Catanzaro, Battaglia e Costanzo: “Autonomia differenziata sulla sanità riforma aberrante e anticostituzionale, chiediamo discussione in consiglio per far arrivare la nostra voce a Roma”

"Il progetto sull'autonomia differenziata che il Governo gialloverde vorrebbe portare in Parlamento rappresenta un vero e proprio attentato ai principi costituzionali che caratterizzano il Servizio sanitario nazionale". Lo affermano i consiglieri comunali Demetrio Battaglia e Manuela Costanzo. "Una riforma imposta dall'alto – proseguono - che, senza un confronto concreto con gli enti preposti ad erogare i servizi di cura ai cittadini, infrange i valori dell'universalità e della solidarietà generando il potenziale effetto di un'ulteriore e ancora più pesante discriminazione tra i residenti del centro-Nord e quelli del Sud. Da consiglieri comunali, nel nostro piccolo, non possiamo esimerci dal richiedere al presidente dell'assise Marco Polimeni di avviare una discussione, rappresentando i diritti e i bisogni dei cittadini, e di attivare tutti i canali a disposizione per far sentire la nostra voce direttamente a Roma. E' evidente che una siffatta riforma avrebbe come conseguenza l'aumento delle differenze territoriali nell'accesso e qualità delle cure, acuendo le disparità già esistenti e in barba al diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto e che dovrebbe esser garantito in eguale misura su tutto il territorio nazionale. I promotori di questo aberrante disegno normativo avrebbero previsto la possibilità per ciascuna regione di autodeterminare i propri livelli essenziali di assistenza, le proprie tariffe e la propria rete ospedaliera, riservando tutto ciò solo all'assistenza dei propri residenti, anche in maniera difforme rispetto ai vincoli di bilancio stabiliti dallo Stato e validi nelle altre regioni. Così facendo, la Calabria, potendo contare solo sul gettito fiscale dei propri cittadini, sarà destinata a diventare sempre più povera e chi non potrà permettersi le cure dovrà ricorrere alle assicurazioni private. Una riforma di questo genere – concludono Battaglia e Costanzo - non può non tenere conto del possibile impatto sulla finanza pubblica e sulla tenuta dei servizi sanitari regionali, non si può giocare sui diritti dei pazienti e sull'equità dell'assistenza".

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