Giustizia, Gratteri: "Servono riforme, contro mafie serve Tribunale distrettuale"

gratteri nicola121016"Abbiamo bisogno di un sistema giudiziario diverso", perché quello attuale è "farraginoso" e "ha bisogno di riforme", ma "in Italia non ci sono in Parlamento maggioranze forti per poter creare un sistema giudiziario forte: per fare certe rivoluzioni servono maggioranze forti, e coraggio". Lo ha affermato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, intervenendo a Firenze alla presentazione del libro "Fiumi d'oro" da lui scritto insieme ad Antonio Nicaso.

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"Noi abbiamo la legislazione antimafia più evoluta al mondo, ma il sistema è farraginoso", ha osservato Gratteri, secondo cui "il sistema processuale penale italiano ha bisogno di essere informatizzato" perché questo "abbrevierebbe i tempi e abbatterebbe gli abusi", ma per tale obiettivo "non basta né la sola maggioranza o il solo coraggio: il fegato da solo non basta, bisogna avere anche milza e pancreas".

"Non mi sento abbandonato dallo Stato, anzi sono in condizione di poter contrastare la 'ndrangheta in modo serio e sistematico".

"Sono procuratore a Catanzaro da quasi un anno e mezzo - ha raccontato - e ho avuto la fortuna di incontrare l'attuale comandante generale dei carabinieri e della guardia di finanza che mi sono stati molto vicini, e mi hanno mandato fra i migliori investigatori d'Italia. Da pochi mesi anche il capo della polizia ha mandato bravissimi investigatori". Anche il ministero della Giustizia, ha detto Gratteri, "mi è stato vicino, ha aumentato la pianta organica dei pm e ha mandato giovani giudici al tribunale". Il magistrato ha spiegato che "ho impiegato un anno", ma adesso "ho costruito una procura anche sotto il profilo psicologico, e ho una polizia giudiziaria di qualità".

"Le indagini sulle mafie sono "indagini difficili" anche perché "non servono solo le forze dell'ordine, bisogna essere allenati, e infatti pensiamo che oltre alla Procura distrettuale ci voglia il Tribunale distrettuale".

Secondo Gratteri, servono infatti "giudici allenati a capire i fenomeni mafiosi: ormai la tendenza è alla specializzazione, e per capire l'humus mafioso non arriva più la testa, l'orecchio o la mano sul tavolo, devi capire atteggiamenti e comportamenti soprattutto nelle misure di prevenzione. Le forze dell'ordine lavorano, producono, ma il loro lavoro devono essere interpretato".

Un passaggio anche sulla possibile legalizzazione delle droghe.

L'istanza di legalizzazione delle droghe leggere "a me pare che sia più un fatto ideologico, per definirsi progressisti, alla moda, che non una vera esigenza di tutela dei nostri giovani".

"Mi pare che sia un atto di egoismo degli adulti, e non un bisogno di legiferare per aiutare le giovani generazioni", ha aggiunto Gratteri, secondo cui tabacchi e alcol sono allo stesso modo "un'ipocrisia di Stato", ma "se io bevo un bicchiere di vino, non per forza lo bevo per ubriacarmi: se io fumo una canna sicuramente la fumo per sballarmi".