Catanzaro, consiglieri minoranza su integrazione ospedali: "E' tempo della responsabilità, non della vecchia politica"

"Il futuro della sanità cittadina (e forse calabrese) si scriverà, in un modo o nell'altro, in queste settimane. Troppo importante è la discussione su un tema come l'integrazione dei due ospedali per affidarla esclusivamente a tecnicismi e formule giuridiche, che sono certamente rilevanti ma assai meno del risultato finale. Al primo posto occorre mettere il superiore diritto alla salute dei cittadini. E insieme ad esso, il disegno complessivo della città, che sarà fortemente condizionato dalle decisioni, o dalle non decisioni, che verranno assunte su questo tema".

Lo si legge nella nota dei cinque consiglieri comunali: Celia, Costanzo e Rotundo (#Fare per Catanzaro) e Bosco e Fiorita (Cambiavento) su integrazione dei due ospedali.

--banner--

"Ha ragione dunque il Sindaco Abramo ad esprimere pubblicamente la propria forte preoccupazione per gli improvvisi rallentamenti che incidono sul percorso dell'azienda unica, ed ha ragione lo stesso Sindaco a rilanciare la necessità di andare avanti e superare questi incagli di cui non è chiara la natura. Sarebbe una grave perdita per il capoluogo non poter usufruire degli ingenti fondi per il nuovo ospedale, già in pancia della Regione ma bloccati fintantoché le due aziende non si fonderanno.

Meno comprensibile è la prudenza con cui il Sindaco lancia questo appello, non essendo chiaro chi è che rallenta, chi è che bluffa, chi è che lavora per sé invece che per la città, così come non è comprensibile che lo stesso Sindaco non chiarisca quale sarebbe il punto di caduta finale di questo percorso, ovvero dove verrebbe ubicato il nuovo ospedale.

La posta in gioco è altissima, ed è diritto dei cittadini conoscere le posizioni di ciascuno degli attori, le motivazioni che li animano, i pro e i contro di ogni ragionamento, gli obiettivi finali dell'integrazione e di quello che viene dopo. Per queste ragioni, riteniamo che sarebbe doveroso restituire centralità al consiglio comunale, finora totalmente bypassato, e affrontare un tema di tale levatura in un Consiglio aperto (magari non ridotto ad una passerella), allargato a tutti i protagonisti istituzionali dell'integrazione, rendendo pubblici e trasparenti gli schieramenti su una questione che cambierà il volto della città, degli ospedali e dell'Università almeno per i prossimi venti anni.

È il tempo della responsabilità e non dei giochetti della vecchia politica".