Catanzaro, Celia su screening mammografico: "Asp fa prevenzione o no?"

Testo integrale della dichiarazione diramata dal consigliere comunale Fabio Celia (Fare per Catanzaro):

"Sappiamo che gli screening dei tumori sono inseriti nei famosi Lea (livelli "essenziali" di assistenza) che le Regioni, tramite le Aziende sanitarie, devono garantire a tutti i cittadini. Tra questi tipi di esami, è inserito lo screening del tumore alla mammella, che è rivolto alle donne nella fascia d'età compresa fra i 50 e i 69 anni. Oggi, nella nostra Azienda sanitaria provinciale, questo importante servizio è garantito solo a poche donne, quelle che hanno un mezzo che le possa condurre all'ospedale di Lamezia Terme, l'unico luogo dove sono invitate ad andare per eseguire una mammografia. È un evidente disagio, quello al quale devono sottostare le donne di Catanzaro e del suo hinterland, come anche le residenti di Petronà o di Guardavalle, ai confini delle competenze della nostra Asp. E questo avviene nonostante le strutture in cui sarebbe possibile eseguire questo screening, a Catanzaro e in tutto il territorio provinciale, siano presenti.

Mi risulta, infatti, il recente acquisto, nel Polo sanitario di Lido, di un apparecchio di ultima generazione, presente anche nell'ospedale "Pugliese-Ciaccio",che consente la massima accuratezza diagnostica ed è, purtroppo, evidentemente precluso alle donne che devono fare lo screening".

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"Nel capoluogo, fino a qualche mese fa, lo screening mammografico veniva eseguito dalla Lilt, in via Paparo, in pieno centro, che aveva stipulato con l'Asp una convenzione a costo zero in cambio dell'uso dei locali in dotazione, dando la possibilità alle donne di sottoporsi all'esame e, in molti casi, con una diagnosi precoce, di salvarsi la vita.

Adesso sono invece venuto a conoscenza che non solo il servizio è stato interrotto da parte dell'Asp, ma anche che quelle donne, invitate dai radiologi a ripetere l'esame entro un anno, debbano recarsi a Lamezia per eseguirlo. Si tratta di donne anziane senza auto, donne sole, anche straniere, che si chiedono il perché siano costrette ad andare così lontano da Catanzaro se prima potevano farlo nella loro città. Se per loro è impossibile raggiungere Lamezia, come può l'Asp pensare di garantire un servizio di prevenzione?".