"Io posso darle una buona mano: arriviamo a Battaglia, Irto e ai Ministeri”

sarra alberto500di Claudio Cordova - Alberto Sarra non è un collaboratore di giustizia. A differenza degli altri imputati del procedimento "Gotha", celebrato contro la masso-'ndrangheta reggina, non ha scelto di trincerarsi nel silenzio, ma di difendersi parlando. Paolo Romeo, Giuseppe Scopelliti, Franco Zoccali, Antonio Caridi, Giuseppe Valentino, Eduardo Lamberti Castronuovo, ma anche la 'ndrangheta dei De Stefano, degli Audino, dei Condello. Tanti i nomi fatti dall'ex sottosegretario regionale, considerato, al pari di Caridi, un elemento di cui la cupola massonica dei clan, comandata dagli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, si sarebbe giovata per infiltrare le Istituzioni anche a livelli altissimi.

Fin dall'arresto, avvenuto nell'estate 2016, Sarra ha deciso di parlare. Poche ammissioni sul proprio operato (anche per questo non può essere considerato un collaboratore di giustizia), ma tanti i nomi che l'ex esponente di Alleanza Nazionale fa al pubblico ministero Giuseppe Lombardo. Circostanze, quelle raccontate da Sarra, che si incastrano in dinamiche politiche, ma anche criminali. E che, quindi, vanno tutte verificate, anche perché di certo l'imputato non può essere definito un "teste disinteressato".

L'impressione, comunque, è che Sarra sia a in possesso di un patrimonio conoscitivo molto vasto, per aver vissuto dall'interno il mondo – spesso torbido – della politica calabrese.

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Solo una piccola parte delle dichiarazioni rese dall'imputato al pm Lombardo è stata riversata nel procedimento "Gotha": quelle parole, cioè, che riguardano gli altri imputati (Paolo Romeo e Antonio Caridi in primis) e che potrebbero contribuire a rafforzare il quadro accusatorio costruito dalla Dda di Reggio Calabria, l'assunto secondo cui la cupola massonica della 'ndrangheta abbia condizionato la politica degli ultimi 20 anni in Calabria, contribuendo alla scalata di alcuni esponenti, quali per esempio Giuseppe Scopelliti, che dal successo del suo "Modello Reggio", trarrà la spinta propulsiva per diventare presidente della Giunta Regionale.

Ma Sarra è avvocato e sa che ogni sua dichiarazione potrà essere utilizzata, non solo per la propria posizione, ma anche per gli altri soggetti menzionati. Eppure, non risparmia racconti e riferimenti. Uno, in particolare, è appena accennato. E' l'interrogatorio del 19 gennaio scorso, davanti, come sempre, al pm Giuseppe Lombardo. L'imputato sta parlando del rapporto tra Scopelliti e Caridi, allacciato e rinsaldato tramite il circuito di Paolo Romeo. Caridi, infatti, diventa assessore nella prima giunta comunale targata Scopelliti, nel 2002: "Caridi non ha ancora il rapporto con Scopelliti forte...". Il rapporto si rinsalderebbe grazie al senatore Giuseppe Valentino, per anni uomo forte di Forza Italia e molto vicino a Paolo Romeo: "Avviene attraverso quel passaggio, attraverso... e quando lui dice io ho rapporto, lì è chiaro, ma a lei non può sfuggire questo... quando Vale... quando lui dice, ma io ho un rapporto buono con Alberto Sarra...". Subito dopo il passaggio, appena accennato, che sembra coinvolgere due importanti esponenti del Partito Democratico, Battaglia e Irto, da identificarsi probabilmente nel deputato Demetrio Battaglia e nel presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto. Un passaggio che Sarra aggancia ad alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Consolato Villani, per anni membro del clan Lo Giudice e molto vicino al boss poi collaboratore, Nino Lo Giudice: "Le cose ci sono nell'ordinanza, c'è tutto... io posso darle una buona mano su tante cose, per esempio, quando Villani dice, il politico Battaglia... lì saliamo... lì saliamo perché poi arriviamo a Irto, poi arriviamo ai Ministeri".

A quali Ministeri si arriverebbe? "Lo faremo" risponde il pm Lombardo. E il discorso vira su altri argomenti. Almeno in quel 19 gennaio 2017...