Congresso Pd a Cosenza: accordo Labdem-Guglielmelli

Loizzo e Guglielmelli sanciscono l'alleanza tra Labdem e la maggioranza del Pd

Per alcuni è stata l'antecedente della linea unitaria adottata dal Pd di Cosenza in vista del prossimo congresso provinciale, il quale si svolgerà in maniera unitaria, grazie alla convergenza di tutti sulla candidatura del segretario uscente Luigi Guglielmelli.

Ma, a voler approfondire, il legame politico tra Labdem, l'associazione di area socialista del Pd, e la maggioranza del partito, è stato molto di più.

Innanzitutto perché si è formato sulla base di un manifesto politico, proposto da Labdem e adottato da Guglielmelli, poi perché ha anticipato la linea congressuale unitaria.

Questa dinamica è emersa appieno in occasione del convegno, svoltosi sabato pomeriggio a Rende, su "Sviluppo e coesione sociale-Europa direzione Sud", a cui hanno partecipato Cesare Loizzo, il responsabile regionale di Labdem, Gianni Pittella, europarlamentare e capogruppo dei Socialisti & Democratici, Enrico Caterini, docente di Diritto privato all'Unical, Michele Rizzuti, il segretario provinciale dei Giovani Democratici, Domenico Passerelli, il presidente di Inu-Calabria, Domenico Tulino, il presidente di Cds-Unical, il sindaco di Bisignano Francesco Lo Giudice e, appunto, Luigi Guglielmelli.

Non a caso, in apertura dei lavori, subito dopo i saluti del coordinatore rendese di Labdem Giuseppe Parise, Loizzo si è espresso senza giri di parole: «Abbiamo precorso i tempi della politica: su mandato dell'assemblea regionale dell'associazione di cui sono responsabile, abbiamo presentato un manifesto politico che poi Luigi Guglielmelli ha adottato nel corso di un incontro con una delegazione di Labdem avvenuto nella sede della Federazione provinciale del Pd».

Guglielmelli, in conclusione del dibattito, ha ribadito la natura programmatica di questo accordo: «Labdem è una componente essenziale del nostro partito e il suo apporto è fondamentale per delineare la nostra linea politica».

Dal dibattito di sabato sono emersi almeno tre spunti importanti: una nuova impostazione - costruita dal basso e capace di valicare i confini amministrativi - della gestione dei territori; una visione in grado di articolare l'approccio ai problemi politici locali in un'ottica europea; infine, una forte opzione riformista col conseguente rifiuto dei populismi e delle forme di integralismo politico che stanno emergendo anche in seno dei paesi forti dell'Unione europea.

Pittella ha tracciato con efficacia una sintesi di questa concezione: «Tutta l'Europa guarda con apprensione alla prossima campagna elettorale italiana», ha spiegato l'eurodeputato con un riferimento palese alle prossime Politiche. Il timore, secondo Pittella, è che l'Italia finisca in braccio ai grillini e alla Lega. E la linea politica? L'europarlamentare si è soffermato sul concetto di interregionalità, ossia sull'adozione di politiche comuni da parte delle regioni meridionali, per rilanciare i territori in maniera organica. Una soluzione a metà strada tra l'attuale sistema di autonomie e le macroregioni, di cui Pittella fa alcuni esempi: «Dovrebbero essere adottate politiche coordinate su alcune aree specifiche, come il Golfo di Policastro, che riguarda Campania, Calabria e Basilicata, o quello di Taranto, che riguarda la Puglia, la Basilicata e la Calabria».

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Sullo sfondo (ma non troppo) del dibattito, l'allarme per l'eventuale crescita dei populismi antieuropei. Il che non vuol dire che gli attuali equilibri interni all'Ue non vadano rivisti. Ma, più semplicemente, che buttare il bambino con l'acqua sporca è pericoloso.

Insomma, partire dalla dimensione locale per guardare all'Europa con concretezza. Anzi, per portare in Europa le istanze e le necessità dei territori e, perché no?, contribuire nella direzione desiderata dell'"Europa dei popoli".