Blitz contro i Grande Aracri, il procuratore di Bologna: “Operazione che prosegue il processo ‘Aemilia’”

Polizia 25 giugno"Questa e' una operazione che idealmente e materialmente rappresenta la prosecuzione del processo Aemilia. Lo avevamo detto che non era il punto terminale dell'attivita' di contrasto all'infiltrazione della 'Ndrangheta in Emilia, perche' altri accertamenti erano in corso". Lo ha affermato il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, spiegando in conferenza stampa i dettagli dell'operazione 'Grimilde', la maxi inchiesta che ha segnato un altro duro colpo alla 'Ndrangheta in Emilia. In tutto sono 16 le misure cautelari chieste e ottenute dal pm della Dda Beatrice Ronchi, 13 in carcere e 3 ai domiciliari. A 12 persone e' contestata l'associazione mafiosa, altri reati sono estorsione, violenza privata, intermediazione illecita di lavoratori. Gli indagati sono 64, un centinaio le perquisizioni. "Abbiamo contestato il reato associativo e direi che e' qualificante in negativo che partecipassero a questa associazione anche persone che fanno parte di quella zona grigia di cui tante volte abbiamo parlato", ha detto ancora Amato. 

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"C'e' per esempio la figura di un commercialista (Leonardo Villirillo, ndr.) - ha spiegato ancora Amato - che ha dato un contributo essenziale per quanto riguardava le operazioni di intestazione fittizia dei beni della societa' che di volta in volta servivano per recidere il collegamento tra gli appartenenti all'associazione e i beni stessi". Quanto al ruolo di Giuseppe Caruso, Amato ha spiegato che "non c'entra nulla" con l'inchiesta "il ruolo politico che ricopre ora: non c'e' spendita di ruolo pubblico in quest'attivita' che riteniamo penalmente rilevante". Il "coinvolgimento personale" di Caruso risale a quando era dipendente dell'Agenzia delle Dogane di Piacenza. In quel ruolo, ha detto ancora Amato, "e' risultato coinvolto a pieno titolo in questa associazione, in particolare svolgendo un ruolo importante in alcune attivita' che vedevano l'associazione interessata ad una azienda di riso che operava nel mantovano".

"C'e' qualche perplessita', si fa un po' fatica da addetti ai lavori a capire come, in un'area come questa dove c'e' un grande senso civico e una diffusa cultura della legalita', queste cose non si riescano a superare. Per questo abbiamo chiamato l'operazione 'Grimilde', con riferimento alla sindrome di Grimilde che non ammette le sue imperfezioni e non si guarda allo specchio" ha detto il responsabile della Direzione centrale anticrimine (Dac) della Polizia Francesco Messina.

L'associazione criminale, ha spiegato il capo della squadra Mobile di Bologna, Luca Armeni, "nel momento in cui non riusciva ad imporsi passava all'intervento 'militare'". Come quando dopo aver acquistato una bocciofila a Reggio Emilia, con pizzeria annessa, ha cominciato a minacciare il proprietario di un ristorante concorrente: "Devi andare via, senno' ti ammazziamo". L'associazione, che secondo gli investigatori era guidata da Francesco Grande Aracri e dai figli, "aveva creato anche una societa' per costruire 350 villette in Belgio", a Bruxelles. "A Francesco Grande Aracri era stato proposto questo affare - ha spiegato Armeni - e allora decide di assumere operai pagandoli dai 3 ai 5 euro l'ora, senza giorni di riposo. Questo sottolinea la loro mancanza di scrupoli".