Diamante (Cs), il Movimento Popolare presenta esposto per chiusura aerea portuale

Il 13 febbraio una folta delegazione del Movimento popolare si è recata negli uffici dei vigili urbani, del sindaco e della capitaneria di porto per consegnare a mano un esposto inerente il grave atto di provocazione compiuto dal concessionario nel giorno del corteo sulla questione portuale di Diamante. L'esposto è stato inviato anche alla Procura di Paola.

Nell'esposto il Movimento popolare dichiara:

"Il presente atto ha la finalità di porre all'attenzione degli uffici riceventi, accadimenti inerenti una vicenda estremamente importante che da anni affligge il territorio del Comune di Diamante, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti, effettuare le dovute azioni a salvaguardia dei cittadini, e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.

Da quasi dieci anni l'area sita sotto il lungomare di Diamante è interdetta alla libera fruizione da parte dei cittadini in ragione di saltuarie attività volte alla realizzazione di un porto turistico. Si parla di saltuarie attività perché ormai i cantieri sono fermi da anni ed alcun lavoro è stata effettuato negli ultimi anni al punto che il presunto cantiere è stato lasciato all'abbandono ed al degrado con il più assoluto dispregio delle norme ambientali oltre che igienico-sanitarie. Sta di fatto che da qualche mese i cittadini di Diamante ormai esasperati dalla situazione hanno inteso costituire un movimento popolare avente come obiettivo quello di ottenere la liberazione delle aree e la possibilità di utilizzare gli spazi saccheggiati ed abbandonati.

In tale ottica il Movimento Popolare si è rapportato con la cittadinanza e con le autorità locali ottenendo solidarietà ed appoggio attraverso la raccolta di 907 firme a sostegno di una petizione, e la condivisione con l'amministrazione comunale di manifestazioni volte a porre l'attenzione sulla incresciosa vicenda.

Nell'ambito delle manifestazioni in data 6 febbraio veniva organizzato uno sciopero generale del comune di Diamante e predisposto un corteo terminato vicino alla zona oggetto dei lavori fantasma.

All'arrivo del corteo si notavano alcune persone intente a posizionare ferri ed altro materiale che presumibilmente avrebbero dovuto impedire l'accesso alle aree. Incredibilmente dopo anni di assoluta assenza la cittadinanza ha creduto che i cantieri avessero ripreso vita e tuttavia ci si è resi subito conto che in realtà le attività poste sulle aree avevano un mero scopo provocatorio. Tale azione ha infatti nuovamente riaffermato e sbattuto in faccia ai cittadini l'aberrante principio secondo il quale la popolazione di Diamante non ha il diritto di raggiungere il mare, le proprie barche da pesca e in generale godere delle aree poste sotto il lungomare, a causa di una maldestra e colpevole gestione di un appalto per la costruzione di un porto che è lontano dall'essere neppure cominciato e che si presenta come un cumulo di macerie e rifiuti speciali colpevolmente abbandonati da anni.

Si rileva inoltre che a seguito dei tentativi provocatori di impedire ogni accesso alle aree, allo stato oggi viene impedito ai pescatori di poter raggiungere i loro luoghi di lavoro con un evidente pregiudizio economico sociale per l'intero paese. Un cantiere ormai abbandonato che si risveglia solo per impedire ai lavoratori del settore ittico di poter provvedere ai bisogni delle proprie famiglie è un gesto di una evidente disumanità che merita di essere censurato in ogni sede.

La fruizione dell'area marittima ed il diritto di accedere e raggiungere il mare oltre ad essere un diritto costituzionalmente assume un rilievo fondamentale anche per la sicurezza dei cittadini. Ed infatti non si deve dimenticare la presenza nell'area di mezzi appartenenti a cittadini e diportisti i quali detengono imbarcazioni soprattutto a fini sociali, ovvero per il volontariato per il soccorso in mare, per il pattugliamento volontario in collaborazione con le forze preposte, in quanto, attualmente non esiste in zona altro attracco per la sosta temporanea delle barche per fini sociali esposti.

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Si deve rilevare che la disciplina normativa in tema di libero accesso alle acque demaniali è chiara ed univoca e prevede in ogni caso l'obbligo ai titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione. Del resto l'art. 1161 del Codice della navigazione punisce "chiunque arbitrariamente occupa uno spazio del demanio marittimo o aeronautico o delle zone portuali della navigazione interna, ne impedisce l'uso pubblico o vi fa innovazioni non autorizzate, ovvero non osserva i vincoli cui è assoggettata la proprietà privata nelle zone prossime al demanio marittimo od agli aeroporti" .

A render ancor più grave il fatto, si evidenzia la circostanza che nessun soggetto risulta al momento titolare di alcuna concessione demaniale sulle aree in questione, pertanto bisogna chiedersi chi fossero i soggetti o per ordine di chi impunemente operavano a danno della comunità di Diamante.

Per tutto quanto sovra esposto e motivato i sottoscritti, così come identificati

CHIEDONO

Agli uffici che leggono il presente esposto, che siano disposti gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti così come esposti dettagliatamente in narrativa, e che vengano prese le misure idonee a garantire il diritto di libero accesso allo specchio d'acqua.

Alla luce dei fatti evidenziati che siano valutati eventuali profili d'illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti".