Vittorio Stelo al Master dell’Unical: “Il disagio sociale è un’emergenza per i servizi. L’intelligence ha bisogno di fiducia e lealtà”

"La nuova emergenza per l'intelligence è il crescente disagio sociale, considerato con una valenza autonoma e sistematica". È quanto ha affermato il prefetto Vittorio Stelo, Direttore del SISDE dal 1996 al 2001, nel corso della lezione tenuta al Master in Intelligence dell'Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri. "La sicurezza - ha detto Stelo - è un bene primario, insopprimibile e predominante su qualunque altro interesse garantito costituzionalmente". "I Servizi - ha detto - operano in una zona grigia precedendo l'attività delle forze di polizia, difendendo i valori delle istituzioni democratiche e tutelando la ragion di Stato, che fa prevalere l'interesse generale su quello del singolo cittadino". Stelo ha poi proseguito dicendo che "prima del giudizio viene l'analisi che, essendo il cuore dell'intelligence, deve essere pienamente rispondente agli interessi dello Stato, "spietata" e unpolitally correct per prospettare scenari futuri ai decisori pubblici. Per fare questo occorre avere operatori con senso dello Stato e professionalità, inseriti in un'organizzazione normata per legge e dotata di risorse adeguate". L'ex Direttore del SISDE ha quindi affrontato il tema del disagio sociale che non ha solo cause economiche ma anche morali, psicologiche ed esistenziali. Lo Stato inevitabilmente regola i fenomeni collettivi in ritardo e questo accade anche in una democrazia rappresentativa come la nostra, dove la Costituzione prevede il ruolo fondamentale degli organismi intermedi, quali i partiti e i sindacati, la famiglia e la scuola. Oggi queste sintesi e mediazioni con lo Stato vengono in gran parte sostituite direttamente dalla Rete, anche attraverso gli influencer e forme di democrazia diretta e di popolo al potere, modificando di fatto la Costituzione. Ritornando al tema del disagio, Stelo ha ricordato il periodo delle BR e della lotta armata, soffermandosi sulle analisi economiche e sociali delle organizzazioni terroristiche che avevano anticipato il predominio della globalizzazione con i poteri finanziari che prevalgano su quelli politici. Ha evidenziato che in occasione del caso Moro si è rischiato il collasso dello Stato, evitato sia da una reazione istituzionale con una legislazione speciale ai limiti sella costituzionalità e sopratutto con una reazione morale a livello popolare. "Appunto per questo - ha ribadito - il disagio sociale va affrontato anche nella sua dimensione morale in un contesto in cui assume dimensioni globali la precarietà, lavorativa e affettiva, politica e familiare". Per Stelo "anche le mafie e il terrorismo, fenomeni in parte culturali e ideologici, utilizzano da tempo il disagio sociale che può oggi superare il livello di guardia, consapevolmente e inconsapevolmente. In tale quadro potrebbero essere ricondotti, per fare riferimento a episodi recenti, la violenza nello sport sia fisica che razziale, nonché fuori e dentro le discoteche, le turbolenze nelle movide, le varie forme di maleducazione civica e istituzionale. A ciò si aggiungano le violenze sui bambini, sulle donne, sui diversamente abili e sugli anziani. L'attualità politica in Italia ci sta evidenziando le proteste dei pastori sardi e gli scontri di qualche giorno fa a Torino dove sono stati protagonisti gli anarchici mentre a livello europeo sono emblematiche del disagio le rivolte dei gilet gialli in Francia, i cui esiti potrebbero essere imprevedibili". "C'è già una rivoluzione in atto - ha sostenuto - rappresentata dalla Rete, strumento di democrazia partecipata e globale ma all'interno della quale sembrano intercambiabili il bene e il male, il vero e il falso, il prevedibile e l'impossibile, modificando i linguaggi, i comportamenti, i tempi, i sentimenti, le relazioni istituzionali, personali e collettive. Siamo alle presenza di una trasformazione epocale superiore a quella avviata dalla presa della Bastiglia. Ed è proprio nella Rete che si manifesta ampiamente il disagio e quindi l'intelligence deve monitorare con attenzione queste manifestazioni in modo da averne contezza per riferire analisi e prospettive ai decisori politici". "I Servizi - ha concluso Stelo - hanno bisogno di fiducia da parte dell'opinione pubblica e dei vertici politici così come hanno bisogno di lealtà all'interno nella concreta attività operativa".

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