Reggina: Cevoli per scrivere l'happy ending di un film senza trama

cevolirobertodi Paolo Ficara - Un cast di tutto rispetto. Diamo atto alla Reggina di aver ridato un pizzico d'entusiasmo, in attesa della verifica sul campo, con le prime scelte per la stagione 2018/19. Passare da Basile a Taibi per il ruolo di uomo mercato, sul piano dello spessore è una mossa che si commenta da sola. Non cambia però la politica dei prestiti e del calcio sostenibile, che un anno fa poteva andar bene. Quest'anno bisognerebbe dare un altro impulso. Non essendoci le risorse, servirà azzeccare tutte le mosse.

La panchina verrà affidata a Roberto Cevoli, la fumata bianca è attesa per martedì. Ha avuto successo in amaranto come calciatore, ottenendo l'ultima promozione in B e distinguendosi per la pulizia dei contrasti, senza mai finire sul taccuino degli arbitri nonostante giocasse stopper. È tornato nel 2012/13, facendo crescere diversi ragazzi nella formazione Primavera. Ha portato ad altissimi livelli il non ambiziosissimo Renate, facendolo stazionare nelle prime tre posizioni dell'impegnativo gruppo B per tutto il girone d'andata. Non ha controindicazioni. Non filosofeggia. Non paga per allenare. Non minaccia i giornalisti. Non si vende le partite.

E soprattutto, applica un calcio propositivo abbinandolo ad una fase difensiva attenta.

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La coppia Branca-Taibi si assume la responsabilità di questa scelta. E probabilmente, si presentano con un ottimo biglietto da visita. Al di là degli altri nomi accostati alla panchina della Reggina, tutti meritevoli di considerazione e stima, l'arrivo di Cevoli suona come non plus ultra. I dirigenti vogliosi di far bene, ci sono. Per l'allenatore capace di ottenere cinque o dieci punti in più anziché in meno, è ormai fatta. Arrivasse pure un presidente, saremmo a cavallo.

Il titolo del film è "Campionato di Serie C 18/19", e questo è pacifico. Ma si può andare a scritturare anche Leonardo Di Caprio o Angelina Jolie, ciò non cambia la sostanza: ancora non sappiamo se va strutturata una pellicola drammatica, o d'azione, o una commedia, o un horror. Gli attori dovranno inventarsi le battute, forse anche la trama. Col rischio che scarseggino i fondi, quando ci sarà da girare le scene più importanti.

Il tirare a campare non può essere l'eterna base di una programmazione esistente solo a chiacchiere. Sarebbe utile un anno di meditazione, senza interviste e continue passerelle, per essere realmente d'aiuto a chi si sta sbattendo per ottenere almeno l'obiettivo di riportare la gente allo stadio. Per l'unico obiettivo sportivo possibile, invece, servirebbero quelle risorse che altri potevano investire. Ma sono stati messi in fuga. Anche questa è una responsabilità, che diventerà sempre più grossa man mano che trascorreranno gli anni, senza poter realmente concorrere ad un ritorno in Serie B.

Il film era e resta senza né capo né coda. A Taibi, Branca, ed ormai in particolar modo a Cevoli, il compito di scrivere almeno un happy ending. Dopo tre anni di nulla. Conditi solo dal divieto di critica, con tanto di "invito a comparire" presso il negozio/sede a qualunque contestatore, sia esso giornalista o semplice utente facebook. Il federale scenda dal piedistallo. Ora c'è da capire se il lungometraggio sarà ambientato o meno al Sant'Agata.