Dai loculi alla bitumazione delle strade, passando per l'arredo urbano: tutti gli appalti nelle mani del "Cartello"

bitumazionestrade"Sono qui per testimoniare l'impegno e la serietà del lavoro svolto dalla procura e dalla guardia di finanza. Si parte dalla segnalazione di un sindaco sulla quale l'autorità giudiziaria è intervenuta e ha portato ad evidenziare una serie di anomalie e responsabilità personali che evidenziano un rapporto malato tra cartelli d'impresa, dipendenti pubblici e singoli soggetti". Lo ha detto il Procuratore generale della Repubblica di Catanzaro Otello Lupacchini, nel corso di una conferenza stampa.

"Il sindaco di Corigliano, Giuseppe Gerace - ha aggiunto il Procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla - probabilmente si era accorto di qualcosa e ha inviato una missiva al prefetto che poi ha ritenuto portarla alla mia attenzione. Forse sarebbe stato opportuno denunciare. Da lì abbiamo scoperta una sorta di modus operandi sempre uguale per gestire le gare d'appalto. Se qualcuno, per sbaglio, estraneo a questo contesto si aggiudicava la gara, non la portava avanti ma lo cedeva a quelli del cartello che gli corrispondevano il 5%. Io non ho mai ricevuto denunce da parte di imprenditori estromessi, questo vuol dire che il sistema conveniva a tutti". "I lavori - ha detto ancora Facciolla - venivano eseguiti male, a risparmio sui materiali e in violazione delle regole sugli appalti pubblici. Undici gare d'appalto, si va dalla realizzazione dei loculi, alla bitumatura delle strade e l'arredo urbano. Nella piazza di Corigliano sono state collocate 42 panchine dal singolo costo di 860 euro, che il Comune, però, ha pagato 3.700 euro l'una. Un esempio che evidenzia come in questo sistema ci guadagnavano tutti, gli impiegati, gli imprenditori. Venivano anche fatti lavori in maniera sommari, come per esempio su una strada sulla quale l'estate scorsa - ha detto Facciolla - ha perso la vita un ragazzino, cadendo su una buca con la sua bicicletta".". Del cartello facevano parte 28 imprese.

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La documentazione relativa alla partecipazione delle ditte appartenenti al "cartello" veniva predisposta da un unico centro decisionale, appositamente creato dagli imprenditori proprio con la funzione di raccordo e coordinamento. I pubblici funzionari omettevano sistematicamente la vigilanza ed il controllo sulle procedure di aggiudicazione ed esecuzione ed intervenivano nell'avvalorare varianti illegittime e false perizie. In particolare, i funzionari preposti omettevano la verifica della legittima cessione e dei requisiti di qualificazione e di ordine tecnico organizzativo nei casi di sub-appalto dell'esecuzione delle opere, oltre che la segnalazione delle irregolarita' ai rispettivi uffici e responsabili dei procedimenti; la verifica della veridicita' delle dichiarazioni delle autocertificazioni presentate e altre attivita' di competenza dei propri uffici.Gli indagati avrebbero concertato affidamenti diretti illegittimi, violazioni ai principi di rotazione e trasparenza, fino ad arrivare ad escludere partecipanti alle gare evidenziando violazioni formali nella presentazione delle domande. In alcuni casi gli stessi funzionari proponevano e consentivano l'introduzione di nuovi lavori con la previsione di nuovi prezzi delle forniture dei servizi, approvando, senza averne la competenza, varianti ai lavori aggiudicati modificando sostanzialmente il bando di gara. L'omesso controllo e l'illegittima autorizzazione di varianti progettuali, la falsa attestazione della continuita' del cantiere e quindi dei lavori, le false o compiacenti perizie, determinavano l'incremento dei costi delle opere pubbliche, realizzate, in alcuni casi, con materiali differenti e piu' economici rispetto a quelli previsti dal capitolato di appalto.