Urbs Reggina, eppur si gioca. Tra i miracoli di Cevoli e le scosse telluriche per Belardi

cevolirobertodi Paolo Ficara - In attesa che torni la voce a chi, forse, prova a far valere la regola che in amore vince chi fugge (ma bisogna fuggire davvero, e soprattutto l'amore dovrebbe essere ricambiato), sabato sera tornerà in campo la squadra della Urbs Reggina. E lo farebbe tra l'indifferenza generale, se non fosse per l'importanza (con riferimento all'obiettivo di classifica) dell'avversario e la consequenziale diretta su Sportitalia, dopo aver riposato nello scorso weekend.

Con 9 partite fin qui disputate, in attesa della notturna a Catania, la Urbs è la squadra che è scesa meno in campo nel girone C, fatta eccezione per la Viterbese. Avendo però giocato la metà delle gare previste nel girone d'andata, qualche impressione più precisa è stato possibile ricavarla. E non si discosta da quelle iniziali. L'organico è esponenzialmente inferiore rispetto a quello messo in mano ad Agenore Maurizi nella scorsa estate. E l'unica colpa di Roberto Cevoli, è quella di aver avallato le operazioni di mercato.

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Una difesa in cui i centrali visti fin qui all'opera fanno scopa e col solo Mastrippolito a brillare per personalità. Un centrocampo che chiama Salandria ad offrire qualità e verticalizzazioni, ce lo ricordavamo soprattutto frangiflutti. Un attacco privo di peso. Aggiungiamoci le sole due gare disputate a Reggio, l'assenza di una vera base per gli allenamenti, le preoccupazioni legate alle difficoltà societarie. Gli 11 punti fin qui raggranellati, senza mai perdere due partite di fila, rappresentano un mezzo miracolo da ascrivere al malcapitato Cevoli. Difficile immaginare un allenatore in grado di far meglio, in queste condizioni.

Ciò non toglie che nelle ultime due uscite, la squadra è apparsa inevitabilmente "distratta". Di diverso, le gare contro Rende e Paganese hanno solo il risultato. Inutile negare come a gennaio si proverà a monetizzare dalla cessione dei pochi cartellini con un briciolo di valore. Akragas docet. Ma sono i risultati del collettivo a valorizzare il singolo. E seguire il tecnico, è l'unica strada per arrivare al risultato.

Se Cevoli andrebbe beatificato per il lavoro fin qui portato avanti, nel caso di Emanuele Belardi e del corposo staff da lui scelto per il settore giovanile si potrebbe invocare la santificazione immediata. Simone Perrotta fatto scendere a Reggio come testimonial, credibilità a tonnellate data anche dai risultati delle varie formazioni giovanili. Fin quando allenatori e preparatori si recheranno sul posto di lavoro sorridenti e leggeri, con riferimento all'assenza di fastidiose zavorre cartacee o metalliche nelle loro tasche, nessuno si accorgerà di niente. In realtà, qualche scossa tellurica è stata già avvertita. Sarebbe il colmo. Sarebbe grave.

Totò Ferrara è un ultras dalla schiena dritta, rimasto fedele ai propri ideali in qualsiasi situazione. Ogni persona che lo ha conosciuto, gli sta dedicando un pensiero a poche ore dalla sua scomparsa. La curva gli mancava, adesso sarà lui a mancare alla curva. Ciao Totò.