a chiedergli un favore a CALABRESE! - CATALDO Antonio: -A chi hanno messo nel "Call Center"? ... Enzo? Enzo l'ha messo nel "Call Center"? ... Loro? E glieli ha messi? e quanti ne ha messi? - RAFFAELE Alessandro: Un paio glieli ha messi! ...». Le entrature dell'aspirante sindaco Calabrese facevano propendere, quindi, l'ago della bilancia del voto di quella cosca in suo favore «... CATALDO Antonio: Ma quindi questi, allora i CORDI' votano a CALABRESE? ...»19891 assumendo il rango di certezza nei riguardi del ramo familiare dei CAVALERI «... RAFFAELE Alessandro: Secondo me si! I "CAVALERI" sicuro! ... I CAVALERI" sicuro! ...»19892. Tale casato risulta legato a quello dei Cordì. Il discorso di Cataldo si basava quindi su dei caposaldi ben precisi. I Cordì - dato confortato anche dalle notizie reperite da Alessandro Raffaele - avrebbero appoggiato la candidatura a sindaco di Giovanni Calabrese «... CATALDO Antonio: Tu mi dici CALABRESE, che votano i CORDI! Se votano a CALABRESE, va CALABRESE! ...». Il cugino Francesco Cataldo 'u professore avrebbe appoggiato la scelta dell'altro casato mafioso «... Perché figurati se li Franco, non gli da i voti pure a CALABRESE! ...» ed avrebbe "tradito" la candidatura dell'Avv. Giuseppe Mammoliti «... CATALDO Antonio: Se ne fregano di MAMMOLITI! Hai capito? Perché la politica è sporca! ...» in cambio di lauti affari che, come concordato «... RAFFAELE Alessandro: Dove gli promettono i soldi li votano ...» avrebbero apportato la vittoria di quella lista «... CATALDO Antonio: "Questi, per la "pila", gli interessa, gli interessano i soldi ...... non solo, posti, "madonne", "signori" ...».

In una ulteriore conversazione, Cataldo ripiegava nuovamente il discorso sulle elezioni ed i vari incontri che stava tenendo per avere conferme in ordine al "patto elettorale" «... Gli ho dato appuntamento cinquanta volte! Voglio capire, questo cazzo di voto ... a chi votano questi! Chi vota a quello, chi vota ... incompr. ... Voglio capire ... incompr. ... da una parte, vota o meno! Come dobbiamo fare? ...». Inevitabilmente, quindi, il discorso di Raffaele, scivolava sul candidato che – come già ampiamente avuto modo di analizzare - in quel momento stava raccogliendo maggiori plausi tra l'ambiente criminale ossia l'aspirante Sindaco Avv. Giovanni Calabrese la cui figura era ben conosciuta a Raffaele per il sostegno assicurato dalla sua famiglia, in occasione delle precedenti elezioni comunali, in favore del suo candidato Avv. Rosario Scarfò, facente parte della lista "Leali alla città" «... Un giorno ... erano nemici! "CALABRESE" e ... e ... e mio fratello, non si calcolavano più! ... E ... e "ROSARIO"! Ora Rosario è fuori! ... "SCARFO'" ...Non si è visto più dopo l'ultima figura di merda che ha fatto! ... e tutti i cazzi! Mio fratello con Bruno e con tutta la comitiva loro non hanno avuto cosa di raccogliere ... incompr. ... mio fratello ... incompr. ... mio fratello, i voti! Hai capito? ...».

In senso diametralmente opposto a quello di CALABRESE si palesava l'andamento elettorale dell'altro candidato di riferimento delle cosche, l'Avv.Giuseppe Mammoliti, che rischiava seriamente di essere lasciato al palo «... CATALDO Antonio: Io non ho capito, se si giocano a "MAMMOLITI"! Là se lo giocano! - RAFFAELE Alessandro: Ma, vedi che "PINO", non so se arrivano a giocarselo, facilmente! Pino, all'epoca, hai visto quanti voti ha portato! Millecinquecento voti! Duemila voti! Eh! ...»19924 pur avendo, comunque, buone possibilità (come in effetti accadrà all'esito delle elezioni) di raggiungere la carica di consigliere di opposizione «... CATALDO Antonio: Si, ma pure se perde la lista ... - RAFFAELE Alessandro: Se perde la lista, va in opposizione! ...». L'interesse delle cosche di determinare l'esito elettorale, ovviamente, risiedeva nella possibilità di gestione da parte dei vincitori della "res pubblica" con conseguenti prospettive di ricchezza «... RAFFAELE Alessandro: Quelli che vincono si prendono i soldi! Quelli con non vincono vanno solo all'opposizione e non prendono niente. Questo accordo ... incompr. ... Ma l'accordo lo trovano ... per il mangia, mangia, l'hanno trovato sempre! ...». L'allettante prospettiva di guadagni stimolava ancora di più l'intento del boss Cataldo di avere conferme sull'indirizzo elettorale della due cosche Cataldo/Cordì «...Sono curioso di vedere che cazzo succede! Cioè, di capire a chi votano ... i CORDI' ... e "FRANCE..." ... e una parte ... e FRANCO ... e FRANCO CATALDO là! ... Perché là, secondo me, se sono d'accordo anche per questo, allora ... cambiano! ...» o ancor di più – dando per scontato il sostegno della cosca Cordì in favore di Calabrese: «... Ancora, non si è capito, che schieramenti hanno preso! Hai capito? Cioè, non, non ... Allora, se i CORDÌ votano a Calabrese ... questo è certo! ...» – era stimolato dal presentimento di un impegno nella raccolta di voti in favore di quest'ultimo anche da parte del cugino CATALDO Francesco cl. '58 in ossequio a quel connubio criminale instaurato con la cosca un tempo antagonista «... CATALDO Antonio: Eh! E' normale! E se là FRANCO, gli raccoglie pure per Calabrese? Ne ha trenta, quaranta, cinquanta, cento voti, centocinquanta voti ... Perché poi li trova lui! Non pensare che non li trova! – RAFFAELE Alessandro – Li trova ... incompr. ... E "gira e volta" ... sempre lui li trova! – CATALDO Antonio: Ah, certo che li trova! ...».

Gli affari economici delle cosche rappresentavano il surplus che deponeva in favore di una affermazione della lista "Calabrese" «... CATALDO Antonio: E questo ... incompr. ..., hai capito? Perché se sono d'accordo per questo fatto dei lavori con CALABRESE! Con questo cazzo di bordello ... incompr. ... lavori ... e vince, vince lui!. ..Ci sono i soldi in questo ... incompr. ..., hai capito? Eh ... questo discorso non lo so io! Ma ora c'è ... sono tutti e due, hai capito? ...». La convinzione dell'esistenza di un accordo in ordine all'accaparramento, da parte dei due sodalizi, della fetta di appalti pubblici rientranti nella gestione dell'ente comunale, rappresentava il discrimine tra delle libere e normali consultazioni politiche e quello che in realtà si palesava come un condizionamento determinante su di esse «... CATALDO Antonio: Se è libera scelta si! Non hai capito! Ma se è una scelta condizionata ... per esempio ... - RAFFAELE Alessandro: Se è libera scelta ... ti posso dire che se la combattono! ... Se invece, se è là, non si combattono niente ... che vince CALABRESE! Io così la vedo! ...». Dalle parole di Antonio Cataldo, l'unico fattore che poteva frapporsi al sentore di quel legame politico-criminale era rappresentato soltanto dall'altrettanta notoria vicinanza alla cosca Cataldo dell'Avvocato Pino Mammoliti «... Bisogna vedere che fa MAMMOLITI! ...».

Le "storiche" referenze politiche delle due cosche che potevano dedursi dai dialoghi di Antonio Cataldo e dei suoi conversanti – Mammoliti per quella dei Cataldo: «... Io ora voglio vedere ancora come cazzo ... incompr. ...! Ma ... se ... se, quando capisco ... incompr. ... la politica ... che significa! Pure a MAMMOLITI! Si giocano a tutti, ... incompr. ..., roba di due ... incompr. ... d'accordo, d'accordo sopra i soldi, hai capito? ...» e Calabrese per quella dei Cordì – non costituivano più un dato assodato a seguito del processo di "pace" che nell'atto pratico si era tradotto in una vera e propria unione "politico-affaristica" tra i due sodalizi «... CATALDO Antonio: La pace? Ci sono i voti nel mezzo e questioni di soldi ... Non che ... incompr. ... come pure ... incompr. ... Franco ... incompr. ... Totò! ...»,

I "sondaggi" di Cataldo si estendono anche a soggetti chiaramente contigui alla cosca. Il 21.05.2013, l'accolito di turno questa volta era Renato Floccari che, imbeccato da Totò Cataldo «... A chi votate voi quest'anno? ...», indirizzava l'espressione del voto in favore del candidato Raffaele Sainato, iscritto nelle liste dell'aspirante sindaco Giovanni Calabrese «... Raffaele. Io voto a Raffaele ... Raffaele Sainato! ... Si ... va bene ... ma sempre ... sempre a coso gli vanno, a ... A Calabrese! ...» che, stando alle prime stime dell'esponente della famiglia Cataldo, era la figura politica che in quel momento stava riscuotendo maggiore gradimento tra le sue "conoscenze" «... A Calabrese? Tutti a Calabrese! ...».