Gallo pigliatutto: "Riprenderò il marchio Reggina. Trovate problematiche incresciose dopo il 21 dicembre"

galloconfdi Paolo Ficara - Avete presente quando conoscete una persona che nemmeno se poteste forgiarla voi, vi uscirebbe meglio? È l'effetto suscitato da Luca Gallo, presentatosi come nuovo presidente della Urbs Reggina nell'incantevole cornice dell'Altafiumara. Affabile, determinato, ironico, passionale. Niente comizi. Tante dichiarazioni fuori dai denti. Applausi scroscianti per le dichiarazioni sul marchio. Sibillino sull'arrivo di Baclet.

Il primo passaggio è stato riservato alla trattativa per l'acquisizione della maggioranza: "La società è stata acquistata, non mi è stata ceduta. Mercoledì 12 dicembre c'è stato un contatto. L'avvocato Iiriti ha chiamato un suo amico, dicendogli che voleva un recapito per contattare la dirigenza della Reggina. I miei genitori sono calabresi, così ho deciso di intervenire dicendogli di prendere contatto. Il contatto reale è avvenuto esattamente il 18 dicembre. Personalmente ho parlato con la vecchia dirigenza della Reggina il 21 dicembre, per la prima volta nella mia vita. Sono venuti nel mio ufficio alle 11:00. Alle 17:00 dello stesso giorno, ho fatto il bonifico per gli stipendi e concluso il preaccordo per l'acquisizione. Se l'accordo non fosse andato a buon fine, avrei perso dei soldi. Non m'interessava, volevo che i calciatori giocassero. Potrei pure raccontare che la trattativa era in piedi da giorni, ma questa è la verità".

Non sono mancate le flebili accuse sull'eccessivo ottimismo: "Sono venuto qui per stare in C dieci anni. Se poi volete sapere cosa sogno di fare per una città come questa, dico che voglio andare ai playoff e sogno di vincerli. Quello che si rifugia dietro la programmazione, non ha i testicoli per dire di voler fare subito, ed ha paura di essere spernacchiato se non riesce. Ho trovato un atmosfera di depressione profonda. Passeggiavo per Reggio e non ho sentito la Reggina, in quei giorni. Pensavo a come ritirare su la tifoseria. Potrei mettermi qui a dire che programmo, così non caccio 1 euro fino a giugno. Invece metto mano al portafogli per migliorare da subito la squadra. Compri un calciatore, viene nel mio ufficio e mi promette di spaccare il mondo, poi magari in campo non prende una palla. Io posso dare all'allenatore quei calciatori più adatti, indicati dal direttore sportivo. Se non riusciamo a salire subito, dirò che farà parte della programmazione".

Poi il presidente Gallo ha ribadito: "Una città come Reggio ed una squadra come la Reggina, è un insulto che sia in Lega Pro. I tifosi devono prendere questa categoria come un insulto. Non posso schioccare le dita e andare subito in B, ma spero di riuscirci. Quando ha segnato Bellomo mi è preso un infarto. Ogni partita che seguo, devo cercare di abbassare la pressione".

Prima di venire a Reggio, Gallo aveva bussato per la Sambenedettese... ma forse con poco trasporto: "Avevo trattato un'altra squadra, stavo per acquistarla. Il presidente dell'altra squadra mi sta ancora cercando, perché sono sparito e ho preso la Reggina. I miei genitori sono di origini calabresi. Mio padre faceva il falegname, è andato a Roma perché a Rogliano non c'era lavoro. Sono nato all'ospedale Cristo Re. A pranzo e a cena, parlavano in calabrese. Capisco il dialetto, ma non riesco a parlarlo. Ho tutti i parenti in Calabria, solo mio fratello è a Roma. Ogni volta che venivo in Calabria mi sentivo a casa. Quando sono venuto a Reggio, non volevo più tornare a Roma. Non avevo motivo di venire qua per fare speculazioni o business, è stata una scelta di cuore. Non certamente azzeccata a livello economico".

Idee chiare anche su strutture e settore giovanile: "Di settore giovanile ne parliamo spesso con Massimo Taibi. Spero venga fuori in futuro un capitano della squadra, una bandiera che nasce e muore calcisticamente con la Reggina, un nostro Totti o Baresi. Una delle prime cose che ho fatto è riportare la Reggina al Sant'Agata, non può stare da altre parti. A giugno ci riapproprieremo del Sant'Agata. Lo miglioreremo. Per quanto riguarda il Granillo siamo sulla stessa lunghezza d'onda, è uno stadio importante anche se andrebbe rimodernato. Le strutture sono importantissime. Abbiamo preso questo accordo col signor Girella, persona molto disponibile che ringrazio. Il Sant'Agata dev'essere della Reggina. Sarò antipatico, ma senza il Sant'Agata avrei portato la Reggina a Roma.

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Scrosciante l'applauso per il presidente Gallo sulla questione identitaria: "Riprenderò il marchio, so che i tifosi ci tengono. In settimana dovremmo incontrarci con la curatela. Se è un problema economico, non per fare lo sbruffone, ma non c'è problema. Se ci sono delle tempistiche burocratiche, non lo so".

Dopo il 21 dicembre, sono venute fuori delle problematiche economichenon manifestate all'atto del preaccordo: "Ho trovato ulteriori problematiche, francamente piuttosto incresciose. Ho dovuto mettere le mani su tante cose, ed ancora altre ce ne sono da fare. I tifosi lo devono sapere. Non ho rianimato la Reggina, l'ho letteralmente resuscitata. Ho salvato economicamente la Reggina, ma la Reggina ha salvato me sul piano sentimentale".

Dal finto computer ad una società leader nel proprio settore: "Fin adesso ci ho solo rimesso, ma l'ho fatto col cuore. Non capisco il fatto di non fidarsi, o di ricamarci sopra. Quando ho aperto la mia società, stavo in un ufficio di 20 metri quadri. Mi serviva una segretaria, non riuscivo a fare tutto. Cominciai a farei colloqui. Non avevo nemmeno il computer, avevo un filo sotto il tavolo e fingevo fosse collegato. Tutti mi dicevano che non sarei mai riuscito. Prima di darmi per vinto, ci volevo provare. Adesso la mia società è la più grande d'Italia, nel suo settore. Spero che i tifosi diano una mano per arrivare più in alto possibile. Delle volte, le cose belle possono accadere. Nella vita non c'è soltanto speculazione. Quando le cose si fanno con amore, la gente se ne accorge".

Luca Gallo ha parlato dei prossimi imminenti passaggi: "Il consiglio d'amministrazione è convocato per domani. Il tecnico Roberto Cevoli gode di tutta la mia fiducia. Vedo in tv gli altri presidenti che rispondono così, quindi lo faccio pure io. Per quanto riguarda Taibi, come fai a non fargli un contratto lungo? Basta guardarlo. È l'unico in società che se ne intende di calcio. È il suo lavoro da sempre. Ci scriviamo spesso su whatsapp, mi sta di una simpatia incredibile. È un ottimo professionista, lo dicono i fatti. Quando incontri una persona leale, te la tieni. Stesso discorso vale per l'avvocato Iiriti".

Capitolo calciomercato: "Noi un centravanti lo vogliamo prendere, di grosso spessore. Sulla falsa riga degli altri quattro. Baclet è uno di questi. Mancano 9 giorni alla fine del mercato. Basta aspettare poco e lo verrete a sapere. È un ottimo calciatore, gioca nel Cosenza attualmente. Vorremmo intervenire anche per la difesa, in modo da potenziarla dopo aver fatto altrettanto per centrocampo ed attacco. Reggio è una città bellissima, forse voi ci vivete tutti i giorni e non ve ne rendete conto. La tifoseria non deve sentirsi seconda a nessuno. Spero che la Reggina sia tutto fuorchè una squadra umile. La voglio presuntuosa, superba, arrogante. Odiata da tutte le tifoserie, ma amata visceralmente dalla propria".

Qualche altra battuta sulla volontà di lasciare al più presto l'attuale categoria: "Ho parlato con un calciatore romano, mi parlava dell'ambiente che trovava da avversario a Reggio Calabria, mi piacerebbe ricreare quell'ambiente, ma non in Lega Pro. La Lega Pro... non ce la faccio. Sono contento di aver contribuito in minima parte a far venire entusiasmo. Magari vincessimo tutte le partite all'ultimo secondo. Il mister ha detto che un'altra partita così e si sente male, allora siamo in due. Faremo altri innesti. Questo si chiama mercato di riparazione. All'anima della riparazione. Comunque era un'ottima squadra, siamo andati ad agire su un'ottima base".

A breve i contatti con lo staff tecnico, non manca qualche considerazione sulla campagna abbonamenti:"Ho sentito il mister telefonicamente. In settimana parlerò sia con lui che con lo staff tecnico. La tifoseria si muove per quel che sente di fare. È come quando si invita a cena un amico. Ci si aspetta che venga. Poi se non viene, peggio per lui. Chi non ha voluto fare l'abbonamento, avrà altre problematiche. Non vado a polemizzare, mi dicono tutti che sia un buon numero. Anche chi non l'ha fatto è tifoso della Reggina, magari lo farà in futuro. Viviamo anche in un periodo di problematiche economiche, vengo da una famiglia in cui a volte non si arrivava a fine mese. Ringrazio sia chi si è abbonato e chi no".

Gallo ritorna sullo sfacelo da lui trovato a tutti i livelli: "Le mie società hanno una struttura ben definita. Soltanto a Roma ho 320 dipendenti. A livello societario ho intenzione di ricreare una struttura nella Reggina. I calciatori e lo staff tecnico devono pensare solo a giocare, poi ci dev'essere una struttura dietro. Tutto ciò nella Reggina, al momento, non esiste neanche lontanamente".

Cosa c'è, cosa ci dev'essere e cosa manca: "La storia della Reggina non ha bisogno di essere scoperta, per i suoi 105 anni. È un grande club, con un nome importante. Persone che hanno fatto la storia, avranno sempre uno spazio nel club. Non so se ve ne siete accorti, ma la Reggina non ha un marketing. Mio fratello, quando ha saputo che rilevato la società, avrebbe voluto comprare la felpa o la maglia. Ancora adesso non ha la possibilità di acquistarla. Bisogna creare tutto, mettendo in risalto la storia attraverso le iniziative. È giusto valorizzare il marchio ed i colori. Perché sono andato a fare un pullman? I calciatori possono viaggiare anche su una linea normale, ma è bello muoversi con uno stemma. L'appartenenza è la cosa più importante. Il tifoso è il vero proprietario della società. I presidenti passano, il tifoso resta sempre. Quando ho firmato il closing, mi è venuto un brivido. Sapete cosa significa diventare il presidente di una squadra così importante? Vai a pensare a chi c'è stato prima di te, in 105 anni. Devo avere il tempo per fare le cose. Questo discorso è importantissimo, bisogna unire la tifoseria al club. Non ci dev'essere distanza".

Sulle possibili sinergie con Roma e Lazio: "La Reggina non sarà vassalla di nessuno. Se non si dialoga da pari a pari non si farà niente. Se mi accorgerò che alzano la voce, o usano comportamenti non idonei, allora non hanno capito con cosa hanno a che fare".

Gallo ribadisce, ancora una volta fuori dai denti, gli obiettivi sportivi: "Ne farò una malattia personale. Se non riesco a portarla su, mi vedrete in ospedale o dallo psicologo. Ce la metto tutta, lo state vedendo dal calciomercato. Il calcio non è una scienza esatta, a differenza di altri mestieri in cui se investi sai di ottenere un risultato. Nel calcio c'è il palo, l'infortunio, l'avversario che la mette all'incrocio da 30 metri. Cercherò di fare il meglio".

Qualche piccolo esempio circa l'assenza di una struttura: "La verità è che non c'è struttura. I calciatori sono venuti nel mio ufficio alle 9 e sono usciti alle 22. Per la mia azienda, questo è inconcepibile. Quel giorno mi sono vergognato, passando una giornata a chiedere scusa ai calciatori e ai procuratori. Non si può attendere ore per un contratto. Se qualcuno si offende, che ci posso fare? La gente lo deve sapere: non c'è struttura. È meglio che sto zitto, dico solo questo, perché mercoledì giochiamo in notturna. E per vederci in notturna, la prima cosa qual è? Per avere la corrente al Granillo, uno deve pagare una bolletta cash equivalente a 18 mesi di stipendio per un operaio. È meglio che sto zitto".

Il presidente Gallo ha confermato l'intenzione di aprire sede e negozio: "La Reggina deve avere la sede a Reggio. A casa sua. Quale Roma? Prima ho detto che avrei portato la squadra Roma senza eventualmente il Sant'Agata, aspettando una reazione. Non ne ho avuto bisogno. C'è la possibilità di mettere gli uffici al Sant'Agata, vado a vedere com'è tenuta la sede e se è adeguata per una società così importante. Altrimenti prenderò l'ufficio al centro di Reggio. Nella zona più importante della città. La gente deve passare e vedere lo stemma. Ci serve uno store, dove il tifoso può recarsi per acquistare anche una penna. Voglio che il tifoso della Reggina sia un bambino viziato, cui bisogna dare tutto ciò che non ha avuto finora".