“Oggi decisioni strategiche per il futuro di Catanzaro e del suo centro storico”

abramosergio 500È ancora in corso la seconda convocazione del Consiglio comunale presieduto da Ivan Cardamone. L'aula sta discutendo la pratica riguardante la concessione d'uso del Complesso monumentale del San Giovanni all'Università Magna Graecia per l'insediamento della Facoltà di Psicologia.

Ad aprire la discussione è stato il sindaco Sergio Abramo con il seguente intervento, che si riporta integralmente:

"Il Consiglio Comunale è chiamato oggi ad assumere importanti decisioni, oserei dire strategiche, che riguardano il futuro della Città e del suo centro storico. Non ci sono questioni ideologiche in ballo. Sono certo che da tutti i banchi e da tutte le forze politiche verranno contributi importanti e tutti mirati al bene comune. Così come mi auguro che le decisioni che assumeremo possano raccogliere un consenso che superi gli steccati degli schieramenti. Esamineremo tre distinte pratiche, ma che in realtà fanno parte di un unico disegno per il rilancio del centro storico attraverso la presenza dell'Università e dell'Alta Formazione e delle energie che esse possono sprigionare. Non si tratta di scelte estemporanee, frutto dell'emergenza, ma di scelte ponderate giunte a conclusione di una lunga ricerca e di confronto con l'Università partito già nel lontano 2013. La Città mette a disposizione dell'Università e dell'Alta Formazione i suoi contenitori più prestigiosi e importanti, senza assolutamente snaturarne la funzione; mette a disposizione il suo "sistema culturale" e i suoi servizi; propone all'Università e all'Alta Formazione un'alleanza in grado di raggiungere due obiettivi: garantire agli studenti la migliore qualità possibile di studio e di vita; contribuire fattivamente al rilancio del centro storico, sull'esempio di tante altre realtà italiane.

Se, come mi auguro, questo Consiglio comunale approverà le proposte, la Città potrà coronare un vecchio sogno: concentrare nel centro storico due facoltà universitarie (Psicologia e Sociologia), l'Accademia di Belle Arti e il Polo musicale del Conservatorio. A queste attività, si aggiungerà anche quella – se il Consiglio comunale ratificherà nel prossimo futuro tale scelta – del Conservatorio di Musica Popolare nell'ex Rossi, con un progetto proposto dall'Associazione ARPA di Danilo Gatto e finanziato dal Ministero dei Beni Culturali. La realtà del Conservatorio di Musica Popolare si presenta come un luogo dedicato alla musica e alla cultura, con sale e spazi capaci di ospitare diverse tipologie di attività e iniziative di animazione. L'ambizione, che corrisponde ad una effettiva potenzialità, è quella di diventare un centro di produzione culturale e per il tempo libero dei giovani.

Ho già firmato una lettera d'intenti con cui il Comune si propone come partner del progetto, ma la scelta definitiva spetta al Consiglio Comunale che dovrà pronunciarsi nel merito. Complessivamente, avremmo – a regime – quasi duemila studenti, oltre ai docenti e agli amministrativi. A questa popolazione universitaria la Città dovrà garantire servizi e risorse. Ne parlerò successivamente, illustrando un atto di indirizzo che intendo sottoporre alla vostra attenzione. Uno dei servizi essenziali è quello delle residenze. L'accordo con la Fondazione UMG per l'utilizzo della ex scuola Chimirri , di cui oggi prenderemo atto, rappresenta l'inizio di un percorso che permetterà di dare importanti risposte alla richiesta di alloggi e, nello stesso tempo, di rigenerare urbanisticamente il centro storico. L'accordo raggiunto dal Comune con ANCE e Lega delle Cooperative per progetti di edilizia sociale destinati a residenze universitarie è un punto essenziale di questa strategia.

Prima di introdurre la discussione sulle pratiche in esame, permettetemi di fare una riflessione generale sull'Università "Magna Graecia", anche per spazzare via ogni dubbio o ogni strumentale interpretazione del dibattito che c'è stato in questi giorni sull'ipotesi Psicologia al San Giovanni.

Ho sempre considerato l'Università la più importante risorsa della città, assieme al sistema sanitario. Non a caso, nel mio programma elettorale ho parlato di Catanzaro, Città della Buona Sanità e della Ricerca medico-scientifica.

Dentro questo disegno strategico, ci sono tutte le potenzialità – assieme alle funzioni direzionali e al turismo culturale – per fare di Catanzaro un autentico Capoluogo Regionale.

Dicevo dell'Università Magna Graecia.

Qualcuno ha voluto strumentalizzare il confronto avuto dall' Amministrazione con il rettore Quattrone. Voglio dire subito che la mia stima e la mia ammirazione per il prof. Quattrone restano immutate, così come il pieno riconoscimento al grande lavoro svolto dal rettore per ampliare l'offerta didattica dell'UMG e soprattutto ai grandi risultati gestionali e scientifici ottenuti in questi anni.

Non ho mai fatto mancare il mio sostegno all'Università e ne ho sempre sottolineato gli enormi meriti, non ultimo quello di essere l'unico Ateneo calabrese ad avere incrementato gli iscritti.

Ho sempre offerto all'Università la massima collaborazione sia quando si è trattato di difendere i finanziamenti per i corsi di specializzazione (e qui devo sottolineare i meriti dell'allora assessore regionale Tallini), sia quando si è trattato di affrontare la delicata vertenza della Fondazione Campanella. Senza contare il ruolo che abbiamo svolto per consentire nei tempi giusti la partenza della facoltà di Sociologia nella sede di via Eroi.

Nessuna divisione con l'Università, semplicemente un confronto aperto sui percorsi da affrontare.

Io credo fermamente che lo sviluppo dell'Università debba correre parallelamente allo sviluppo della città.

E così, se noi immaginiamo la Catanzaro del futuro imperniata sui tre pilastri costituiti dal Centro storico, dal Polo Direzionale del Corace e da Lido, è evidente che dobbiamo pensare ad uno sviluppo dell'Università che valorizzi tale impostazione.

Pertanto, io vedo la costruzione di un grande polo medico-scientifico al campus di Germaneto, che comprenda anche la Facoltà di Farmacia, e un polo giuridico e socio-psicologico nel centro storico.

La grande sfida, che va ben al di là della presenza di Sociologia e Psicologia, è quella di riportare nel centro storico – là dove è nata e lì dove naturalmente dovrebbe essere per la prossimità delle istituzioni giudiziarie – proprio la Facoltà di Giurisprudenza che, sia per numero di iscritti, sia per la qualità degli studi, rappresenterebbe il volano definitivo del centro storico.

Ma Giurisprudenza ha bisogno di grandi spazi e l'unica sede che io ritengo idonea a tal fine è il Palazzo Santa Chiara, meglio conosciuto come Caserma Triggiani, sede del comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri. Si tratta di una vera e propria "cittadella" all'interno della Città. Non sarà un'impresa facile, perché l'immobile è di proprietà della Provincia e bisognerà rispettare i percorsi e le volontà di quell'Amministrazione. Occorrerà reperire risorse importanti – non meno di sei-sette milioni di euro – per ristrutturarlo e adeguarlo, ma posso assicurare che faremo di tutto per avviare questo processo che non sarà né breve, né agevole, ed avrà bisogno della spinta e del sostegno di tutti.

Non scartiamo nemmeno l'ipotesi "Galluppi". Intanto, va definita con esattezza la proprietà – che viene rivendicata sia dalla Provincia sia dall'Agenzia del Demanio – poi – grazie alla ristrutturazione della Mazzini – l'immobile sarà liberato dalle scuole primarie. Anche in questo caso è necessario reperire importanti risorse, valutabili in alcuni milioni di euro, per il recupero e l'adattamento dell'immobile.

Ma, ripeto, la Caserma Triggiani è la nostra prima scelta.

Ma veniamo ai problemi dell'oggi. Ritengo necessario ricostruire, sinteticamente, le questioni di cui ci stiamo occupando.

Partiamo ovviamente con la Facoltà di Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva, questa l'esatta denominazione, ma che per comodità chiamerò Psicologia. .

Tutti sapete che l'istituzione di questa Facoltà, l'unica in Calabria, si deve all'intuizione e al lavoro del rettore Quattrone.

Che alcuni mesi fa, mi pare fosse aprile, mi annunciò la sua volontà di presentare con una conferenza stampa la nuova Facoltà, specificando che i corsi avrebbero avuto inizio al campus dove già erano pronti i locali per ospitarli.

Chiesi al rettore una pausa di riflessione, rilanciando l'idea di portare la nuova Facoltà nel centro storico con un diretto contributo, anche di natura economica, del Comune per alleggerire i costi sostenuti dall'Università.

Devo dare atto al prof. Quattrone di avere accettato la mia richiesta, precisando che l'operazione poteva farsi solo trovando una sede adeguata, considerati i problemi logistici affrontati da Sociologia nei locali di via Eroi.

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Ho fatto partire da subito, con i miei collaboratori, una ricerca sulle possibili soluzioni, sulla base delle esigenze prospettate dal rettore: una superficie di circa 800-1000 metri quadrati per le lezioni, per le stanze dei professori e degli amministrativi, più un'aula magna per 350 persone.

Una ricerca non facile. Chiunque conosca il nostro centro storico sa bene che tali superfici sono rare e, soprattutto, non sono immediatamente disponibili e fruibili.

Alcune delle soluzioni di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni – vale a dire Caserma Triggiani e Palazzo del Galluppi – hanno bisogno di tempi medio-lunghi, sia per ottenerne l'eventuale disponibilità, sia per il reperimento di ingenti risorse (parliamo di milioni di euro), sia per la progettazione e l'esecuzione dei lavori di adeguamento e ristrutturazione.

Per il Palazzo Ex Educandato, il cui completamento è comunque previsto per dicembre e dunque dopo l'inizio dei corsi di Psicologia, si è pensato ad un'utilizzazione perfettamente compatibile con la destinazione a "Fabbrica della Creatività": la sede dell'Agenzia creativa per antonomasia, l'Accademia di Belle Arti.

Una scelta, che oggi il Consiglio Comunale dovrà esaminare ed eventualmente confermare, ritenuta valida e compatibile dalla Regione Calabria.

E comunque anche l'Educandato, per la sua conformazione e per la superficie utile, non risponde ai criteri e alle richieste dall'Università.

Parallelamente, si è aperta una collaborazione con l'Amministrazione Provinciale, anch'essa interessata alla soluzione del problema. Con il Presidente Bruno c'è stata un'interlocuzione positiva e utile.

All'Università pensiamo di avere offerto tutte le opportunità possibili. Cominciamo da quelle scartate dagli uffici tecnici dell'Ateneo.

1. Locali dell'ex Club Operatori Economici, piazza Garibaldi, da abbinare alla Sala del Cinema Comunale quale Aula Magna. La proposta non era percorribile immediatamente per via di necessari lavori di consolidamento dei solai. Per la disponibilità della Sala del Comunale abbiamo avviato una positiva interlocuzione sia con la famiglia Proto sia con il Teatro Incanto che si è assunto l'onere della riapertura del cine-teatro.

2. Locali ex Ardis in via Alberghi, da abbinare alla Casa delle Culture quale Aula Magna.

3. Locali del Palazzo di Vetro, sede della Provincia, da abbinare alla Casa delle Culture quale Aula Magna.

Su questa terza ipotesi, c'era la convergenza di Comune e Provincia in seguito ad un sopralluogo effettuato assieme al presidente Bruno e al rettore Quattrone, alla presenza anche del consigliere Ventura.

Il Comune era pronto – così com'è pronto oggi - a sostenere l'operazione con un contributo economico e con la disponibilità di metà parcheggio di piazza Prefettura da mettere a disposizione dell'Università.

Tale soluzione non ha trovato però il parere positivo da parte degli uffici tecnici dell'Università che l'hanno ritenuta inadeguata.

A quel punto, al termine dell'ennesimo incontro a tre (sindaco, rettore, presidente della Provincia) è emersa, come unica chance percorribile in tempi rapidi, l'ipotesi San Giovanni.

Nella stessa giornata, abbiamo effettuato con sopralluogo assieme al rettore e al presidente Bruno, dal quale è scaturito un unanime apprezzamento per la soluzione.

Il San Giovanni è stato ritenuto dall'Università la sede migliore per avviare da subito i corsi di Psicologia e altri corsi nel centro storico. Tale apprezzamento è stato confermato dal rettore sulla stampa locale.

Ma entriamo nel merito della proposta.

Il Complesso Monumentale del San Giovanni è un polo culturale ed espositivo di riconosciuta importanza. Avendo io completato tale opera, che era una delle tante "incompiute" della città, ne riconosco tutto il valore. Ed è sotto la mia precedente sindacatura che si sono organizzate le mostre più importanti e significative, la retrospettiva di Mimmo Rotella, I Mitici Anni Sessanta, etc.

Da buon amministratore, comprendo però che per una serie di ragioni, il San Giovanni rischia seriamente di diventare una cattedrale nel deserto.

Tali motivi sono: i mutati scenari finanziari delle Amministrazione Pubbliche che hanno a disposizione risorse sempre più esigue per la cultura e le arti visive; la crisi del sistema espositivo italiano che continua a registrare cali di eventi, presenze e introiti; l'indisponibilità degli sponsor privati, delle banche, delle fondazioni, di destinare risorse importanti ad eventi espositivi di spessore; la presenza sul territorio cittadino, peraltro a poche centinaia di metri, di una realtà espositiva importante come il MARCA, nato per intuizione di Michele Traversa e oggi portato avanti dal presidente Bruno in sinergia con la Fondazione Guglielmo.

Diciamoci la verità, senza ipocrisie: anche le mostre più interessanti e con ingresso gratuito registrano ormai numeri scoraggianti che, in molte occasioni, si limitano ad un centinaio di persone alle inaugurazioni.

Questo non significa che si debba rinunciare alle mostre. Tali eventi però vanno ripensati, anche in termini manageriali, con una sinergia tra le Pubbliche Amministrazioni, ricercando un sostegno nei privati.

Ed ecco allora l'intuizione della proposta della funzione plurima del San Giovanni che rifugge da ogni tentazione demagogica.

Devo ricordare che di ospitare al San Giovanni attività e funzioni universitarie si è parlato già alcuni anni addietro – tre per l'esattezza – quando proponemmo al rettore di spostare proprio in una parte del Complesso Monumentale la sede del Rettorato, del Senato Accademico, delle Presidenze delle Facoltà.

Ricordo che al sopralluogo parteciparono, per il Comune, anche l'allora vicesindaco e assessore alla cultura Baldo Esposito e il capogruppo di Catanzaro da Vivere Marco Polimeni.

Le varie vicende politiche e amministrative non hanno consentito che quell'idea si concretizzasse, ma non ricordo che all'epoca vennero alzate le barricate rispetto a tale ipotesi.

Tornando all'attualità, io penso che, attraverso l'uso plurimo, ammesso anche dalla Sovrintendenza, il San Giovanni può tornare a nuova vita.

La presenza dell'Università – che sarà solo"ospitata" – non stravolge, né tocca in alcun modo la funzione primaria del Complesso Monumentale che resta un Polo culturale ed espositivo, che continuerà a conservare le opere di Cefaly, ma addirittura ne può esaltarne il ruolo culturale attraverso gli eventi che vi saranno promossi dal Comune e dall'UMG.

Non è nemmeno una scelta originale, se è vero –come abbiamo avuto modo di dimostrare con una nostra ricerca – che moltissime Università italiane hanno sede e svolgono attività in musei, chiese, palazzi storici, abbazie, conventi. Palermo, Bergamo, Siena, Napoli, Padova, etc. La delibera che andremo ad adottare non è solo legittima, avendo ricevuto tutti i visti di legittimità, ma è molto chiara sotto l'aspetto che è stato sollevato da alcuni: il San Giovanni mantiene totalmente la sua funzione di Polo culturale e l'accordo con l'Università potrà solo esaltarne il ruolo.

Il San Giovanni – inteso complessivamente – pulserà di nuova vita, anche grazie alla riapertura delle gallerie che diventeranno esse stesse elementi di cultura, turismo culturale, intrattenimento.

Potrà diventare, il San Giovanni, un esempio unico in Italia in cui Comune e Università si alleano per fare rivivere un bene artistico e culturale.

Nella delibera, sono ben chiariti anche i punti che riguardano l'utilizzazione dei finanziamenti che sono stati ottenuti dalla Regione e dall'UE.

Altri due punti che intendo chiarire: il servizio di accoglienza e logistica finanziato dalla Regione continuerà ad essere utilizzato per gli eventi previsti nei periodi che saranno fissati negli accordi con l'UMG e per la custodia delle opere presenti, poiché – lo ripeto –il Complesso Monumentale manterrà intatta la sua funzione culturale; l'Archivio Storico sarà trasferito in altra adeguata sede, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti, a spese dell'Università come concordato con il rettore.

Questa pratica, nonostante la sua delicatezza e la necessità di acquisire pareri, ha viaggiato alla velocità della luce e noi arriviamo in aula nei tempi concordati con il rettore che ci aveva chiesto di deliberare entro la fine di agosto.

Sappiamo tutti che il San Giovanni è già pronto per ospitare i nuovi corsi universitari. Forse occorrerà solo acquistare le sedie per l'aula magna e perfezionare l'impianto di videoconferenze.

Due mesi sono più che sufficienti, anche perché gli studenti da ospitare, nella primissima fase, sono 250.

Si è parlato dei servizi.

Qui sarebbe facile aprire una polemica, ma mi chiedo quali servizi offriva Germaneto quando è partito il campus ?

E soprattutto quali servizi offre oggi la Facoltà di Farmacia che viene mantenuta ostinatamente in una palazzina sulla spiaggia di Roccelletta? Ma noi dobbiamo essere propositivi e, a tal proposito, intendo sottoporre all'attenzione del Consiglio un semplice atto di indirizzo che impegni il sindaco a costruire, assieme all'Università, alla Fondazione UMG, ma soprattutto agli studenti – un pacchetto di servizi e benefit nel centro storico.

Non meno importante, anche sotto l'aspetto del segnale culturale, la proposta di delibera che assegna l'Ex Educandato all'Accademia di Belle Arti. Il fabbricato, acquisito dal Comune e in corso di ristrutturazione (un primo blocco sarà completato già nei prossimi mesi), è destinato genericamente ad una "Fabbrica della Creatività" che il Comune dovrebbe realizzare.

Partendo dall'esigenza dell'Accademia , attualmente ospitata a Mater Domini in fitto oneroso in una scuola della Provincia, di tornare nel centro storico, sede deputata all'arte, ci siamo interrogati su come realizzare la "Fabbrica della Creatività" senza oneri per l'Amministrazione.

E chi meglio dell'Accademia, che ha nella creatività la sua naturale missione, poteva interpretare questa esigenza?Ebbene, dopo alcuni sopralluoghi compiuti all'Educandato con il presidente e il direttore dell'ABA, Rocco Guglielmo e Anna Russo, abbiamo interrogato ufficialmente la Regione sulla compatibilità della nostra idea con il progetto della "Fabbrica della Creatività", ottenendo un parere positivo che è allegato in delibera.

Non vi sfuggirà l'importanza di questa scelta che consente all'Accademia, che si sta distinguendo a livello nazionale per la sua didattica e per la sua produzione artistica, di fare un grande salto di qualità nella logistica. Ma soprattutto ci consente di saldare nel cuore del centro storico, nel rione del Carmine, il Polo dell'Alta Formazione che comprende anche il Polo Didattico del Conservatorio musicale nell'ex Rossi. E nell'ex Rossi, come detto in precedenza, potrà trovare ampio spazio anche il progetto del Conservatorio di Musica Popolare.

In conclusione.

Le cose che ho detto finora mostrano che, all'interno del centro storico, un progetto c'è e si tocca con mano.

La ripresa, sia pure lenta, è testimoniata dalla riapertura dei due cinema, dell'albergo Belvedere, di alcune attività commerciali che hanno beneficiato anche del nostro bando.

Nel centro storico, sta per riaprire la Funicolare, entrerà in funzione l'ascensore di Bellavista, cambieremo –come invocato dai cittadini – il senso di marcia sul corso.

Stiamo recuperando la scuola Mazzini, che ospiterà tutte le scuole primarie (e ciò , come detto in precedenza, ci permetterà di liberare spazi nel "Galluppi") e stiamo ristrutturando il vasto appartamento di Palazzo Fazzari. Per il Fazzari, si tratta della prima vera risposta al grido di allarme che da decenni cittadini ed intellettuali lanciano per salvare lo storico palazzo. Siamo riusciti a farci assegnare il bene dalla Regione, a trovare i finanziamenti all'interno dei PAC, a progettare, appaltare e avviare i lavori.

Emergono, nel centro storico, alcune aree di eccellenza che produrranno, anche nell'immediato futuro, effetti positivi e benefici: l'area di piazza Matteotti, dove la riapertura dell'ex ospedale militare ed il completamento del nuovo tribunale realizzeranno l'aspirazione della "cittadella giudiziaria" di valenza regionale e sovra regionale; sempre nell'area di piazza Matteotti, oltre alla Facoltà di Psicologia al San Giovanni, è presente una concentrazione di strutture culturali, espositive e destinate anche ai giovani: l'ex Stac, il centro di via Fontana Vecchia, il MARCA, il Museo del Rock. L'area del Carmine, che ospiterà la Facoltà di Sociologia, l'Accademia di Belle Arti, il Conservatorio musicale, il Conservatori della Musica Popolare; il corso Mazzini che dovrà essere esaltato attraverso il potenziamento e l'allargamento dell'isola pedonale nei week end e l'adozione di ulteriori iniziative "attraenti".

E mi sembra corretto inserire, in questo contesto, anche un'altra importante operazione che la nostra Amministrazione sta sviluppando a favore del centro storico. Si tratta del cosiddetto POIC, Progetto Operativo Imprenditoria Comunale, varato da Fincalabra. Catanzaro ha aderito con la progettualità messa in campo dall'esperto di marketing assieme ai nostri uffici, superando brillantemente la prima fase di selezione e ponendosi in pole position per la definitiva approvazione.

L'azione porterà nel territorio un'importante ricaduta occupazionale con nuovi posti nel settore del commercio grazie alle nuove attività aperte (negozi, ristorazione, attività artigianali etc.) operatori turistici legati al rilancio del turismo e tutti i servizi correlati (Guide, Agenzie, traduttori, tipografie, comunicazione, tecnolgie, etc.), al residenziale, legato alla ristrutturazione degli immobili (professionisti, operai etc.) e agli scambi immobiliari. Oltre a tutto l'indotto che verrebbe a crearsi attorno a queste iniziative (animatori, baby sitting, produzioni artigianali etc.).

Gli obiettivi concreti che si pone il POIC sono: nel settore del commercio la creazione di 30 nuove attività commerciali solo in centro storico; nel settore turistico un aumento dei flussi del 100% rispetto all'esistente; nel settore residenziale il riuso e la riattivazione di almeno 30 abitazioni sfitte.

Io chiedo dunque al Consiglio Comunale, nella sua interezza, di agevolare e sostenere questo sforzo. Sugli interessi reali e concreti della Città, non ci si può dividere. Le elezioni sono ancora lontane e non debbono condizionare negativamente la vita dei cittadini. Io penso di avere dato l'esempio, nel momento in cui ho espresso il mio giudizio positivo sull'ipotesi Palazzo della Provincia, senza preoccuparmi del colore politico del Presidente. Un giudizio positivo che confermo anche oggi. Ma io ritengo sia necessario offrire all'Università entrambe le opzioni, perché ricordo a me stesso che la proposta Palazzo della Provincia è stata scartata proprio dall'Università. Sarà l'Università, nella sua autonomia e senza condizionamenti, a decidere quale dovrà essere la sede migliore. Nei giorni scorsi, ho incontrato nuovamente il rettore e il presidente Bruno ai quali ho ribadito questa posizione che mi sembra corretta ed equilibrata. La Provincia ha rilanciato l'offerta di spazi nel suo Palazzo, oggi il Comune offre la sua proposta con il San Giovanni. Non c'è nessuna competizione, ve lo assicuro, il mio interesse, il nostro interesse deve essere solo quello di avviare in centro le attività della nuova facoltà. Compiamo, cari colleghi, un atto di coraggio a favore della nostra città, del nostro centro storico, dei nostri cittadini".