Cosenza, i consiglieri del gruppo "Mario Occhiuto Sindaco": "Blocco cantieri responsabilità della Regione"

"Se c'è da rintracciare responsabilità sul blocco dei cantieri per la realizzazione della metro tranvia queste non possono che essere ascritte alla Regione Calabria".

Così i consiglieri comunali del gruppo "Mario Occhiuto Sindaco", Andrea Falbo (capogruppo), Anna Rugiero, Pierluigi Caputo e Gisberto Spadafora in una dichiarazione congiunta nella quale esprimono solidarietà al Sindaco Mario Occhiuto per le affermazioni del consigliere comunale del PD Damiano Covelli.

"E' veramente da bugiardi e da ottusi scaricare sul Sindaco Occhiuto le responsabilità del blocco dei cantieri ed i conseguenti disagi che sono derivati alla viabilità ed al commercio. Il consigliere Covelli dimentica troppo facilmente che la direzione dei lavori e la progettazione sono di competenza della Regione e non di gestione comunale. Se così fosse stato, e gli esempi di Piazza Bilotti e del Ponte di Calatrava parlano fin troppo chiaro, il Comune non avrebbe esitato ad accelerare i lavori. Quando è direttamente il Comune ad occuparsi dei lavori, le realizzazioni sono sotto gli occhi di tutti. Altra cantonata presa da Covelli – prosegue la nota dei consiglieri del gruppo "Mario Occhiuto Sindaco – riguarda la chiusura del Viale Mancini. E qui Covelli è colto dall'ennesima amnesìa. Nel progetto migliorativo proposto dall'Amministrazione comunale era prevista la realizzazione di una strada alternativa complementare che spettava alla Regione realizzare, secondo gli impegni presi. E, invece? Nulla di tutto questo. E' evidente che dovendo dare inizio ai lavori per forza di cose bisognava cominciare da Viale Mancini. Certamente non si poteva iniziare chiudendo Corso Umberto o Piazza Riforma da cui comunque dovrà passare il tracciato della metro tranvia. Sono questi i dati su cui Covelli non può mistificare, tentando di fare l'illusionista. I cittadini di Cosenza non si lasceranno abbindolare da queste versioni di comodo che tendono solo ad alterare la realtà dei fatti".

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