Lamezia, Don Pino Latelli: "Come affrontare i disagi del tempo della pandemia". L'esempio del vescovo Schillaci

«Posso affermare con molta sincerità che la fede mi ha dato la forza per andare avanti in questo tempo di sofferenza causata dalla pandemia. Ora però la sicurezza della fede comincia a vacillare, mi sento stanco, ho crisi di ansia e ho paura soprattutto del domani. Il problema che i soldi non bastano per arrivare a fine mese mi dà tante preoccupazioni».

È questa una precisa domanda che Francesco, un fedele della Comunità del Carmine di Lamezia Terme, ha rivolto al parroco don Pino Latelli manifestandogli la sua difficoltà a vivere serenamente e con fede questa realtà drammatica della pandemia che non riesce ad affrontare assalito dalla paura, dall'ansia e dalle preoccupazioni.

«Maestro, non ti importa che noi anneghiamo?» Inizia con questa accorata richiesta di aiuto che gli apostoli rivolgono a Gesù durante la furiosa tempesta che si era scatenata mentre attraversavano il lago di Tiberiade, la risposta che il parroco dà a questo fedele che incarna tutte quelle persone che soffrono, hanno paura, hanno nell'animo tanta amarezza e chiedono aiuto in questa realtà drammatica del coronavirus. «Agli apostoli – sottolinea don Pino – è successo quello che succede anche a noi: in questa situazione difficile della pandemia, invece di fidarci di Dio e confidare in Lui mettendo nelle sue mani la nostra drammatica situazione, ci siamo lasciati prendere dalla paura dimenticando che Gesù può calmare le tempeste della vita. Abbiamo troppo presto dimenticato che Dio ci ama e non ci abbandona nella difficoltà del presente.

Ed è proprio quando sembra che "anneghiamo", quando sembra che tutto va male e che la speranza viene meno che bisogna gridare forte certi che Gesù verrà in nostro aiuto per salvarci. È vero che siamo tutti nella stessa barca nel mare tempestoso della pandemia con le nostre fragilità e le paure, ma è anche vero che non dobbiamo temere di nulla perché Gesù è il Signore, è con noi ed è al timone della barca della nostra vita».

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Don Pino prosegue osservando che «la vita è veramente cambiata e stravolta dalla pandemia: la perdita del lavoro, la precarietà, l'incapacità di guardare il futuro perché bloccati, lo stress causato dalle preoccupazioni, sono all'origine di insonnia, ansia, depressione. In poche settimane sono raddoppiati i poveri che hanno bisogno di aiuto o che si mettono in fila alle mense Caritas. Tanti sono coloro che si rivolgono ai Centri di ascolto istituiti dai Comuni, dalle Caritas diocesane e parrocchiali per un servizio per le emergenze psicologiche causate dalla pandemia. Tuttavia – continua don Pino – nonostante questo quadro drammatico della realtà, non dobbiamo abbandonarci allo sconforto e allo scoraggiamento. Tanti sono i segnali positivi che ci aiutano a vedere una luce in fondo al tunnel e ci permettono di ritrovare la speranza che presto questo brutto momento passerà.

Sono diverse, infatti, le realtà istituzionali ed ecclesiali che si sono attivate per offrire un supporto a quanti in questo momento hanno bisogno di aiuto, di incoraggiamento e di sostegno spirituale e materiale. Non bastano però solo lo Stato o la Chiesa o le grandi organizzazioni per risolvere tutti i problemi legati alla pandemia: è necessario che ogni cristiano, nel suo piccolo, percorra la strada della solidarietà, della fraternità e della carità per sostenere coloro che sono in difficoltà in questo momento così difficile avendo nel cuore la certezza che "uniti ce la faremo". Sono pienamente convinto che questo è anche un tempo di grazia e di conseguenza, dalla memoria delle lacrime e della sofferenze del presente, mi auguro che possa scaturire la forza necessaria perché ognuno contribuisca a fare qualcosa per favorire la nascita di una umanità migliore capace di costruire un mondo nuovo.

Un fulgido e luminoso esempio di come affrontare i disagi del nostro tempo – prosegue il parroco - ci viene offerto dalla testimonianza del nostro vescovo Giuseppe Schillaci che, come saprai, è ricoverato presso il reparto di cardiologia del Policlinico Gemelli di Roma dove ha subito un delicato intervento chirurgico. Il Presule di Lamezia Terme, sostenuto dall'affetto e dalla preghiera incessante di tutta la comunità della diocesi di Lamezia Terme, sta affrontando con fede e coraggio le sue personali difficoltà di salute. In una recente dichiarazione attesta di sentirsi "in comunione e in offerta con chi sta soffrendo!". Dopo avere manifestato la sua totale fiducia nel Signore il vescovo aggiunge "dico grazie alla grande professionalità e disponibilità dei medici e del personale che sto incontrando". Animato dalla speranza che presto possa uscire dal tunnel della sofferenza e della malattia il suo cuore di Pastore, infine, si apre alla speranza e all'amore per la diocesi: "Ci rivedremo presto a Lamezia Terme – conclude il vescovo - con più forza nel cuore e con ancora più amore per tutti voi".

Coraggio dunque Francesco, andiamo avanti insieme in questa difficile situazione seguendo l'esempio del vescovo e vivendo perciò con fede e speranza questo tempo di sofferenza e paura e, parallelamente, uniti nella preghiera. Abbiamo da poco terminato il mese di maggio, mese dedicato alla Madonna, la quale, sollecita e premurosa, ci sta accompagnando con il suo amore materno in tutti questi difficili giorni di tribolazione e di smarrimento. A Lei, tu e la tua famiglia, – conclude don Pino - vi rivolgerete con fiducia con la recita del Santo Rosario e la invocherete spesso con la preghiera di San Bernardo, il quale ha trovato conforto nella presenza di Maria nei momenti più difficili e più bui della sua vita: "Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, che non si è inteso mai al mondo che alcuno ricorrendo alla Tua protezione, implorando il Tuo aiuto e chiedendo il Tuo patrocinio sia rimasto abbandonato"».