Catanzaro, Riccio: “Abramo ammette sconfitta su turismo”

"Ci sono voluti un paio di giorni per far sedimentare e valutare con attenzione e lucidità le parole del sindaco Abramo in merito alla questione Giovino. E se prima ero preoccupato per un discorso più che altro tecnico/amministrativo/burocratico, che davvero ero convinto si potesse risolvere con una concertazione studiata e ragionata, oggi provo uno stato d'animo che è un misto di delusione, preoccupazione per i miei figli, anche un pizzico di rabbia. Ma soprattutto oggi devo fare ammenda e parafrasare il titolo di un bellissimo libro di un napoletano, Diego De Silva, "Non avevo capito niente". Già perché quando il sindaco dice che "Lido" non è un quartiere a vocazione turistica, sminuendo in qualche modo anche tutti i ragionamenti che lui stesso sta facendo in questi giorni, d'un tratto mi viene chiaro che io "non avevo capito niente", pensando che 22 anni di amministrazione Abramo potessero lasciare nei successori un segno, un solco. Mi chiedo e chiedo, se ancora dopo 22 anni il quartiere marinaro non è appetibile per chi deve investire in turismo, le responsabilità di chi sono? Abramo con quelle pochissime parole ha cancellato ogni buona intenzione, anche le sue. In 22 anni di governo della città la politica di centro destra non è riuscita a rendere il quartiere marinaro e quindi Giovino, appetibili per lo sviluppo turistico, ne deriva una sola conseguenza, la certificazione e ammissione di una sconfitta. E, volendo allargare il ragionamento a 360 gradi, aprendo una parentesi più ampia su tutta la città, possiamo dire allora che l'unico ad avere una visione prospettica e lungimirante della città fu proprio il compianto sindaco Gualtieri che lasciò al capoluogo interi cantieri già avviati. Ma torniamo ad un altro passaggio dell'intervento del sindaco Abramo di venerdì scorso. In sostanza il sindaco dice che la cosiddetta tripartizione sarà un vantaggio, dal punto di vista commerciale, per gli imprenditori che vogliono investire. E anche in questo caso mi viene da ammettere sconsolatamente "non avevo capito niente".

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"Nella mia immagine, forse anche romantica della figura di un sindaco, ho sempre pensato che un primo cittadino dovesse fare gli interessi dell'intera collettività e non di una parte di essa. Chiariamoci subito, l'impresa, l'imprenditore, lo stesso cemento, non sono il male assoluto, sono un'opportunità, ma come ogni fenomeno umano le opportunità devono essere governate da chi ha compiti di programmazione per le comunità di cui si pone alla guida. E non si può semplicemente dire che sarebbe un vantaggio per gli imprenditori, perché c'è una gran fetta della comunità catanzarese che invece da una non programmazione o comunque da un'idea sbagliata di investimento, ne ricaverebbe solo danni. Ecco perché da qualche giorno mi gira nella mente come un mantra la frase "non avevo capito niente". E' ovviamente una provocazione perché, fino a venerdì ero convinto che un sindaco dovesse investire nella propria città in termini di opportunità pubbliche al fine di renderla appetibile ai privati, ero certo che il mandato di primo cittadino comprendesse la necessità di pensare al bene di tutti e non di pochi. Ora posso dirlo con certezza, "non avevo capito niente", ma solo fino a venerdì, ora invece "ho capito tutto", e aggiungo, purtroppo". Lo scrive, in una nota, il consigliere comunale di Catanzaro Eugenio Riccio.